A volte si entra in azienda, altre no, ma in tutti in casi tirocini e stage rappresentano un’ottima occasione per un primo ingresso nel mondo del lavoro, per una messa alla prova delle proprie competenze e ovviamente per acquisirne di nuove.
Il dibattito sull’utilità di questo strumento è sempre molto vitale, a dimostrazione della sua centralità nel più ampio scenario delle relazioni possibili ed esistenti che strutturano il mondo del lavoro, in Italia e all’estero.
Come ogni rapporto a due, anche quella fra lo stagiaire e l’azienda che lo ospita può essere coronato da successo o rivelarsi un flop, ma è impossibile che da un’esperienza sul campo non nasca nulla di buono. Ripassiamo allora i validi motivi, e le attitudini vincenti, per svolgere un tirocinio e/o un percorso di stage di successo, grazie ai consigli di inJob: con vent’anni di esperienza e la presenza in tre continenti, è una realtà specializzata in ricerca e selezione, somministrazione di personale e servizi su misura nella consulenza Hr e in ambito formazione.
A un primo stage possono seguirne altri: in tutti i casi, alcuni consigli restano validi, anche quando non è più la prima volta.
- Passare alla pratica
Il passaggio dalla formazione al lavoro rivela spesso il gap esistente tra la teoria e la pratica (a meno di non frequentare scuole o istituti superiori che mettono al centro la transizione al lavoro nella loro proposta didattica). Lo stage è quindi l’occasione perfetta, ricorda inJob, per mettere le “mani in pasta”, imparare e capire cosa ci aspetta ogni giorno. Bisogna mettere in conto che non sempre il background teorico ci aiuterà a soddisfare le richieste che arrivano sul campo dall’azienda ospitante. Poco male. Lo stage deve rappresentare la base di partenza per acquisire un know how, il saper fare: il feedback sulla teoria è già maturato sui banchi di scuola o agli esami all’università. - Guardare e imparare
La voglia di fare bene, e di farsi notare, non può mancare. Ma lo stage non è mai solo un’esperienza individuale o egoriferita. Come ricorda inJob, è fondamentale osservare i colleghi, le dinamiche aziendali e i dettagli della quotidianità lavorativa. Sul posto di lavoro, infatti, si impara molto anche per osmosi: ci sarà spesso spazio per le domande, da rivolgere a colleghi e superiori, ma a volte è importante comprendere e analizzare anche il non detto. Un’attenta analisi consente di capire se, oltre che professionalmente, si è a casa anche a livello valoriale. - Farsi avanti con umiltà
Quanto e cosa fare in stage oltre ad assolvere le richieste? Ogni stagista e tirocinante si pone questa domanda: la proattività è un’ottima attitudine, spiega inJob. Ma non dovrebbe mai spingere i colleghi a percepire mancanza di umiltà e impazienza. Farsi avanti e proporre idee e soluzioni è giusto, ma senza comportarsi da assunti. I punti di vista che possono fare la differenza verranno accolti con piacere, soprattutto nelle aziende più illuminate. Ma la spocchia non è mai gradita, nemmeno nei contesti dove prevale un approccio aperto al confronto.
- Accettare consigli e rimproveri
Lo stage è un’occasione per figurare bene ma non mancheranno errori e passi falsi. Bisogna quindi assumersi la responsabilità delle proprie azioni, anche quelle sbagliate: l’errore può essere un’occasione d’oro per porre domande, capire cosa fare e quindi trasformare un passaggio no in un momento altamente formativo. La consapevolezza che si genera dagli errori è superiore a quella che arriva dai complimenti. - Socializzare fa bene
La dedizione al lavoro farà colpo su colleghi e responsabili ma basterà? Lo stage è un momento di crescita anche sul piano personale. Aprirsi agli altri è uno dei mezzi con cui farlo. Le aziende al passo con i tempi non hanno solo sale riunioni, ma anche spazi per favorire le interazioni e i momenti ludici. Non c’è dubbio che aggregarsi ai colleghi nei momenti di pausa e di relax rappresenti un valore aggiunto per lo stagista. E consente ai colleghi di conoscerlo meglio.
- Non confondere gli obiettivi
In alcuni casi, dopo lo stage arriva l’assunzione. Ma non è un automatismo, forse, semmai, un’eccezione. Vale la pena ricordarlo per evitare la frustrazione ma anche per tenere alta l’attenzione: è giusto continuare a guardarsi attorno e, al contempo, a nutrire interessi e coltivare skills. Non è detto che poi che essere assunti sia auspicabile: lo stage aiuta a verificare se le mansioni di cui ci si occupa corrispondono ai propri reali interessi, ricorda inJob.
- Coltivare il network
Lo stage è un’occasione per imparare e apprendere competenze ma anche per creare e strutturare una rete di relazioni e rapporti che può continuare a dare i suoi frutti anche ad esperienza conclusa. Meglio restare in contatto con chi ci ha guidato e aiutato nel nostro percorso di tirocinio, ma anche con gli altri stagisti. Anche le persone con cui abbiamo avuto interazioni limitate possono rivelarsi importanti: magari guidano dipartimenti in espansione o hanno margini di crescita importanti nel contesto aziendale. Meglio aggiungerli a Linkedin, no?