Hanno in mano una o più idee per guardare al futuro, ma soprattutto, confrontandosi con saperi e competenze diverse, hanno maturato una consapevolezza nuova che le accompagnerà, in ogni caso, nelle sfide che verranno. Il riferimento va alle aziende che hanno preso parte alla seconda edizione di Upskill che, lanciata lo scorso marzo, ha coinvolto dodici realtà produttive e oltre 50 giovani di tre ITS (ITS Academy LAST di Verona, ITS FITSTIC di Bologna e ITS Servizi alle imprese di Roma) e due atenei (Università di Ca’ Foscari Venezia e Università degli Studi di Padova).
Dopo un percorso di confronto e co-progettazione, i dodici prototipi sono stati presentati – lo scorso 4 giugno – presso il Centro Congressi della Camera di Commercio di Verona, segnando quindi il capitolo finale della seconda iniziativa di innovazione collaborativa promossa da Fondazione Cariverona e Upskill 4.0, spin-off dell’Università Ca’ Foscari Venezia.
Per le realtà economiche e sociali che hanno partecipato, un percorso nuovo può partire proprio dall’applicazione delle soluzioni destinate, potenzialmente, a creare un impatto concreto sulle attività ma anche su dinamiche più larghe e trasversali. Lo conferma Edoardo Garonzi, referente Ufficio Progettazione Cooperativa Sociale il Ponte, realtà che dal 1988 promuove attività di carattere sociale, educativo e culturale sul territorio di Verona. La partecipazione all’iniziativa porterà in dote alla Cooperativa un nuovo videogioco collaborativo per gli studenti. Un tool su cui investire e che arriva nel momento giusto, in termini di possibilità concreta. “Come cooperativa siamo impegnati nei servizi educativi e quindi con le nuove generazioni. Siamo continuamente alla ricerca di metodi innovativi per gestire i gruppi, le attività pedagogiche. Inizialmente, l’idea era quella di creare una piattaforma su cui divulgare contenuti e creare una comunità online, oltre a quella fisica. L’idea è stata un po’ modificata nel corso del tempo, parlando sia con i tutor di Upskill, sia con gli studenti che abbiamo incontrato, a seguito di un’analisi dei bisogni. La piattaforma è diventata un videogioco che però è un sistema integrato più complesso, comprensivo di quiz per parlare delle conoscenze apprese dopo le attività di gruppo. C’è anche la possibilità di realizzare un podcast, in futuro, sulle attività che trattiamo“.
Margini importanti restano per “affinare il metodo di coinvolgimento attraverso il videogioco e renderlo realmente collaborativo, partecipativo. Quest’estate ci lavoreremo insieme ad Upskill, per poi adottare la soluzione nei nostri servizi a partire dall’autunno/inverno. Siamo anche alla ricerca di finanziamenti per ampliare il prototipo“.
I prototipi, talvolta, si rivelano una sintesi onesta tra idee pregresse e opportunità puntuali e, a rendere possibile il risultato, è l’innesto di competenze spesso assenti alla fonte. “C’erano già queste idee, soprattutto sviluppate negli ultimi cinque anni grazie a nuovi educatori ed educatrici più giovani, che hanno dimestichezza con il mondo dei videogiochi. Realizziamo laboratori per parlare di videogiochi, di rapporto con il web, di dipendenze, anche quella da smartphone. Upskill è arrivato in un momento molto fertile per noi, ci mancava tutta la competenza tecnica per sviluppare i tool, quindi abbiamo colto al volo l’occasione. Bisogna trovare le risorse per portare avanti il progetto. Ci piacerebbe avere personale educativo, con delle conoscenze pedagogiche, che abbia anche uno sguardo verso la programmazione o il web design. Ma lavorando spesso in rete tra clienti siamo ben contenti di creare nuove relazioni, come ad esempio quella con Upskill“.
Non si occupa di social, ma incide con i suoi prodotti sul benessere di molti, una realtà come Pasticceria Cassandrini, che a Zevio è un punto di riferimento per il takeway e delivery di pasticceria artigianale. L’iniziativa restituisce a questa impresa, in proiezione, una web app, una nuova comunicazione online ed esperienze offline attraverso un pop-up store. Francesco Cassandrini scommette in particolare su quest’ultimo: “La proposta del pop-up store su due ruote mi ha colpito subito. Potrebbe avere un futuro. È un primo step per far conoscere la nostra proposta sul territorio, ancora di più di adesso, non siamo una startup. Ma il pop up store potrebbe dare una spinta in più alla brand awareness. Il secondo step potrebbe essere quello di ampliare la vendita oltre la provincia di Verona tramite web app o l’e-commerce. Sono tutte idee“.
Cassandrini rintraccia il plus di Upskill, e dei suoi partecipanti, nell’estro: “La creatività di questi giovani è stata a valore aggiunto per tutta l’esperienza. Non sapevo neanche esistessero iniziative così. Adesso dovrebbe partire la fase di follow-up. Vediamo cosa può nascere“.
Tra le aziende che hanno partecipato nel veronese, figurano anche la falegnameria Lorenzo Borsarini di Asparetto, specializzata in restauro di mobili antichi e produzioni in stile anticato, e Camplin, che dal 1983 produce il Peacot originale della marina militare britannica a Monteforte D’Alpone. Un contest rivolto ai giovani, per avvicinarli al mondo della falegnameria, è il prototipo destinato alla prima, mentre, per la seconda, la soluzione individuata è un’analisi web dettagliata per comprendere la percezione del brand e individuare nuovi segmenti di mercato.
Il follow-up saprà dire molto altro sulle modalità con cui le aziende scommetteranno sui progetti. Progetti che, come dichiarato dal direttore generale di Fondazione Cariverona Filippo Manfredi, “dimostrano che l’innovazione nasce sempre dall’incontro e dalla contaminazione tra idee, saperi e competenze diverse. La stretta collaborazione tra giovani degli ITS e delle università, da una parte, e imprenditori, anche sociali, dall’altra, ha dato vita a soluzioni efficaci e originali, che possono innescare nuovi percorsi di crescita per il futuro.
Come Fondazione, siamo convinti che la costruzione di sinergie inedite sia una chiave di volta essenziale per rilanciare lo sviluppo dei nostri territori”.