“Cosa farai da grande?”: dopo l’infanzia, è nel periodo post-maturità che questo quesito riecheggia più forte, perché la scelta del proprio percorso di studi o di lavoro non è semplicemente una decisione accademica; sembra essere il crocevia dove le aspettative professionali e personali si incontrano e talvolta si scontrano. L’orientamento non è mai un tema neutro, incidono su di esso infatti una nutrita serie di variabili, dai gap informativi di famiglie e studenti ai fattori ereditari dei percorsi formativi.
Non fa eccezione anche la complicata dinamica tra le pressioni esterne, spesso incarnate dalle aspettative dei genitori, e le ambizioni personali degli studenti, che magari invece vibrano di passioni e aspirazioni proprie.
Le aspirazioni degli “adulti”
La scelta di un percorso universitario è frequentemente influenzata da considerazioni che superano il semplice interesse accademico. Esistono bias famigliari che precedono la carriera scolastica dei figli.
Crescendo in una famiglia di medici o avvocati si sarà – tendenzialmente- più spronati a intraprendere la stessa tipologia di carriera, o comunque a scegliere un liceo, per esempio, rispetto a un istituto tecnico o professionale. Le aspettative dei genitori ricadranno automaticamente sulle scelte dei figli che in qualche modo si sentiranno “influenzati” da questi consigli.
L’ereditarietà dei percorsi conta ma non è tutto: l’università può essere vista come la scelta più indicata anche in famiglie dove i genitori non possiedono titoli di studio terziario. Il pezzo di carta conferito da un ateneo ha, agli occhi di molti, ancora un prestigio non indifferente, visto come garanzia di cultura ma anche di ascesa professionale, quindi in termini di livelli retributivi più alti e condizioni occupazionali più adeguate (discorso che va però approfondito nel dettaglio).
La paura di deludere da parte dei ragazzi, rispetto alle aspettative familiari, resta forte, e a volte si iniziano percorsi accademici lunghi anni e anni, senza riuscire a portarli a termine, proprio per accontentare i genitori. Al contrario, gli studenti possono sentirsi attratti da campi di studio meno convenzionali ma che rappresentano in realtà le vere passioni personali.
Gli Its Academy sono penalizzati nella fase di orientamento?
La decisione su quale corso di laurea frequentare non dovrebbe trasformarsi in un campo di battaglia tra genitori e figli, eppure a volte succede. I genitori a volte, spinti da un desiderio di maggiore stabilità per il proprio figlio o di una migliore remunerazione potrebbero influenzare, e non poco, i ragazzi. Senza neanche essere a conoscenza di un percorso, come quello delle Its Academy, per esempio (si tratta di formazione terziaria, seppur non universitaria, ndr).
Chiaro che l’orientamento non si limita alla famiglia, ma ha a che fare con la scuola e con la partecipazione a saloni e fiere tematiche. Tuttavia, spesso è a casa che si gioca la partita decisiva, quella della scelta. Non è detto che le famiglie siano davvero interessate a conoscere tutte le opzioni possibili oppure, semplicemente, non sono tenute a conoscere tutta l’evoluzione normativa che ha accompagnato la scuola italiana negli ultimi anni.
Anche uno sguardo sul mondo del lavoro conta.
A rendere più concreta l’opzione ITS potrebbe essere la discussione che negli ultimi anni ha preso piede sul tema della reale capacità dei percorsi formativi di offrire competenze che agevolino l’ingresso nel mondo del lavoro, diminuendo così il gap che si sta creando tra mondo della formazione e mondo professionale. Senza contare che sempre più spesso c’è carenza di manodopera in Italia, perché sempre più lavori tecnici non vengono presi in considerazione.
L’obiettivo finale degli ITS è proprio quello di formare figure specializzate in specifiche aree tecnologiche innovative. E sebbene la frequentazione di istituti tecnici possa sembrare più coerente con la scelta di proseguire in un ITS, numerose aree sono perfettamente in linea con studi liceali, anche di ambito umanistico. Anche in questo caso, c’è bisogno di consapevolezza e di allargare lo sguardo a mansioni e professionisti che nemmeno esistevano qualche anno fa. Trattandosi di un’offerta ampia, i corsi si riferiscono a settori e figure professionali ben precise, e aiutano a specializzarsi e a trovare un lavoro nell’ambito che più appassiona. Con una giusta dose di informazione e di dialogo genitori-figli si può arrivare alla scelta migliore per ognuno. Senza scartare nulla a prescindere e facendo un passo indietro rispetto ai bias.