Storie di territorio, ma anche specchio delle sfide più generali che investono le piccole e medie imprese italiane: sono quelle delle aziende che partecipano al progetto Upskill, promosso da Fondazione Cariverona e Upskill 4.0, lo spin off dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Entro l’autunno, ventuno realtà imprenditoriali di Verona, Vicenza e Mantova introdurranno un elemento di novità per potenziare il business e guardare al futuro con un nuovo approccio. A favorire questi obiettivi, l’incontro e lo scambio con gli studenti degli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori.
I progetti che gli studenti svilupperanno incideranno su bisogni reali e concreti delle aziende che puntano, in alcuni casi, a cambiamenti più profondi e legati al medio-lungo termine. A Verona, sette sono le realtà che hanno ottenuto l’accesso al progetto: operano, come prevedeva il bando, nell’ambito dell’artigianato, del made in Italy, del turismo e delle proposte culturali legate alla valorizzazione del territorio (guarda le storie raccontate in prima persona dai titolari delle imprese).
Tra nicchia e grande mercato
L’Officina Dario Pegoretti è attiva in un settore di nicchia, quello della produzione di telai di bici: la personalizzazione del prodotto e l’e-commerce testimoniano la volontà della piccola impresa artigiana di presidiare il mercato con grande attenzione ai bisogni specifici del suo target. Con il supporto di Upskill, l’azienda punta ad automatizzare alcuni processi produttivi, cercando la giusta sintesi tra tecnologia e know how artigianale.
Non manca la tecnologia nel perimetro di Stampomeccanica, che produce stampi per la deformazione a freddo della lamiera con tre tipologie di prodotti (manuali, progressivi, a transfer) destinati ad aziende di diversi settori. Con il supporto degli studenti degli ITS, l’impresa punta a migliorare la sua presenza online, valorizzando il racconto dei processi produttivi. Lo scopo è ottenere una maggiore visibilità per agganciare nuovi contatti commerciali nell’era post pandemica.
La moda e il design del futuro
Operano invece nel mondo del design e della moda Progetto Quid e Càpe.
Anna Fiscale ha lanciato Quid nel 2013: la cooperativa recupera tessuti di eccedenza e li trasforma in capi per edizioni limitate. Continuando a esplorare le potenzialità dell’upcycling, Progetto Quid vuole creare una linea di piccoli accessori con gli scarti di pelle e denim, sviluppando inoltre un configuratore per simulare i potenziali prodotti. Progetto Quid vuole standardizzare i processi per approdare al prodotto finito, eliminando i costi e i tentativi falliti.
Nicoletta Baldo, creative di Càpe Concept, azienda che produce capi in Econyl (un nylon sostenibile), punta invece a creare una capsule collection composta da tre capispalla dal design genderless e modulare. La sostenibilità di prodotto sposa un’attitudine fashion decisamente contemporanea, che intercetta i bisogni del pubblico attuale: prodotti pratici, comodi e scomponibili, che impattano poco sul pianeta.
Il tema dei materiali si impone anche per Reverse, studio di architettura di interni e laboratorio di produzione artigianale che da sempre mette al centro il basso impatto ambientale con acquisti a km zero e uso di legno da filiera certificata o di recupero. Con Upskill, continuerà la ricerca di legni a minor impatto sull’ambiente. Ma adoperando gli stessi macchinari, Reverse vuole introdurre altri materiali riciclati, non solo legnosi, per produrre allestimenti per negozi ed eventi temporanei.
Obiettivi da gamechanger
Esigenze molto specifiche, infine, quelle di Infermentum e Tenute Francesco Righetti.
Infermentum è una pasticceria artigianale che a Verona produce dolci lievitati. Con il supporto di Uspkill vuole strutturare una strategia go to market per un apparecchio in fase di prototipazione che facilita la gestione della lievitazione attraverso il monitoraggio e il settaggio delle temperature. Idea ambiziosa, che deve approdare a un livello successivo per diventare, nelle intenzioni dei fondatori, un vero e proprio gamechanger in questo segmento.
L’interesse per gli aspetti produttivi è presente anche nella sfida progettuale di Tenute Francesco Righetti che, in collaborazione con la famiglia Campagnola, gestisce l’azienda agricola Roccolo del Lago. In questo caso l’ambizione è far conoscere ed apprezzare al pubblico gli aspetti della produzione vinicola, grazie alla creazione di tour virtuali dei vigneti biologici e della cantina: il fascino del fattore backstage non tramonta mai e serve a creare una fidelizzazione più consapevole e decisa.