I grandi temi contemporanei

Tecnologia e instabilità geopolitica, cosa preoccupa i lavoratori in Europa

Il sentiment dei professionisti rispecchia un mondo in affanno ma anche una discontinuità più generale col passato

Una vita lavorativa soddisfacente ed appagante, che rispecchi le aspettative e permetta di vivere dignitosamente: è l’obiettivo di tutti, anche di coloro che si formano in un Its e si affacciano, forse ancora prima di altri, al mondo del lavoro. Ma poi la realtà funziona un po’ diversamente, e dobbiamo fare i conti con il mondo circostante. Un mondo sempre più condizionato da crisi economica, da guerre e conflitti e geopolitici. L’inflazione picchia forte, soprattutto su quel ceto medio che in Italia esiste ancora.

Le preoccupazioni dei futuri lavoratori si fanno sempre più presenti, come racconta anche un nuovo rapporto di LiveCareer, servizio dedicato allo sviluppo professionale e alla creazione di CV: inflazione, precarietà lavorativa e pessimismo economico stanno cambiando le scelte di carriera e il benessere finanziario in Europa. Il sondaggio non riguarda solo l’Italia, ma in tutto 1000 lavoratori anche di Germania, Francia e Spagna che, pur vivendo in Paesi diversi, raccontano di un disagio e una pressione sempre più crescenti tra i lavoratori odierni. Studiare per molti anni, impegnarsi dando il proprio meglio non sempre paga, la meritocrazia in molti ambiti resta complessa da ottenere.

Quali sono le preoccupazioni più significative dei giovani oggi, quando si parla di lavoro?

Sicuramente l’instabilità politica o globale la fa da padrone (34% degli intervistati), affacciarsi a un mondo adulto attanagliato conflitti, dazi, rapporti extra-nazionali complessi porta spesso a un senso di impotenza sul proprio futuro difficile da gestire. Per il 24% degli intervistati a pesare è poi il pensiero delle future spese sanitarie e assicurative, tutta una serie di diritti che stanno diventando sempre più costosi, con un sistema sanitario spesso in tilt. Inutile poi dire che per la maggior parte dei giovani d’oggi sia diventato quasi impossibile mettere soldi da parte, il caro vita commisurato ai bassi stipendi, soprattutto in Italia, non permettono di aver da parte quel necessario utile a sentirsi tranquilli, quello che invece le generazioni più vecchie sono riuscite a ottenere. Si aggiungono poi i timori di eventuali licenziamenti, a causa di contratti lavorativi sempre più precari, uniti all’incapacità di riuscire a gestire le spese di affitti sempre più alti. E poi la cara vecchia meritocrazia, in noma della quale si studia per anni e anni ma che poi non viene riconosciuta a livello contrattuale e remunerativo. Non solo, meritocrazia significa anche essere spronati e motivati nel fare al meglio quello che ci compete, e alcuni ambienti di lavoro diventano trappole, non più trampolini di lancio.

Un altro tema importante è che il lavoro stesso si sta evolvendo, la tecnologia corre più veloce dell’uomo e lo sa bene chi entra a far parte del mondo Its. Alcune mansioni molto specializzate sono complesse da imparare, e poi c’è l’avvento dell’intelligenza artificiale che, soprattutto in alcuni ambiti, rappresenta una vera e proprio rivoluzione. Ad essere preoccupato il 44% degli intervistati, ma solo il 12% sta investendo sulla formazione. Questo fa capire quanto poco si consideri cruciale imparare a comprendere i nuovi meccanismi di intelligenza artificiale, che vengono spesso sottovalutati o lasciati da parte.

I numeri parlano chiaro: solo il 18% degli intervistati afferma che il proprio stipendio abbia tenuto il passo con l’inflazione. Ogni terzo partecipante (il 34%) ammette di non farcela. Addirittura quasi il 40% prova ansia legata al denaro ogni settimana o tutti i giorni. Il 69% degli studenti dubita che l’impegno lavorativo garantisca sicurezza economica. Il precariato contrattuale, che spesso si protrae anche oltre i 40 anni, sicuramente non aiuta. E poi uno tra i dati più significativi: il 59% ha ridotto le spese superflue, e uno su quattro (il 26%) ha tagliato anche su beni primari come cibo o utenze. Se la coperta è corta da qualche parte bisogna pur tagliare, ma una riflessione va fatta su quanto sia complesso per i nuovi lavoratori, ragazzi e ragazze che hanno studiato e sono preparati, gestire il proprio futuro.

Condividi questo contenuto:

Valeria Tuberosi
Iscriviti alla newsletter di TuttoITS
Con l’iscrizione al servizio dichiaro di accettare le Informazioni sulla Privacy.