TuttoITS x Fondazione Cariverona

Upskill continua e arriva a Belluno e Ancona

Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona, annuncia il prosieguo dell’iniziativa, dopo l’esperienza su Mantova, Verona e Vicenza che ha connesso il mondo delle imprese con quello della formazione tecnica superiore

In collaborazione con: Fondazione Cariverona

Con il progetto Upskill, Fondazione Cariverona ha creato una connessione tra il mondo degli Istituti tecnici superiori e numerose realtà, profit e non, dei territori di Verona, Vicenza e Mantova, come abbiamo raccontato in questi mesi. L’obiettivo era sostenere il rilancio e la sostenibilità di iniziative economiche che vertono sui territori a cui la fondazione si rivolge. La valorizzazione del capitale umano e l’opportunità data ai giovani tecnici degli ITS ha rappresentato un asse decisivo del progetto ed è espressione, più generale, di uno negli obiettivi strategici che ha orientato la programmazione del piano triennale 2020-2022 e la corrispettiva ripartizione delle risorse (assieme a altri importanti pillar, come la cura dell’ambiente e valorizzazione dei territori e innovazione sociale e benessere a favore di comunità coese e inclusive). Ma, come conferma a TuttoITS Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona, il progetto Upskill continuerà e il mondo della formazione resterà centrale nei progetti a venire: l’11 novembre, in occasione dell’evento Sìamo il Futuro, sarà presentato a Verona il documento di programmazione pluriennale 2023-2025. Un’ulteriore occasione per approfondire possibilità e prospettive con Manfredi, alla guida della fondazione da poco più di un anno e in passato già direttore generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. 

Manfredi, che bilancio stila per il progetto Upskill, arrivato di recente al suo epilogo?

Abbiamo lanciato questo progetto, anche per seguirne da più vicino lo sviluppo, a Verona, Mantova e Vicenza. In pochi mesi, da maggio a ottobre, il lavoro si è concluso su queste tre province. Con la stessa metodologia, con le stesse modalità e con il supporto di Upskill 4.0, lo lanceremo a breve su Belluno e Ancona. Siamo soddisfatti perché abbiamo visto il coinvolgimento di numerosi ITS, non solo dal Veneto, ma anche da altre regioni, e c’è stato un coinvolgimento degli Istituti a seconda della competenza. In base alle esigenze, il matching è stato realizzato con gli ITS più idonei. I progetti di formazione applicata sviluppati hanno visto sicuramente il tema del made in Italy, la valorizzazione di capacità e competenze, in particolare nell’artigianato, ma non solo. Lo sviluppo del digitale applicato all’artigianato, con i canali di vendita online, o i processi di gamification per il coinvolgimento del pubblico, in ambito culturale, hanno rappresentato una chance di innovare questi settori. Il secondo grande tema è proprio lo sviluppo innovativo di prodotti e servizi: abbiamo ottenuto risultati che non si potevano prevedere. Gli studenti hanno fatto un ottimo lavoro: l’impatto di queste iniziative lo monitoreremo nei mesi successi. Le aziende hanno espresso bisogni, anche quelle di ambito no profit: se applicheranno le soluzioni lo vedremo nei prossimi mesi, perché ci saranno investimenti. Upskill è stato un esercizio utile per dare soluzioni in tempi veloci. Un altro impatto è per i ragazzi, visto che il tasso di occupazione degli ITS è alto e può essere facilitato anche da questi percorsi di formazione applicata.

Quali sono i bisogni dei territori che non emergono del tutto e che progetti come Upskill, e Fondazioni come la vostra, aiutano a intercettare?

La prima priorità è portare gli attori di un territorio (imprese, centri di ricerca, terzo settore) ad una visione di medio lungo periodo. Ci sono numerose sfide che abbiamo davanti, ad esempio le Olimpiadi che coinvolgeranno molte aree (in Veneto, ndr) che potrebbero trarre visibilità e una quota di investimenti significativa, ma bisogna prepararsi. Ci sono poi i fondi europei, che per sette anni ci saranno opportunità. Riuscire a sensibilizzare i vari attori su queste scadenze, creando progettualità che siano a vantaggio di realtà profit e non profit, è una delle priorità che abbiamo. Una buona intuizione, idea, visione deve poi trovare in maniera pragmatica un coordinamento e la Fondazione può aiutare i territori nel creare connessioni e interconnessioni. La nostra finalità con le azioni esplorative sul mondo della formazione è anche di restare aggiornati sui tempi e facilitare iniziative, come gli ITS, che stanno prendendo campo.

Formazione e impresa saranno al centro della futura programmazione?

Ci stiamo focalizzando sul piano del nuovo triennio, sarà presentato l’11 novembre. Una delle priorità è il capitale umano, per noi è molto importante riuscire a orientare i giovani, e non solo, ai lavori del futuro. Un’altra priorità è l’ambiente. L’emergenza climatica è ben chiara a tutti, vogliamo valorizzare il tema della cura dell’ambiente e della valorizzazione dei territori.

Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona

I progetti dedicati all’ambiente permetteranno di intercettare nuovamente il mondo ITS?

Credo di sì, gli ITS sono istituti tecnici (superiori, ndr): per trovare soluzioni a problematiche ambientali, bisogna dotarsi di professionalità tecniche e chi ha questo tipo di formazione potrà trovare occupazione nelle imprese ma non solo. Si creeranno nuove professionalità, basti pensare al tema delle comunità energetiche che oggi sono una priorità che è importante presidiare.

Prima la pandemia, poi la guerra: ci sono progettualità che hanno risentito di questi impatti?

Di eventi straordinari negli ultimi tre anni ne abbiamo visti tanti. La pandemia sulle progettualità ha comportato principalmente dei rallentamenti, sui progetti di ricerca o nel terzo settore. Il lockdown non ha permesso di dare continuità ad alcune linee che prevedevano la presenza o ai progetti formativi, anche nelle scuole; ci sono state sospensioni e riprese. In termini finanziari, il 2022 è stato un anno disastroso, per tutte le asset class, nessun ambito di investimento andava bene. È evidente che quello che noi possiamo fare risente anche dell’andamento del patrimonio, più il patrimonio è in salute più possiamo erogare e sostenere progettualità. Speriamo che il prossimo futuro ci porti più serenità sul tema della finanza.


Quale sarà l’incidenza dei progetti dedicati alla valorizzazione del capitale umano e delle promozioni di opportunità per i giovani nel prossimo piano triennale?


Non posso dare anticipazioni, ma l’idea è mantenere la continuità sulle priorità, ambiente, capitale umano e comunità che devono essere sempre più inclusive e coese. La ripartizione delle risorse verrà decisa di anno, in anno, non facciamo una stima sul triennio, per il 2023 l’ambito ambiente è prioritario, all’interno di questi budget si fanno ragionamenti sulle allocazioni da fare per ogni priorità.

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