Come si predispone un business plan? Quali sono i principali prodotti bancari per le aziende? Cosa bisogna sapere per fare impresa? Le competenze di ambito economico e finanziario sono importanti e fanno la differenza quando si guarda al futuro per costruire un percorso professionale.
Un discorso valido anche per gli studenti degli Istituti Tecnici Superiori: in Veneto, i volontari di UniGens fanno formazione su questi temi nei principali Its del territorio, distribuiti nelle diverse province (tra questi ITS Academy Turismo Veneto, ITS Red, ITS Last, ndr). UniGens è l’associazione che riunisce persone che lavorano o hanno lavorato in UniCredit: i professionisti mettono a disposizione dello sviluppo sociale del territorio le competenze maturate sul posto di lavoro.
Come si traduce sul campo l’impegno di UniGens in ambito Its? Lo spiega Carlo Colleselli, volontario UniGens a Verona: “È una proposta didattica che si esplica attraverso un accordo rivolto ai post diplomati. Su mandato di UniCredit, che fornisce i moduli, facciamo educazione finanziaria. Contattiamo preventivamente i tutor e, a seconda delle finalità specifiche della formazione di ogni istituto, tariamo i moduli anche al fine di essere elastici. Le esigenze infatti variano, raccontiamo i servizi e i prodotti che un istituto bancario offre, per intercettare le esigenze dei ragazzi come potenziali imprenditori ma anche come privati. Ovviamente, non siamo lì come intermediatori, semplicemente diamo informazioni finanziarie”.
Calibrare la didattica è importante, ma i fondamentali non possono mancare e sono il cuore della proposta di UniGens, come conferma Oscar Lamberti, volontario UniGens a Padova: “Facciamo educazione finanziaria di base, introducendo diversi argomenti come la moneta, i sistemi di pagamento, i finanziamenti. Tra gli argomenti che suscitano più interesse c’è la formazione imprenditoriale. Ci serviamo di un approccio sperimentale, non classico, in particolare parliamo di come affrontare tutte le incombenze che nascono per mettere in piedi un’attività. Senza dubbio, meriterebbe attenzione anche il tema della rischiosità degli investimenti. Tanti giovani si lasciano prendere la mano ma sotto una proposta di investimento c’è un rischio da sostenere e non sempre questo viene percepito”.
I temi trattati sono concordati con i responsabili degli Its, ma un buon margine resta per rispondere alle curiosità che nascono sul momento e per implementare, con esempi ed esercizi sul campo, le dispense. Ogni platea, dopotutto, è diversa, sottolinea Colleselli: “Nelle classi meno numerose è più facile interagire e partire da esempi pratici; a seconda del livello o degli studi ha senso valorizzare aspetti più basici o approfondire quelli gestionali. Dobbiamo tenere conto dei tempi, abbiamo dieci ore a disposizione in totale in alcuni casi, e poi gli studenti fanno anche formazione commerciale e marketing in alcuni ambiti”.
In Veneto l’impegno di UniGens ha permesso di erogare 47 lezioni, di cui venticinque nell’anno scolastisco 2019-2020 e ventidue nel 2020-2021.
La specificità del mondo ITS risalta agli occhi stessi dei formatori di UniGens: è una formazione superiore che si rivolge non solo ai post diplomati ma anche a persone che hanno già un lavoro e vogliono magari ricalibrare le skill. Un aspetto da non sottovalutare per i volontari, afferma Gianluigi Coltri, volontario vicentino: “Mi occupavo di imprese, dalle startup alle aziende più strutturate, spiegare come passare dalle idee al business è stato sempre un mio cavallo di battaglia. Diversi partecipanti sono persone che già lavorano e che cercano di ampliare le conoscenze o fare il salto di qualità. Rispetto ad altre platee, come quelli degli istituti superiori, si va più sul concreto, verso obiettivi meno vaghi, a volte non c’è il progetto ma la bozza sì. Mi è capitato di ritrovare negli ITS ragazzi che avevo già incontrato alle scuole superiori, escono fuori le esperienze, le difficoltà, i pro e i contro, ecc”.
La proposta degli ITS non è ancora nota come meriterebbe al grande pubblico e un po’ di divulgazione non fa male: “Quando faccio formazione nelle scuole superiori ne parlo con l’insegnante capofila. Ma occorre un contatto più stretto tra le scuole superiori e gli Its, quello forse è l’anello mancante”.
La formazione economico-finanziaria tornerà utile per il lavoro ma anche nel privato: a contatto con gli allievi emerge il più generale bisogno di alfabetizzazione finanziaria, confermano tutti i volontari: “C’è dislivello tra la componente femminile e quella maschile che partecipa, spesso le donne hanno meno cultura finanziaria, aspetto che la nostra associazione rivela più in generale”, afferma Coltri. “Molti argomenti non sono noti, a qualcuno sfugge anche la differenza tra carta di debito e credito, dai giovani ti aspetti che siano molto più ferrati” rimarca Colleselli. “I corsi sono strutturati per le competenze di chi segue, ma vista l’importanza data a questi argomenti, servirebbe un programma più esteso in termini orari per dare più spazio agli approfondimenti”, conclude Lamberti.