Orizzonti futuri

Veneto, un nuovo presidente di Regione, ma che farà per la formazione?

Cambio al vertice: ecco cosa prevede il programma del governatore più giovane d'Italia, dagli ITS agli interventi per anticipare i fabbisogni delle imprese

Alla guida del Veneto, dopo le regionali di fine novembre, c’è Alberto Stefani, il candidato presidente per la coalizione di centrodestra che guiderà la Regione dopo la lunga era Zaia.

Stefani, nato a Camposampiero, in provincia di Padova, il 16 novembre 1992, è laureato in Giurisprudenza a Padova. Dopo una precoce carriera, che lo ha visto a 26 eletto sindaco di Borgoricco e nel 2022 rieletto deputato, dal 2023 è segretario regionale della Lega Veneta e dal 12 settembre 2024 vicesegretario federale della Lega.

Quali sono gli obiettivi del neogovernatore in materia di formazione e lavoro, due importanti cardini della vita regionale? E che aspettative può nutrire il sistema della Formazione tecnologica superiore che da quelle parti è piuttosto forte e strutturato?

Come si poteva leggere nel programma di Stefani, “sul fronte dell’alta formazione tecnica, verrà mantenuto il sostegno agli ITS Academy, ampliandone l’offerta, rafforzando la coerenza con i fabbisogni emergenti e incoraggiando la loro integrazione nella nuova filiera tecnologico-professionale”.

Più interessante, nell’ottica del discorso integrazione che è anche al cuore del 4+2 e quindi della connessione tra its e istituti tecnici e professionali, il riferimento alla volontà di “trasformare le
scuole professionali in veri e propri “Innovation Hub” territoriali, aperti alle imprese e alle comunità locali”
, che dovrebbero rappresentare i contesti giusti per sperimentare nuove tecnologie e modelli didattici avanzati. Nel programma di Stefani si legge anche che la scommessa su modelli innovativi passerebbe anche dall’introduzione di incubatori scolastici per startup, promuovendo strumenti di orientamento basati sulla gamification, e sperimentando micro-credenziali rilasciate da imprese, per rafforzare il legame tra apprendimento e lavoro.

Si sa che una buona riuscita in termini di scelte a monte, dipende dall’orientamento; su questo fronte, la promessa è di renderlo “sempre più capillare e integrato, non solo per studenti e genitori, ma
per l’intera Comunità educante”
: si coglie un aspetto importante ma non si dice come.

Altro tema da aggredire, quello del mismatching delle competenza: in una deliberazione della giunta in materia di approvazione di un avviso pubblico dello scorso anno, si poteva leggere come “secondo il rapporto del Centro Studi Confindustria Veneto, le professioni legate all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione – come esperti di intelligenza artificiale, analisti dei dati, specialisti in cybersecurity, cloud computing, e marketing digitale – rappresentano una fetta sempre più rilevante delle richieste di lavoro. Tuttavia, il 56,3% delle posizioni digitali avanzate resta vacante, a causa del divario tra le competenze disponibili sul mercato e quelle effettivamente necessarie alle imprese”.

Cosa farà in merito la nuova presidenza?

Nel programma, dove viene riconosciuto il tema della difficoltà di reperimento per metà delle assunzioni che avvengono in generale sul suolo regionale e, in una logica di correzione di questo andazzo, si parla di interventi in maniera “strutturata” su due fronti, ovvero l’anticipazione dei fabbisogni delle imprese, “investendo in analisi predittive delle competenze richieste” e del rilancio della formazione tecnica e professionale, “anche con una narrazione rinnovata che restituisca dignità e prospettiva alle competenze operative e tecnologiche“.

Tra quelle che vengono ritenute le grandi sfide dei prossimi anni, figura “l’introduzione di un sistema di allerta precoce sulle crisi settoriali” e il potenziamento delle misure straordinarie per i settori in crisi, in cui rientrano ambiti molto importanti anche per il mondo della formazione tecnologica-superiore, ovvero moda, automotive, conciario, legno-mobilio, al fine di promuovere strumenti per favorire la riconversione industriale.

La valorizzazione del capitale umano ha senso anche in una logica di attrazione degli investimenti perché “i nostri giovani devono essere il motivo per cui un’impresa sceglie di investire in Veneto”. Per questo, verranno “sviluppati “Talent Hub” regionali, luoghi sia fisici (campus universitari, spazi di co-working,
laboratori, ecc.) che virtuali (piattaforme online per lo sviluppo di competenze e collaborazione, ecc.), con l’obiettivo di formare competenze chiave, con particolare attenzione alle discipline STEM e alla piena
partecipazione delle ragazze”.

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Redazione TuttoITS
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