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Stena, l’importanza dei dati

I documenti di accompagnamento per il trasporto dei rifiuti rappresentano un adempimento necessario per l’azienda: ecco il racconto di chi se ne occupa giornalmente

  Lavoro

In collaborazione con: Stena Recycling

Le dinamiche connesse al ciclo dei rifiuti, e in particolare quelli elettrici ed elettronici, le era sconosciuto, proprio come accade alla maggior parte dei non addetti ai lavori. Ma per Jessica Guaitoli competenze e consapevolezze sono cresciute, anno dopo anno: la giovane professionista è al lavoro nell’impianto Stena Recycling di Carpi, ma dal 2011, ben prima che arrivasse la filiale italiana della multinazionale svedese (Stena ha acquisito Tred Carpi nell’agosto 2018, ndr).

Nell’impianto in provincia di Modena, Guaitoli si occupa di un aspetto importante nell’ambito di quel processo in diversi stadi che parte dalla raccolta e dal trasporto dei rifiuti per arrivare al trattamento e alla valorizzazione dei materiali in essi contenuti. Guaitoli è responsabile dei Fir: l’acronimo sta per Formulario di identificazione dei rifiuti, il documento di accompagnamento che contiene le informazioni relative alla tipologia del rifiuto, al produttore, al trasportatore e al destinatario.

Come spiega la professionista a TuttoITS, “il mio compito è quello di registrare i formulari, inserendoli nel gestionale in modo da avere la documentazione sui nostri computer. Le colleghe nell’ufficio accettazione si occupano del formulario all’arrivo, poi entro in gioco io. Bisogna controllare che tutti i dati siano corretti in relazione a quello che viene trasportato e conferito nel nostro impianto. La registrazione del formulario avviene sul nostro gestionale e sul portale del consorzio, che quindi viene aggiornato quasi all’istante di tutto ciò che viene conferito nel nostro impianto e ha a disposizione una visione completa dei volumi che girano”.

La gestione dei formulari non si esaurisce solo nella fase di ingresso dei materiali ma ha un ulteriore step in quella di uscita, conferma l’addetta: “Sia in ingresso che in uscita tutto si muove con la documentazione. Il trasportatore viaggia con un documento che indica tutte le specifiche per chi lo riceve. Bisogna fare molta attenzione perché il formulario deve corrispondere a quello che mandiamo fuori”.

Adempiute le operazioni necessarie, come la registrazione sul gestionale o sul portale del consorzio “i formulari vengono poi archiviati nei nostri archivi per il numero di anni necessari, in modo che siano sempre reperibili”.

Guaitoli si occupa di un aspetto burocratico, ma rilevante, del processo che riguarda l’ingresso dei rifiuti e l’uscita dei materiali, e l’attenzione deve restare alta, anche per la mole di documenti gestiti, “almeno 300 alla settimana” per il solo impianto di Carpi.

Lo scorso giugno, come indicato dal Ministero della transizione ecologica, è partita la sperimentazione del RenTri (registro elettronico nazionale sulla tracciabilità dei rifiuti, ndr), il modello di gestione digitale per l’assolvimento degli adempimenti quali l’emissione dei fir per il trasporto, e la tenuta dei registri cronologici di carico e scarico. Il RenTri è suddiviso in due sezioni, anagrafica degli iscritti e sezione tracciabilità, per raccogliere i dati annotati nei registri e nei formulari (gli adempimenti continueranno a essere assolti in formato cartaceo per i soggetti non obbligati a iscriversi al registro, ndr).

Prima dell’ingresso in azienda nel 2011, Guaitoli non conosceva profondamente le dinamiche connesse al riciclo dei Raee e dell’economia circolare: “Avevo appena finito le scuole, era un mondo completamente estraneo, non sapevo cosa ci fosse attorno: per me tutto finiva nel momento in cui il rifiuto veniva conferito all’isola ecologica. Lavorare in un’azienda come questa ti fa comprendere molte cose che prima nemmeno immaginavi. Ora, anche solo andando a comprare un elettrodomestico, ho una visione completamente diversa del percorso che c’è dopo la fine dell’utilizzo di un dispositivo”.

Una visione che potrebbe e dovrebbe crescere anche presso il grande pubblico: secondo i dati di una indagine Ipsos divulgata in occasione della Giornata internazionali dei rifiuti elettronici (14 ottobre, ndr), l’84% degli italiani ha in casa uno o più apparecchi elettronici che non usa più o che non funziona più (9 in media, ndr) e qualche barriere oggettiva si frappone al corretto conferimento (il 23% non conosce la corretta procedura; il 15% ha difficoltà a raggiungere il centro di raccolta, ndr)

Gli italiani continuano a custodire in casa un numero importante di dispositivi elettrici ed elettronici che, non essendo rimessi in circolano, non liberano il potenziale dovuto in termini di recupero di materie prime e materiali utili.

Ma per i dipendenti di Stena non è anomalo, lavorando nel settore, diventare un po’ evangelist in materia tra amici e conoscenti: “Mi è capitato nel corso nel tempo. Un amico ti chiede dove si conferisce un oggetto, ma non ti limiti a dire cosa non deve fare: gli spieghi perché e cosa succede quando un Raee arriva nel nostro impianto”.

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