Una collaborazione proficua tra enti locali e imprese radicate sul territorio per affrontare le sfide legate alla transizione energetica e dare un’opportunità ai più giovani: in Toscana esiste un rapporto stretto tra gli Istituti Tecnici Superiori e la geotermia. Nelle scorse settimane a Colle Val d’Elsa (provincia di Siena) sono stati consegnati i diplomi dei corsi Ener tech e Build tech a oltre 30 ragazze e ragazzi. I percorsi sono promossi dalla Fondazione ITS Energia e Ambiente, un istituto ad alta specializzazione tecnologica che prepara tecnici nel settore energetico, ambientale e della sostenibilità.
“Geotermia e transizione ecologica vanno a braccetto con l’ITS, il quale cerca di coniugare la parte lavorativa con quella di studio“, spiega Emiliano Bravi, vicepresidente della Fondazione e presidente del Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche (CoSvig). Quest’ultimo è una società consortile il cui capitale è interamente detenuto da soggetti pubblici. Il Consorzio collabora da molti anni con l’ITS: è uno dei soci fondatori. “I nostri ragazzi quando escono, non solo hanno già fatto dei percorsi in azienda, ma posseggono delle conoscenze che possono essere messe subito in pratica. In questo momento il 94% di chi si diploma è assunto a tempo indeterminato dalle imprese“, aggiunge il presidente di CoSvig.
Molte delle realtà produttive presenti sul territorio hanno a che fare con il settore geotermico. “Magari si pensa spesso alle centrali di Larderello. Ma c’è tutto un indotto legato alla gestione del vapore e del calore. Quest’ultimo viene utilizzato non soltanto per fare energia elettrica ma anche per usi civili, come nel caso delle serre geotermiche“.
Tra i soci della Fondazione ci sono anche Enel green power e altre imprese del comparto. “Non solo ci mettono a disposizione i loro tecnici ed esperti per formare i ragazzi, ma successivamente sono anche in grado di assumerli“, spiega Bravi.
“Noi come ITS abbiamo invertito il rapporto: sono le imprese che ci danno l’input nelle modalità per costruire – di fatto – le conoscenze del ragazzo. Di conseguenza, al momento del diploma, gli studenti sono pronti e formati in base alle necessità e al giro produttivo e gestionale delle imprese. Il rapporto con loro è la base: vogliono partecipare perché in questo modo hanno la possibilità di formare i loro dipendenti del futuro, che poi saranno pronti per essere operativi all’interno delle aziende, perché conoscono le basi“. Il vicepresidente della Fondazione sottolinea che si tratta quindi di un rapporto invertito perché “non è la scuola che prima forma e per poi successivamente fare la seconda preparazione all’interno dell’impresa. In questo caso viene fatta in contemporanea“.
Negli ultimi tre anni il ruolo di Cosvig all’interno dell’ITS è diventato sempre più preponderante. Questo anche su spinta dei soci stessi del Consorzio, cioè i comuni geotermici, le province di Siena e Grosseto e la Regione Toscana. “Ci hanno chiesto di entrare più attivamente nella formazione per intercettare i bisogni del settore specifico“, spiega Bravi. “Il Consorzio lavora su tre province e un territorio molto particolare: vasto e poco abitato. Ci sono moltissimi piccoli comuni che dipendono dalle energie rinnovabili e dalla transizione ecologica“.