Certe decisioni possono condizionare una vita intera. Ed è per questo che molti ragazzi, spesso ancora prima di finire le scuole superiori, si sentono in difficoltà nella scelta del percorso da prendere. Università, lavoro, oppure Its possono essere tutte scelte valide a seconda del proprio progetto di vita. Un recente rapporto di UGL (Unione generale del lavoro) e Luiss Business School ha proprio indagato i dubbi e le aspettative dei giovani riguardo all’orientamento scolastico. La ricerca ha coinvolto ragazzi tra i 17 e i 20 anni che devono scegliere il percorso universitario più idoneo alle loro aspirazioni occupazionali.
Quanto incide sulla scelta il sostegno della scuola superiore? Gli istituti sono in grado di indirizzare i giovani verso scelte vicine ai loro obiettivi?
La decisione del percorso universitario è fonte di preoccupazione per ben il 60% dei giovani italiani, circa un quarto si dichiara addirittura “moltissimo preoccupato”. Per il 63%, l’elemento più diffuso è il tipo di lavoro che si vorrebbe per il proprio futuro. Diverse sono le differenze anche territoriali del sentire dei più giovani. Per esempio, la preoccupazione sembrerebbe aumentare per chi si trova al Sud e nelle isole, con un tasso del 68% dei “molti preoccupati”, che oscilla tra il 52-56% invece al Nord.
Ma cos’è che preoccupa principalmente gli studenti che stanno per affacciarsi al mondo?
Secondo la ricerca il timore di non aver avuto un supporto adeguato impensierisce il 38% di loro, insieme alla necessità di individuare un percorso che appassioni davvero (40%). Quante volte si fanno scelte professionali o formative che non combaciano proprio con i nostri desideri più profondi? Al di là del singolo percorso universitario, questo potrebbe anche valere per la scelta di un Istituto tecnico superiore, o di un lavoro.
Se ci pensiamo, quante volte la pratica non coincideva poi propriamente alla teoria che avevamo studiato? O quanto volte un lavoro può essere dissimile da ciò che avevamo immaginato? O ancora, quanto spesso ci si può trovare a studiare materie che non sono affini alle nostre ispirazioni?
Una guida più ferma durante il momento dell’orientamento, questa potrebbe essere una soluzione utile. Anche per comprendere perché gli studenti facciano una determinata scelta. Per esempio, sempre secondo il rapporto di UGL-Luiss Business School, a determinare una scelta formativa è principalmente il tipo di lavoro che si vorrebbe avere al termine dell’università (63% degli intervistati). E poi in questo mondo ormai digitale e costantemente online c’è una sezione dedicata al mondo social. Al momento nei confronti dei ragazzi è ancora poca l’influenza delle persone “seguite” sui canali social, parliamo di meno del 10%. Almeno per quanto riguarda questo ambito, i giovani d’oggi sembrano prendere meno in considerazione i loro idoli social. I giovani ascoltano ragazzi che già hanno intrapreso un determinato percorso e quindi possono dare consigli utili a riguardo (20% dei casi). Per circa il 42% dei ragazzi conta poi il contatto diretto con il mondo del lavoro e gli sbocchi futuri, mentre per il 38% vorrebbe saperne di più a riguardo. Il 68% degli intervistati, invece, ritiene la competenza informatica tra le più rilevanti nel mondo del lavoro.
L’alternanza scuola-lavoro e la possibilità di cambiare facilmente il percorso di studi universitari sono segnalati dal 27% come sostegno utile.
E poi un altro argomento fondamentale, quello della famiglia, ritenuto in realtà importante per meno del 20% dei giovani intervistati, lo stesso segmento che utilizza il canale e l’esperienza famigliare per entrare poi nel mondo del lavoro.
Ma i giovani hanno chiare le competenze da sviluppare per essere pronti al mondo del lavoro?
Per il 37% circa di loro sono mediamente chiare, mentre un altro terzo dichiara di averle comprese molto o totalmente. Ma forse il dato più significativo è che un 30% delle persone ammette una mancanza di consapevolezza. Un numero alto che sale al 38% per i residenti nelle regioni meridionali e Sardegna.
Se si parla di ambiti a crescere è quello tecnologico: il 68% circa indica informatica; il 62% medicina (che comprende psicologia), il 62% Scienze, Farmacia e Biologia, il 54% Ingegneria. Da sottolineare, senza nessuna differenza di genere.