Parma – Sarebbe bello potere parlare di un traguardo, ma forse è più opportuno definirlo un work-in-progress. Quello che Smart Production Solutions – SPS Italia – ha messo in campo nelle sue iniziative nazionali, inclusa la fiera SPS a Parma di questi giorni, è uno sforzo organizzativo e un segno di volontà tanto forte quanto sfidante. Un lavoro che ha raggiunto appieno l’obiettivo di mandare un segnale, mediatico e culturale, ma che allo stesso tempo ha dimostrato con i fatti e con i numeri che il percorso da fare è ancora parecchio lungo.
Stiamo parlando di She SPS Italia, il progetto rivolto a tutto il network SPS e dedicato alla valorizzazione del contributo di esperienze e conoscenze di donne che si occupano di automazione e tecnologie per l’industria, con l’obiettivo finale di colmare quanto più possibile il gender gap. Lo scorso martedì 28 maggio, in particolare, si è tenuto alle Fiere di Parma l’atto conclusivo della terza edizione di She SPS Italia Award, un momento d’incontro con la community in cui sono state premiate le migliori case history raccolte nel corso dell’anno, valutate da una giuria di esperti sui temi di sostenibilità sociale, empowerment, imprenditoria femminile e mentorship. Con la partecipazione, tra le altre, di Claudia Segre, presidente e fondatrice di Global Thinking Foundation, Marina Geymonat, a capo degli AI Laboratory dei Leonardo Labs, e Cristina Oyón, direttrice della tecnologia, innovazione e sostenibilità alla Basque Business Development Agency in Spagna.
Che di iniziative di questo tipo ci sia un gran bisogno è evidente dal contesto. Come accade sostanzialmente in tutte le fiere e le manifestazioni del comparto, la presenza femminile è estremamente bassa, e ancora inferiore se si considerano i ruoli manageriali delle aziende. Tanto che non è raro che i panel di discussione siano sostanzialmente dei manel, in cui la presenza sul palco è esclusivamente maschile, e c’è il rischio concreto che le iniziative a vocazione femminile restino emarginate dal core delle manifestazioni. La presenza femminile in posizioni apicali è così rara da fare notizia, quando se ne individuano dei contesti virtuosi, e in una parte di questi casi non si può fare a meno di notare che si tratta di conduzioni familiari che vengono passate dai genitori ai figli.
Tutto ciò evidenzia ulteriormente la necessità di iniziative come She SPS, che nel contesto fieristico parmense è stata intelligentemente collocata in prossimità della nuova area Education dell’evento, in cui bazzicano studenti e studentesse, persone interessate alla formazione e all’orientamento, e al matching tra mondo educativo e mondo del lavoro.
Un segnale culturale, e programmatico, per sottolineare che nella formazione tecnologica superiore e professionalizzante – e a cascata in tutto il ventaglio delle professioni – la parità sostanziale di genere è un obiettivo condiviso e desiderato, anche se certamente non ancora dietro l’angolo. Un punto d’arrivo a cui lavora anche il comparto degli Istituti Tecnologici Superiori – ITS Academy, e a cui anche TuttoITS dà con piacere il proprio piccolo contributo, non solo in quanto media partner della manifestazione. Perché l’importante è perseverare, soprattutto in un contesto a netta prevalenza storica maschile quale è quello dell’industria dei processi produttivi, dando spazio e voce alle storie d’innovazione, non solo tecnologica ma anche sociale.