A inizio autunno, la Fondazione Accademia Italiana della Marina Mercantile aveva annunciato il rinnovo della convenzione con il NATO’s Centre for Maritime Research and Experimentation (NATO-CMRE) a La Spezia, a due anni dalla firma del Memorandum of Understanding tra i due istituti. Come aveva indicato all’epoca la Fondazione, gli Allievi dell’Accademia, iscritti ai corsi ITS gratuiti della fondazione più grande d’Italia in questo contesto, “partecipano regolarmente agli imbarchi in stage su Nave Alliance, unità polivalente di ricerca che svolge sia attività di sperimentazione a cura del CMRE, sia attività idro-oceanografiche a favore dell’Istituto Idrografico della Marina”.
Quando formazione e ricerca internazionale si incontrano nascono opportunità che possono cambiare le prospettive dei giovani. Lo conferma il Capitano Andrea Iacono, Ship Manager del NATO Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE) di La Spezia, intervistato da TuttoITS Academy.

Dal suo punto di vista qual è il valore strategico della partnership con un ITS come l’Accademia della Marina Mercantile?
Ratificato nel luglio 2023, l’accordo sancisce la volontà della FAIMM e del CMRE di investire nelle risorse umane e nella formazione della futura generazione di professionisti del settore marittimo. La collaborazione permette agli allievi di svolgere stage specialistici nell’ufficio Marine Operations e a bordo delle navi di ricerca NRV Alliance e CRV Leonardo, offrendo un’esperienza unica nella fase di transizione verso il mondo del lavoro. Quando un’eccellenza formativa italiana come l’Accademia collabora con un’istituzione internazionale come il CMRE, entrambe rafforzano visibilità e prestigio nel panorama marittimo globale.
Si pensa spesso che queste siano opportunità soprattutto per gli studenti. Ma per voi, cosa apporta la presenza dei giovani nelle attività quotidiane?
Per un ente internazionale come il nostro è essenziale attingere all’energia delle nuove generazioni. I giovani portano entusiasmo, idee e metodologie fresche, contribuendo al miglioramento continuo dei processi. Durante lo stage partecipano alla manutenzione quotidiana e programmata delle navi e alle attività dell’ufficio di Ship Management, sempre sotto supervisione. Si genera così uno scambio virtuoso: gli studenti acquisiscono competenze reali, mentre noi beneficiamo della loro motivazione e del loro approccio innovativo.
Guardando al futuro, immaginate evoluzioni della collaborazione oltre agli stage?
L’Accademia offre un insieme ampio di percorsi ITS dedicati al settore marittimo, sia per ruoli a bordo sia per posizioni a terra. Il nostro contributo attuale è far conoscere agli allievi il mondo delle navi da ricerca, un settore di nicchia poco esplorato. Questa sinergia può rafforzare il legame tra formazione e ricerca, aprendo nuove prospettive professionali e avvicinando gli studenti a tecnologie avanzate. In futuro potremmo diventare partner anche nella didattica, contribuendo a moduli specialistici basati sulle competenze del Centro.
Quali competenze tecniche e trasversali notate maggiormente negli allievi?
Il livello tecnico cambia in base al momento del percorso in cui gli studenti svolgono lo stage: chi lo affronta a fine ciclo è naturalmente più preparato. Sul piano delle soft skills emergono rapidità di apprendimento, flessibilità, curiosità e un approccio proattivo, qualità essenziali in un ambiente ad alta tecnologia come il nostro. È motivante vedere la nuova generazione di leader marittimi crescere, mostrando dedizione e voglia di migliorarsi.
Un consiglio per gli studenti che desiderano lavorare in questo settore?
Il settore marittimo racchiude molte figure professionali interconnesse. Per distinguersi non basta studiare il mare: bisogna dimostrare di saperci lavorare. Servono basi scientifiche solide unite a esperienze reali, perché l’ambiente marino è complesso e imprevedibile. Ogni occasione pratica è un valore aggiunto. Passione, curiosità e voglia di mettersi in gioco sono gli elementi che permettono allo studente di consolidare il proprio percorso e fare la differenza.
Qual è l’impatto di questa sinergia sul territorio ligure e sul sistema marittimo italiano? Contribuisce anche a trattenere i talenti?
Questa collaborazione permette agli allievi di acquisire competenze specifiche e ampliare le proprie prospettive, anche verso la ricerca marina, sia a livello internazionale sia nelle realtà scientifiche presenti in Liguria. Con il suo sistema portuale variegato — dal diporto al mercantile fino alle crociere — la regione rappresenta un contesto ideale per il loro futuro professionale. La partnership non è solo formazione: è un valore aggiunto per il territorio e una risorsa per l’intero sistema marittimo italiano.
Le vostre ricerche hanno ricadute anche sul mondo civile. Può farci un esempio concreto?
Le attività scientifiche svolte a bordo producono dati preziosi anche oltre l’ambito militare. Un esempio evidente è la raccolta di dati oceanografici ad alta risoluzione, utilizzati per aggiornare le carte nautiche e migliorare i modelli meteo-marini. Molte informazioni vengono condivise con la comunità scientifica per studi ambientali e valutazioni di impatto. Gli allievi, lavorando fianco a fianco con il nostro personale tecnico, acquisiscono così una conoscenza scientifica che supera le esigenze operative della nave.














