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Educazione finanziaria e ITS, non solo un tema di business

L'iniziativa ITS Startup Your Life di UniCredit avvicina i tecnici ai temi della gestione del denaro e del mindset imprenditoriale. Due aspetti rilevanti non solo per il futuro professionale, come racconta Stefano Ziroldo, direttore dell'ITS Digital Academy Mario Volpato

In collaborazione con: UniCredit

Per i giovani italiani i margini di miglioramento restano importanti quando si parla di alfabetizzazione finanziaria e competenze di finanza digitale. Lo conferma un’indagine che Banca d’Italia ha condotto nel primo trimestre del 2023 sondando, online, un campione di quasi 5.400 giovani tra i 18 e i 34 anni.

In un quadro comunque disomogeneo, dove incidono la residenza, il genere e il background scolastico e lavorativo, emerge che solo il 35% degli intervistati risponde correttamente a domande sui principali concetti economici, come inflazione, tasso di interesse e diversificazione del rischio. Sul piano dei comportamenti, invece, a fronte di una forte attenzione alla sostenibilità delle spese correnti, emerge una scarsa propensione a pianificare grazie agli strumenti finanziari il futuro: circa la metà degli intervistati ritiene superfluo formulare piani per la vecchiaia. E anche la partecipazione ai mercati finanziari resta modesta: solo il 14% ha sottoscritto, almeno una volta, azioni o obbligazioni.

Sarebbe sbagliato leggere il tema solo in una chiave privata o pensare che, dopotutto, c’è tempo per migliorare. La scarsa alfabetizzazione può rappresentare un ostacolo dal punto di vista professionale, tanto più per chi sogna di aprire un’attività, e costituisce un limite di fatto a una comprensione più attiva e profonda di numerose dinamiche politiche, economiche e sociali.

Inoltre, saper gestire un budget rientra a pieno titolo tra le competenze trasversali che le aziende apprezzano quando valutano i candidati. Proprio con l’obiettivo di rendere più forti le competenze in materia finanziaria, e non solo, UniCredit promuove il percorso ITS Startup Your Life, che rientra nell’offerta strutturata di education Banking Academy – ESG Italy con cui il Gruppo si propone di far crescere le competenze finanziarie e bancarie e dare un supporto concreto anche a un mercato nazionale e internazionale più competitivo.

Declinando l’iniziativa Startup Your Life in ambito ITS, attraverso moduli digitali interattivi (della durata massima di sedici ore) o lezioni in aula (massimo 4 ore), si punta a portare nel mondo della formazione tecnologica superiore temi come l’educazione bancaria, finanziaria e imprenditoriale ma anche la sostenibilità in chiave finanziaria e le principali questioni che si affrontano quando si entra nel mondo del lavoro (dalla tipologia di contratti ai regimi fiscali). Il programma è adattabile alle esigenze dei diversi ITS, è gratuito e prevede non solo la presenza, laddove richiesta, di volontari di competenza per gli incontri in aula ma anche un help desk tecnico per i moduli digitali.

Tra gli istituti tecnologici che hanno abbracciato il progetto, c’è l’ITS Mario Volpato, l’Istituto Tecnico Superiore post diploma per le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione che ha sede a Noventa Padovana. Al direttore dell’ITS, Stefano Ziroldo abbiamo rivolto qualche domanda, per comprendere meglio l’impatto complessivo di un’iniziativa come ITS Startup Your Life.

Ziroldo, ITS Startup Your Life punta a dare agli studenti competenze trasversali, in particolare in ambito economico. Ci puoi spiegare come nasce questa sinergia con UniCredit e come si integra nella vostra routine?

Dirigo una Fondazione che si occupa del settore delle nuove tecnologie ma il nostro scopo non è solo preparare professionisti pronti per un mercato del lavoro dentro un mondo che è per sua natura in evoluzione continua e molto veloce. Bisogna anche consolidare la dimensione umana, educativa della persona. Entrare nel mondo del lavoro significa essere pronti con le competenze tecnico professionali, ma anche saper stare in un contesto di mercato del lavoro in una società evoluta. Dentro questa logica c’è anche il rapporto con UniCredit, consolidato e storico, basato su punti di visione comune. Per costruire persone e buoni cittadini, la dimensione finanziaria è parte integrante. Non tanto perché gli studenti la incontreranno necessariamente nella loro attività lavorativa, molti magari sì, ma perché possano esserne pienamente consapevoli al fine di essere innanzitutto persone, cittadini, prima di essere lavoratori. Questo è il contesto in cui si inserisce questa questo rapporto.

