Non si è mai abbastanza grandi per avere le idee chiare sul futuro. L’orientamento scolastico diventa sempre più importante per i giovani che si affacciano al mondo, e spesso a un nuovo ciclo di studio. Eppure ancora non basta, perché inadeguato rispetto alle esigenze dei neodiplomati. Su queste tematiche ha voluto studiare un‘indagine condotta da BuddyJob e ScuolaZoo, che ha coinvolto oltre 1600 ragazzi e ragazze per lo più maturandi dell’anno scolastico 2024/25: i risultato ci raccontano che più della metà degli studenti non si sente per nulla pronto ad affrontare il mondo del lavoro (54%). Un giovane su 5 non sa in che direzione andare nel suo futuro. Solo il 7% dei neodiplomati è invece consapevole dell’importante scelta che andrà a compiere dopo l’esame.
Ma a livello pratico, così significa orientamento per i ragazzi di oggi? Per il 78% di loro rappresenta ancora un’attività da seguire unicamente durante le ore scolastiche. Il risultato, tuttavia, non sembra essere ottimale: solo il 3% degli studenti considera l’orientamento scolastico come “ottimo”, il 35% lo definisce appena “sufficiente” mentre il 26% lo giudica pessimo.
Quello di cui avrebbero bisogno gli studenti, sono incontri diretti con professionisti che possano far scoprire loro quali interessi o capacità possano sviluppare. Quali discipline e settori preferiscano. Anche le reali opportunità lavorative per ogni percorso sono un punto fondamentale da comprendere per i giovani, tanto che l’orientamento tradizionale viene considerato inadeguato. Servirebbe un orientamento più mirato e soggettivo, in grado di stimolare risposte e feedback, non dovrebbe mirare solo a suggerire un percorso piuttosto che un altro, ma supportare i ragazzi a porsi le domande giuste, ad aiutarli nel cambiamento nella fase di transizione dalla scuola al mondo del lavoro.
A mancare spesso sono prima di tutto le informazioni: quasi la metà dei giovani (49%) dichiara di non
avere abbastanza informazioni, mentre il 41% pensa di non possedere le competenze necessarie, sia a livello tecnico che relazionale. Si deve ricordare, e lo sottolinea anche lo studio, che scegliere il proprio percorso futuro ha anche molto a che fare con la propria emotività e il proprio sentire, spesso non ci si sente pronti o abbastanza “in gamba”: la fiducia in se stessi rappresentare un ostacolo importante: il 40% degli intervistati confessa di avere poca autostima e il 28% non sa nemmeno come iniziare a cercare lavoro.
Sempre più spesso si parla delle nuove generazioni toccate da un profondo senso di ansia e insicurezza riguardo al proprio futuro, giovani a volte smarriti e disorientati. A dominare tra i ragazzi sembra essere il sentimento dell’ansia: 6 ragazzi su 10 dichiarano di viverla pensando al domani, seguita da confusione (54%) e, in terza posizione, speranza (41%). Un generale senso di negatività, dato in pochi si sentono motivati (28%) o felici (12%). “Provo un senso di nostalgia e paura allo stesso tempo che mi opprime il cuore – ha raccontato una studentessa intervistata -, ho paura di non essere all’altezza, di quello che studio, delle aspettative degli altri e persino di me stessa”.
Un giovane su 5 dice che non ha ancora trovato una risposta alla fatidica domanda sul futuro. Le aspirazioni professionali spesso si scontrano con la percezione di quanto siano realmente raggiungibili: anche se il 51% crede che il lavoro dei sogni possa essere ottenuto con impegno, il 19% degli intervistati in realtà crede che raggiungere certi obiettivi sia impossibile senza i contatti giusti. Il 6% lo considera addirittura un’utopia e il 13% non ha un lavoro dei sogni o non sa cosa desidera fare.
Quando si chiede ai neodiplomati cosa faranno dopo la scuola, 6 su 10 continueranno a studiare, mentre circa 2 su 10 affiancheranno allo studio un lavoro, e una minoranza (8%) dichiara di voler entrare subito nel mondo del lavoro. Un 10% non ha ancora preso una decisione.
Quello che emerge fortemente dallo studio è che si tratta di un processo e di un percorso molto complessi perché orientamento non significa solo capire “cosa fare da grandi”, significa prima di tutto capire che persona si è e che tipo di direzione si voglia prendere nella vita (78% degli intervistati).