Novanta giovani, dieci aziende, un unico obiettivo: tradurre l’intelligenza artificiale generativa e la sostenibilità in soluzioni concrete per il mondo del lavoro. La B. Future Challenge 2025, conclusasi il 6 novembre negli spazi di Osteria Grande (Bologna), ha dimostrato che il ponte tra formazione tecnica superiore e innovazione d’impresa è una realtà misurabile: oltre 2.500 ore di progettazione, venti mentor aziendali, progetti che dalle aule sono arrivati dritti nelle strategie operative di gruppi come Amadori, Aruba, Gruppo Hera e NTT DATA.
Il dato che colpisce è la provenienza dei partecipanti: il 56% è arrivato da fuori Emilia-Romagna, confermando la capacità della regione di attrarre talenti su scala nazionale. Si tratta di profili selezionati attraverso quasi 4.000 interviste condotte con gli strumenti di people analytics di CRIF, organizzatore della Challenge insieme alla Fondazione Adriano Olivetti, con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Città Metropolitana di Bologna.
Progetti per problemi veri
Niente esercitazioni teoriche. Le dieci sfide proposte dalle aziende partner affrontavano nodi strategici reali. Amadori cercava soluzioni per ottimizzare lo stock management riducendo gli sprechi attraverso l’AI. Aruba voleva ripensare l’integrazione dei data center nel tessuto urbano. Camst Group interrogava i team sulla ristorazione capace di intercettare i gusti dei Millennials. CRIF chiedeva di immaginare servizi ai cittadini potenziati dall’intelligenza artificiale, mentre Gruppo Hera puntava sull’economia circolare.
Le sfide più avanzate toccavano frontiere tecnologiche di stretta attualità: NTT DATA ha proposto l’esplorazione dell’Agentic AI per trasformare l’esperienza dei dipendenti, Var Group ha chiesto sistemi agentici per decisioni complesse, VEM Sistemi ha lanciato la sfida dell’onboarding aziendale (cioè accogliere, formare e integrare efficacemente i nuovi dipendenti) integrato con l’AI. Quest’ultima è stata vinta dal team autore di “FormidHub: Il futuro dell’apprendimento aziendale“, premiato con 2.000 euro.
Gli ITS protagonisti dell’ecosistema innovativo
La seconda edizione della Challenge ha segnato l’ingresso strutturale degli Istituti Tecnologici Superiori nel cuore del progetto. ITS Olivetti, partner dell’iniziativa, ha proposto la creazione di una piattaforma sicura, intelligente e inclusiva per la formazione tecnica: la “ITS Talent Platform“.
“La Challenge è fondamentale per individuare talenti e permettere loro di inserirsi nel contesto industriale e formativo della nostra Regione”, ha spiegato Gaudenzio Garavini, presidente della Fondazione ITS Academy Adriano Olivetti. Un’affermazione che trova riscontro nei fatti: al termine della competizione, tutti i partecipanti hanno avuto accesso a colloqui con le aziende sponsor e altre realtà del territorio.
Il coinvolgimento degli ITS rappresenta il riconoscimento che la formazione tecnica superiore produce competenze immediatamente spendibili, particolarmente preziose in ambiti come l’intelligenza artificiale applicata e la transizione sostenibile.
Il valore strategico per le imprese
Per le aziende, la Challenge è un investimento. “Il dialogo con le nuove generazioni è una leva strategica per generare idee fresche e anticipare i trend del futuro”, ha affermato Simona Durante di CRIF. Un concetto che Loretta Chiusoli, Managing Director di BOOM (il Knowledge & Innovation Hub di CRIF) e Group Chief HR & Organization Officer, ha tradotto in termini di competitività territoriale: “La vera valorizzazione passa dalla capacità di attrarre e trattenere il capitale umano innovativo. Questo è un punto di incontro che trasforma le idee in progetti ad alto impatto locale”.
Rosanna Rapisarda di NTT DATA Italia ha sottolineato la dimensione pratica: “L’iniziativa ci permette di offrire ai giovani esperienze su progetti aziendali reali e temi innovativi come l’Agentic AI, creando un ponte autentico tra università ed impresa”.
Anche le istituzioni riconoscono il modello. Giovanna Trombetti, dirigente dell’area sviluppo economico e sociale della Città metropolitana di Bologna, ha definito “strategiche” le alleanze pubblico-private per attrarre e trattenere alte professionalità, citando progetti come BIS – Bologna Innovation Square.
Metodologia e risultati misurabili
Il format ha adottato metodologie di open innovation: i team hanno lavorato supportati da mentor aziendali formati sulla “Lean Startup“, permettendo di sviluppare dieci progetti finalisti presentati in un evento conclusivo di due giorni. L’approccio ha garantito che le soluzioni proposte fossero non solo creative ma anche implementabili.
La terza edizione, già annunciata per il 2026 con apertura delle candidature aziendali a gennaio, amplierà i temi: accanto all’AI generativa, entreranno la green transition e il benessere organizzativo, ambiti in cui la contaminazione tra visione giovanile e strategie d’impresa promette sviluppi significativi.