Tra le competenze che il programma punta ad allenare c’è anche il mindset imprenditoriale. Osservando la vostra platea, riscontra questa voglia di fare impresa o resta una prospettiva meno ricercata rispetto al posto fisso in azienda?

L’avverto moltissimo. C’è il desiderio di fare una propria strada imprenditoriale, specialmente su alcuni ambiti, penso al mondo della comunicazione, del marketing digitale, del marketing cross mediale, anche nella forma di piccoli soggetti, agenzie. Molti ex studenti si sono messi in proprio, diventando liberi professionisti e aprendo piccole società. La dimensione auto imprenditoriale dello studente c’è ma poi deve maturare nel tempo anche una capacità economica, che non è indifferente dentro questa logica. Le competenze trasversali vanno fatte proprie perché, nel momento in cui si apre un’impresa, c’è un impatto immediato con la dimensione finanziaria, economica, che non può essere ignorata. Diversamente, non sei un imprenditore. Sento negli studenti il desiderio di percorrere questa strada, magari se vogliamo in maniera un po’ inconsapevole, ma evidentemente anche per dire la propria in un mondo che cambia. Essendo in Veneto, anche la storica propensione alla piccola imprenditoria diffusa può essere una chiave di lettura ma la sensazione è soprattutto quella di voler essere parte attiva in un cambiamento.

Quanto conta per un ITS come il vostro il tema dell’internazionalizzazione, posto che quando si parla di tecnologie dell’informazione e della comunicazione si guarda a scenari e mercati globali?

Abbiamo poca storia in questo senso, abbiamo fatto delle esperienze di scambi e di visite a Londra lo scorso anno. Ma stiamo investendo molto, cercando di aprire un dipartimento che parli e che mastichi questa dimensione internazionale. Si tratta di un fattore potente non solo dentro gli strumenti che già esistono oggi per la mobilità internazionale sotto il profilo culturale e linguistico, ma anche come mezzo per favorire esperienze in aziende europee e globali. Guardiamo, per l’anno prossimo, alla possibilità di attivare una partnership con un soggetto presente a Dublino, una delle patrie delle grandi multinazionali del web. Siamo molto propensi al tema e lo guardiamo con grande attenzione.


Nell’ITS ci sono studenti con diversi background. Il programma promosso da UniCredit allena su competenze che hanno a che fare con l’economia, l’impresa, la finanza ma anche la sostenibilità. Ci sono nella platea dei frequentanti persone già formate o con un curriculum che li rende capaci di approcciarsi a questi temi?


Su questo c’è un grande lavoro da fare e in quest’ottica abbiamo ben valutato la proposta di UniCredit in prospettiva e l’abbiamo fatta nostra immediatamente, facendo in modo che sia strutturalmente integrata e lo possa essere anche per il futuro in tutti i corsi. Oggi i ragazzi vivono in una dimensione di iperspecializzazione su alcuni temi ma poi sono privi di una dimensione sufficiente, non solo sotto il profilo linguistico e storico-culturale, ma anche di dimensione digitale, di gestione dell’impresa, di dimensione economico-patrimoniale. Gran parte delle nostre risorse arrivano da un percorso naturale, dopo gli studi superiori. In Veneto è molto presente una dimensione di sistema, oggi ha solo 8 Fondazioni che lavorano per ambiti specifici e lavorano in modo sistemico, forte. C’è una grande regia e questo esprime una continuità riconosciuta da parte delle scuole che creano in maniera naturale percorsi verso gli ITS o verso l’università. Le università venete hanno un tasso di ritiro di circa il 6,7%. Si tratta di una popolazione potenzialmente molto rilevante, un target significativo, in qualche modo di interesse, da parte delle Fondazioni proprio in questa logica di sistema.

A che orizzonte guarda la collaborazione con UniCredit su Startup Your Life e quanti studenti sono attualmente coinvolti?

Guardiamo a un tempo medio-lungo. Oggi l’accordo è in una fase sperimentale in cui stiamo guardando l’efficacia di questo strumento, ma sono convinto, e già oggi i primi segnali me lo dimostrano, della necessità e del reciproco interesse nel continuare a medio e lungo termine. Non c’è un termine predefinito, se non quello di provarci con dei feedback che vedo molto, molto positivi. La sperimentazione vede al momento coinvolti 150 studenti che sono al secondo anno e stiamo iniziando anche con i ragazzi della prima annualità, che sono 250, quindi 400 studenti complessivamente.

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