TuttoITS x Stena Recycling

Le sfide della manutenzione in Stena Recycling

Giornate ordinarie, altre straordinarie: la vita negli impianti dell’azienda che ricicla Raee è sempre diversa e anche i manutentori devono fare il massimo in nome del comune obiettivo

  Lavoro

In collaborazione con: Stena Recycling

“Sono passato dal produrre rifiuti, dove lavoravo prima, a un’azienda che si occupa di riciclare i Raee”: il destino fa il suo giro quando si tratta di lavoro e così è stato per Nico Guarise, manutentore presso l’impianto di Angiari di Stena Recyclyng.

Prima di entrare in azienda come manutentore era infatti meccanico in un’officina, un luogo dove, lo racconta a TuttoITS, “avevamo una produzione di rifiuti importanti come quella delle componenti elettroniche delle vetture”. Oggi invece lavora in Stena Recycling, che, filiale italiana dell’omonima azienda svedese, si occupa di gestire, trattare e riciclare apparecchiature elettriche ed elettroniche i cui componenti, a fine vita, possono diventare critici per l’ambiente. Altrettanto rilevante, per la mission dell’azienda, il recupero di risorse naturali sotto forma di materie prime secondarie.

Ogni giorno Guarise è al lavoro sulla manutenzione: “Arrivo in azienda alle 7 e faccio un giro per controllare l’impianto di macinazione frigo, occupandomi di manutenzione ordinaria. Do poi una mano alla linea se c’è bisogno. Ci sono giornate con imprevisti e lì cambia tutto. Le esigenze sono varie: nel macinatore, in ambito ordinario, ingrassiamo i componenti ma ad esempio, in casi straordinari, si può rompere un “dente”, allora lo estraiamo, saldiamo uno spessore al posto del componente e aspettiamo che arrivi l’assistenza. La priorità, in caso di guasti, è tenere bassi i tempi di fermo”.

Guarise al lavoro in azienda

La massima attenzione è vitale, per offrire la migliore manutenzione possibile ed evitare problemi perché, ammette l’operaio, “il rischio è sempre presente anche nelle cose che potrebbe essere più semplici. Faccio molto attenzione a seguire le regole per lavorare in sicurezza proteggendo me e gli altri”. A fare la differenza anche il know how di chi ha più anni di lavoro e i giusti attrezzi: “L’esperienza fa tanto, quella che trasmette il più anziano al più giovane. Poi gli attrezzi più nuovi e adeguati, come gli avvitatori per svitare viti e bulloni in posti molto stretti, danno una mano”.

Nel lavoro in Stena, Guarise ritrova l’interesse per la meccanica, che lo ha portato a svoltare rispetto a un percorso di formazione originario diverso e più creativo: “Ho frequentato il liceo artistico professionale, che ti forma per lavorare nell’ambito della grafica digitale, della fotografia, del web. Successivamente mi sono aggiornato per diventare meccanico/meccatronico. Quando si iniziano le superiori non si hanno le idee chiare, poi capisci meglio cosa vorresti fare da grande. Un percorso come il mio lo consiglierei a chi ha una passione come la mia, diversamente meglio studiare e andare avanti”.

In futuro Guarise si vede sempre in azienda, consapevole della peculiarità di un’azienda come Stena sul mercato. Lavorare nel settore dell’economia circolare, come dimostrano altre storie già raccontate, crea una forte consapevolezza e infatti Guarise ammette: Mi sento abbastanza fiero di quello che faccio”.

 La materia prima al centro del core business di Stena non mancherà mai, dopotutto: nel 2021, come indicano i dati del Rapporto di Gestione Raee 2021 (del Centro di Coordinamento Raee), le aziende che si occupano del trattamento di questi rifiuti (sia domestici che professionali) hanno gestito, e quindi avviato a recupero, oltre 510mila tonnellate di rifiuti, il 6,6% in più rispetto all’annata precedente, la cui maggioranza (77% dei volumi trattati) proviene da nuclei domestici. Ma molto resta da fare, indicava il Rapporto perché, se è vero che ad esempio la raccolta di rifiuti provenienti da nuclei domestici è cresciuta del 10% dal 2019 al 2921, il ritardo nella raccolta tende a essere cronico e a scontare una dispersione che offre vantaggi solo a chi opera al di fuori dei canali ufficiali. E poi ci sono gli obiettivi Ue rispetto ai quali il tasso di raccolta italiano è indietro, per diversi fattori: se stando ai dati quello nazionale si attesta al 34,56%, quello Ue, che tiene conto del rapporto tra i Raee raccolti nell’anno di riferimento e la media delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee) immesse sul mercato nei tre anni precedenti, pone la barra al 65%.

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