Come abbiamo ribadito più volte, il diploma ITS è l’unico in grado di assicurare il V livello EQF in Italia. Tuttavia, rimane poco chiaro come questo titolo venga qualificato in Italia nel contesto del mondo del lavoro e quali possibilità di carriera offra concretamente al tecnico superiore.
Per esempio, come vengono inquadrati nel contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) i diplomi dei diversi settori? È difficile capire quale ruolo una persona andrà a ricoprire, a quale livello. È un dettaglio importante anche per calcolare a quale stipendio una persona ha diritto dopo aver conseguito il titolo. Inoltre, serve anche a definire a quale progressione di carriera si può ambire.
Ma, basta il solo diploma ITS per ricoprire un certo ruolo professionale, senza avere alcuna esperienza lavorativa pregressa? In altre parole, basta lo stage per avere competenze tali da poter ricoprire un ruolo di rilievo o di responsabile in un’azienda?
Il discorso non vale solo per il privato, ma anche per il pubblico. È ancora poco chiaro quanto valga il diploma ITS in questo contesto.
Ma procediamo con ordine.
Il diploma ITS e i contratti nazionali del lavoro
Probabilmente è un discorso che non si può generalizzare. A seconda delle categorie è possibile reperire in rete informazioni che indicano una direzione per i diplomati ITS.
L’inquadramento nel settore metalmeccanico prevede che laureati e diplomati ITS siano tutti inquadrati nel livello C3, con mansioni inerenti al percorso di studi.
Nel settore dell’energia si parla di ITS, ma solo nel paragrafo riguardante i contratti di apprendistato. I tecnici superiori ricadono nella categoria BSS, la stessa delle lauree triennali. Per quanto riguarda la classificazione del personale, il CCNL prende in considerazione solo le mansioni attribuite a ciascun profilo.
Nel CCNL del settore moda, invece, non si trova alcuna menzione del diploma ITS e quindi dell’inquadramento dei Tecnici superiori che entrano nel mondo del lavoro. Lo stesso dicasi per tutti gli altri settori: il turismo, l’agricoltura, l’edilizia e l’ambito farmaceutico, chimico e delle biotecnologie.
Un discorso a parte va fatto per il settore ICT, dove il contratto CCNL individua profili professionali non tanto in base al titolo di studio ma alle competenze del lavoratore. La classificazione si basa sullo European e-Competence Framework (e-CF), che rappresenta il paradigma condiviso a livello europeo per i lavoratori ICT di tutti i settori industriali. Esso fornisce una descrizione dettagliata delle competenze richieste e agite nel settore dell’ICT. Include la rappresentazione dei compiti, i profili di ruolo professionali e la definizione delle competenze, insieme al livello di abilità con cui vengono svolte. Forse, in questo caso, potrebbe esserci una certa corrispondenza tra le competenze attestate dal diploma ITS e questi descrittori del CCNL.
Il CCNL del settore logistica fa un riferimento generico a “diplomi di istituti o centri professionali“, senza specificare di quale grado. Inoltre, anche in questo caso, il testo fa ricorso alla descrizione delle competenze e all’elenco di profili professionali usati come esempio per identificare i ruoli all’interno delle aziende.
Gli sbocchi professionali reali
Dunque, possiamo concludere che gli sbocchi professionali reali per un diplomato ITS non siano sempre espliciti e chiari. Contano molto le competenze e forse anche le esperienze lavorative che uno studente può accumulare tramite gli stage. Occorre, dunque, selezionare accuratamente questi ultimi.
Questa carrellata di esempi potrebbe comunque rappresentare un’occasione per riflettere su una miglior definizione del diploma ITS dal punto di vista degli sbocchi professionali. Per un giovane che deve scegliere se frequentare o meno un ITS per immettersi nel mondo del lavoro può essere determinante una maggiore chiarezza e una maggiore trasparenza sull’inquadramento lavorativo che otterrà in futuro con o senza il diploma ITS.