RuneLab Srl

RuneLab: la start-up che collabora con gli ITS

Abbiamo fatto una chiacchierata con Paolo Massenzana, CEO-Founder di RuneLab Srl, per capire meglio che cosa significa per una start-up collaborare con un ITS

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Lavorare con gli ITS è un privilegio reciproco“. Così Paolo Massenzana, CEO-Founder di RuneLab Srl descrive la collaborazione con due ITS lombardi. Oggi ben cinque dei suoi dipendenti insegnano presso tre corsi di Web Cloud Development, presso gli ITS JAC e la Fondazione Et Labora. Dall’altro lato, ben cinque dei suoi studenti ITS hanno trovato lavoro presso l’azienda.

RuneLab è una start-up che ha puntato sull’innovazione tecnologica nel campo dell’informatica. È una realtà di programmatori che in pochi anni si è ingrandita e ha raggiunto ottimi successi. Il loro segreto è puntare sugli aspetti più smart delle imprese 4.0. L’impresa pone l’attenzione sul lavoro di squadra e sulla condivisione delle conoscenze, inoltre è aperta a nuove collaborazioni. Avviata l’attività con un nucleo iniziale di quattro collaboratori, a cinque anni dall’esordio, l’azienda conta già 20 collaboratori.

Abbiamo fatto una chiacchierata con Paolo Massenzana per capire meglio che cosa significa per una start-up collaborare con un ITS.

Come vi è venuta l’idea di collaborare con un ITS?

M – L’idea è nata dalla richiesta di un amico, Diego Bernini, che è l’organizzatore del corso di Web Cloud Development presso l’ITS JAC. Ci ha chiesto se eravamo interessati a svolgere alcune lezioni nel suo corso.

E avete accettato. Come mai?

M – Ci ha entusiasmati l’idea di poter offrire le nostre conoscenze e applicazioni innovative a ragazzi giovani. Quando eravamo giovani noi, era difficile trovare l’innovazione nell’informatica che ci hanno insegnato a scuola. La tecnologia informatica evolve molto velocemente. Non sempre l’istruzione riesce a stare al passo.

Ed essere una start-up ha qualcosa a che vedere con il fatto di insegnare l’innovazione?

M – Sicuramente proponiamo tanta innovazione perché lavoriamo in un settore ai suoi albori, però non c’è alcuna differenza tra noi e un’azienda più consolidata. Anche una start-up può dare molto agli ITS, purché abbia le competenze per poter insegnare e l’attitudine all’insegnamento. Sebbene la nostra azienda abbia cinque anni, abbiamo accettato l’incarico con gli ITS solo da 18 mesi. Dovevamo consolidare le nostre conoscenze prima di poterle trasferire ai ragazzi.

E voi cosa ottenete in cambio dai ragazzi?

M – Gli ITS sono una realtà straordinaria, dove è possibile incontrare ragazzi che non sanno nulla di informatica e che apprendono fino a un certo livello. Nello stesso contesto trovi anche tantissimi ragazzi che hanno già delle basi e in più sono curiosi e hanno voglia di studiare e impegnarsi. Ecco che questi, se giustamente indirizzati, in due anni riescono a raggiungere un ottimo livello.

Sono proprio questi ultimi ragazzi quelli che spesso non riusciamo ad assumere nemmeno dopo mille colloqui. È difficile trovarli su internet, tramite offerte di lavoro o tramite agenzie interinali. E quando li troviamo non sono mai giovanissimi, ma hanno esperienze pregresse di almeno 5-6 anni. Quindi per noi gli ITS sono un’ottima occasione per arricchire il nostro team con nuove figure, inseguendo l’innovazione.

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Giulia Annovi
Collaboratrice
Giornalista freelance, con la passione per il datajournalism. Mi occupo di scienza, innovazione, tecnologie digitali e educazione.
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