Innovazione ed educazione

Università e ITS: le sfide delle lauree professionalizzanti

Tra aspettative e realtà: il ruolo delle lauree professionalizzanti nel panorama educativo e professionale italiano

Lauree professionalizzanti

L’istruzione superiore sta attraversando una fase di profonda trasformazione con l’emergere di corsi di laurea professionalizzanti, progettati per colmare il divario tra formazione teorica e competenze pratiche richieste dal mercato del lavoro. Questa evoluzione segna un punto di svolta per gli studenti, offrendo loro nuove opportunità. Tuttavia, come accade con ogni innovazione, emergono alcune criticità.

Lauree professionalizzanti in Italia: origini e obiettivi

Nell’universo dell’istruzione superiore italiana, l’introduzione delle lauree professionalizzanti mira a rispondere efficacemente alle esigenze del mondo del lavoro, offrendo un percorso formativo che equilibra conoscenza teorica e abilità pratiche.

Lanciate ufficialmente nel 2021/22, dopo un periodo sperimentale, queste lauree mirano a modernizzare l’approccio educativo e fornire una strada diretta verso l’abilitazione professionale, combinando teoria, laboratorio e tirocinio in un unico flusso formativo. Come? Scopriamolo insieme.

Dall’aula al tirocinio: il percorso delle lauree professionalizzanti

Le lauree professionalizzanti si distinguono per una struttura curriculare unica, progettata per preparare i laureati all’ingresso diretto nel mondo del lavoro con competenze altamente specializzate. Ecco come si articola il percorso:

  1. Anno accademico tradizionale: il primo anno di studi segue un approccio tradizionale, ponendo le basi teoriche indispensabili per la comprensione approfondita della disciplina di studio.
  2. Esperienza in laboratorio: nel secondo anno, gli studenti si immergono in laboratorio, dove hanno l’opportunità di applicare la teoria appresa in precedenza in contesti pratici e progettuali.
  3. Tirocinio e abilitazione: l’ultimo anno è dedicato al tirocinio, che culmina con l’ottenimento dell’abilitazione professionale. Quest’ultima coincide con la seduta di laurea, permettendo agli alunni di entrare nel mondo del lavoro già qualificati, senza dover attendere le date fissate dal ministero.

Questa struttura rappresenta un netto distacco dall’approccio prettamente teorico delle lauree tradizionali, più incentrate sulla conoscenza teorica.

Criticità e sfide

Nonostante l’introduzione delle lauree professionalizzanti sia stata accolta con interesse da parte di alcuni settori, la loro efficacia e attrattività sono ancora oggetto di discussione.

Lauree professionalizzanti

Tra le criticità principali si evidenziano:

  • Bassa tasso di immatricolazione: i numeri relativi agli iscritti rimangono modesti, suggerendo una difficoltà nell’attrarre gli studenti verso questi nuovi percorsi di studio.
  • Concorrenza con altri percorsi formativi: le lauree professionalizzanti devono confrontarsi con l’offerta formativa di ITS (Istituti Tecnologici Superiori) e con le lauree tradizionali, trovando il proprio spazio in un panorama educativo già saturo.
  • Necessità di maggiore riconoscimento: la relativa novità di questi corsi implica una minore conoscenza e riconoscimento da parte non solo degli studenti ma anche dei datori di lavoro, rispetto alle opzioni formative più consolidate. In quanto non è da sottovalutare la confusione che deriva dalla concorrenza interna tra Albi e professioni, dove la medesima LP può dare accesso a vari Albi e più LP al medesimo.

Una confusione che colpisce non solo al sentire parlare di lauree professionalizzanti ma anche di Istituti Tecnologici Superiori; e se per gli studenti ignari la colpa può essere un fattore anagrafico per i docenti è fondamentale conoscere le alternative post-diploma e mostrarle alle nuove generazioni.

Affinché questi percorsi di studio, quindi, possano affermarsi e diventare un’opzione attrattiva per un numero maggiore di giovani, sarà necessario superare le sfide legate alla loro promozione, al riconoscimento e all’integrazione nel tessuto socio-economico.

Le lauree professionalizzanti oggi

L’obiettivo di tali istituti è elevare a laurea le competenze dei giovani diplomati tecnici quali geometri, agrotecnici, periti agrari e industriali e ridurre i tempi di attesa una volta conseguito il titolo di studi. Tuttavia, il numero di iscritti, a tre anni dall’avvio, resta modesto: solamente 562 immatricolazioni nell’anno accademico 2023/24, segno che l’attrattiva di questi corsi è ancora da consolidare.

Bisogna precisare, però, che tale numero è leggermente distante dalla realtà in quanto il MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) censisce solo gli immatricolati puri, ovvero tutti coloro che si iscrivono per la prima volta nella loro vita ad un corso di laurea, omettendo quindi chi decide di cambiare, abbandonando la scelta precedente, per immatricolarsi nuovamente.

Il presidente del Consiglio dei periti industriali, Giovanni Esposito, conferma che la maggior parte degli iscritti appartiene proprio a questo secondo gruppo di giovani insoddisfatti dalla prima laurea scelta; seguito dalle rilevazioni sul campo condotte dal Consiglio nazionale geometri per la LP 01 da cui “risultano oltre 400 immatricolati quest’anno“. Secondo tali affermazioni quindi oltre ai 266 censiti dal MUR, gli altri, a questo punto, arriverebbero da altri corsi.

Lauree professionalizzanti e ITS: concorrenza interna

Lauree professionalizzanti

Roberto Orlandi, presidente del Collegio agrotecnici, a proposito della LP 02 per l’agraria conferma la presenza di questa confusione/concorrenza tra i diversi percorsi formativi. “È una laurea che si posiziona, in parte, nello stesso segmento degli ITS e, in parte, in quello della laurea triennale ordinaria“. E ricorda: “Attenzione, solo con quest’ultima si può proseguire verso la magistrale, mentre con la professionalizzante l’unico sbocco è il mercato del lavoro“.

Situazione che riguarda anche le altre classi, tutte in concorrenza con alcuni ITS che, però, garantiscono (statistiche alla mano) oltre l’80% di occupazione. È proprio il mondo del lavoro, infatti, a non aiutare tali università in quanto geometri o diplomati in professioni dell’agricoltura, non necessitano di proseguire con l’università per trovare lavoro.

Basti pensare che su 500mila diplomati in agricoltura, sono solo poco più di 3.500 quelli che hanno scelto la libera professione full time secondo i dati della Cassa” ha spiegato Mario Braga, alla guida del Collegio dei periti agrari. Ciò che serve secondo Braga è una riforma nel sistema, un vero e proprio “raccordo tra l’università e le esigenze del territorio“; a differenza di Orlandi che propone di rendere alcune lauree triennali abilitanti in modo da accelerare i tempi di avvio al lavoro.

Il mercato del lavoro stesso, con la sua immediata richiesta di figure professionali quali geometri e periti, sembra ridurre l’urgenza di una laurea professionalizzante, soprattutto quando le competenze acquisite con il diploma tecnico sono già sufficienti per l’ingresso nel mondo del lavoro.

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Il futuro delle lauree personalizzanti: potenziali riforme

La sfida per il sistema educativo nel suo complesso, quindi, rimane quella di rendere queste lauree professionalizzanti non solo più conosciute e apprezzate, ma anche di integrarle in modo più efficace con le esigenze reali. Un’opzione sarebbe eliminare l’attuale doppio binario di accesso a tali professioni sia con diploma che con laurea; una decisione che va presa in modo graduale e con grande consapevolezza ma che già ha colpito i periti industriali, per i quali dal 2025 per iscriversi all’Albo servirà la laurea.

Una scelta adatta che porterà i suoi frutti e aiuterà a far incrementare le iscrizioni alle professionalizzanti? Presto per dirlo, il presidente Esposito non nasconde qualche preoccupazione ma solo il tempo potrà offrire un verdetto definitivo su questa ambiziosa scommessa educativa.

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Stefania De Simone
Collaboratrice
Digital marketing specialist, copywriter e, nel tempo libero, scrittrice. Laureata in editoria e giornalismo con una spiccata passione per il mondo dello spettacolo e il giornalismo.
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