Periodo intenso in casa ITS Machina Lonati, che il 5 luglio aprirà le porte per il suo Open Day (nella sede bresciana di via Nicolò Tommaseo 49, ndr) e che, sempre nel capoluogo lombardo, offre anche appuntamenti personalizzati per chi punta a scoprire l’offerta formativa di un Istituto Tecnologico Superiore che declina la sua proposta in sette aree: management d’impresa, alta specializzazione tecnica per l’industria, marketing e comunicazione, product design, moda, sales management, turismo ed eventi.
Le classi del prossimo biennio si popoleranno, prossimamente, di nuovi studenti, a Brescia ma non solo (l’ITS è presente con i suoi corsi anche a Milano, Como, Lecco). Lo scorso giugno 21 giugno, al Teatro Grande di Brescia, si è tenuta invece la cerimonia di consegna delle pergamene ministeriali a 300 studenti che hanno conseguito il titolo di Tecnico Superiore negli anni 2020, 2021, 2022 e 2023. Un evento che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’Assessore all’Istruzione, formazione e lavoro di Regione Lombardia Simona Tironi; del Rettore dell’Università degli studi di Brescia, Francesco Castelli; della senatrice (ed ex ministro Istruzione) Mariastella Gelmini; del vicepresidente del Consiglio Regionale, Emilio Del Bono. Tra le aziende presenti LIDL Italia, Isinnova, Jacob Cohen, Penelope.
TuttoITS ha intervistato Paolo Rizzetti, Direttore di ITS Machina Lonati, per raccontare le prossime sfide dell’Istituto e per un bilancio sul passato recente.
Direttore, il 21 giugno a Brescia si è tenuto il vostro Graduation Day. Che bilancio traccia e quali sensazioni ha lasciato alla vostra comunità, come vi proietta in avanti verso mesi generalmente importanti?
Abbiamo consegnato le pergamene ai diplomati degli ultimi quattro anni, avevamo fatto l’ultima cerimonia nel 2019, poi a causa della pandemia mondiale non siamo riusciti a completare il percorso con gli altri ragazzi (parliamo delle annate dal 2020 al 2023). È stato un momento molto importante per dare il giusto valore al raggiungimento del titolo, per dare un riconoscimento agli studenti e alle famiglie.
A posteriori posso dire che abbiamo avuto tanti giudizi positivi. Molte famiglie ci hanno ringraziato, perché il percorso è stato bello, motivante; il Graduation Day è stata la miglior conclusione, nella cornice del Teatro Grande di Brescia che ben si presta a momenti istituzionali così importanti.
Il 5 luglio ci sarà l’Open Day, realizzate anche appuntamenti personalizzati. A chi sono rivolti, in particolare?
Sì, organizziamo appuntamenti personalizzati, chiunque si può iscrivere, chiamare e fissare un momento personale di incontro con i nostri orientatori per capire quello che facciamo.
I nostri corsi sono frequentati da neodiplomati ma abbiamo anche studenti che vengono da percorsi, come quelli universitari, che hanno intrapreso e non concluso, o che hanno addirittura invece concluso in modo positivo. C’è viene dal lavoro e vede nell’ITS un percorso di riqualificazione. L’utenza è abbastanza varia. L’open day serve per presentare l’offerta formativa e dialogare con chi si presenta per capire le attitudini, gli interessi, per capire cosa sa di un settore e se può esserci una prospettiva lavorativa importante e interessante. L’idea è quella di accompagnare e “mettere a terra i sogni”.
L’ITS Machina Lonati è partito dalla moda, dal design e poi nel tempo ha esteso la sua offerta. Cosa cercano in particolare oggi gli studenti dell’ITS rispetto a tutto il vostro panorama formativo?
Tocchiamo molti degli ambiti che possono interessare le aziende in regione ma non solo, dialoghiamo con le imprese locali ma anche con tutta Italia. E accogliamo iscritti anche da fuori regione (una quota pari al 23%, ndr). Offriamo un’offerta formativa abbastanza variegata. Ma nasce sempre e comunque da un’analisi di fabbisogni, da una sollecitazione di un’azienda o di una associazione. Abbiamo fatto nascere un po’ di anni fa il corso con LIDL perché c’era l’esigenza di creare un profilo di Assistant store manager partendo da una loro da una richiesta specifica.
Abbiamo fatto percorsi con Confimprese, che, come associazione, ha analizzato un bisogno condiviso tra più realtà. Le possibilità di sviluppo dei corsi sono diverse ma dietro ci sono sempre delle figure di riferimento per noi importanti che sono le aziende e le associazioni che poi assumeranno i ragazzi al termine del corso, che ci affiancano nella formazione, che ospitano il tirocinio e che determinano anche la struttura dei piani di studio.
A ottobre partirà a Caccivio Lurate il corso di Textile Product Manager and Designer promosso in collaborazione con Confindustria Como e con Enfapi Como?
Il tema è sempre trovare gli iscritti, stiamo raccogliendo le iscrizioni. Il corso è stato progettato con la sollecitazione di Confindustria Como, con l’obiettivo di andare incontro a delle esigenze di un mercato del lavoro che chiede sempre di più figure specializzate che sappiamo unire la progettazione tessile e la tecnologia. Abbiamo studiato il piano di studi con loro e lo stiamo presentando.
Dirige l’ITS dal 2019, un tempo breve su cui si possono fare bilanci, anche perché nel frattempo sono successe un po’ di cose, a partire dalla riforma degli Istituti tecnologici superiori. Che fase è questa qui per il mondo della formazione tecnologica superiore, di cui siete stati di fatto precursori alle origini, essendo uno dei primi ITS attivati in Italia?
Se ragioniamo sui cinque anni trascorsi, per noi è stato un periodo di grande crescita, sia in termini di corsi che di studenti, passati da 200 ai 713 attuali. Penso che i prossimi anni saranno un po’ la chiave di volta, in questi anni è stato fatto molto per far conoscere il sistema ITS ed è cambiata anche la percezione e l’attenzione del mondo imprenditoriale.
Tantissime aziende ci hanno contattato, interessate a capire questo fenomeno, a capire che figure possiamo formare e come possiamo essere di supporto nella ricerca, nell’inserimento lavorativo, nella formazione di nuove persone. Se ne parla e se ne parla bene. Gli esiti occupazionali sono sempre molto positivi e questo è un altro riscontro importante.
Bisogna capire cosa succederà nei prossimi anni in quanto il PNRR è stato un evento sì, molto importante, fondamentale, ma bisogna capire come poi il ministero darà continuità a questa crescita che, dovrà essere istituzionalizzata e quindi mantenere l’offerta elevata, ampia e di valore.
La nostra fortuna, per esempio, è anche quella di poter adeguare i piani di studio di anno in anno o di poter trovare sempre docenti dal mondo del lavoro, direttamente dalle aziende, che conoscono le tecnologie. Parliamo di una flessibilità che il sistema ha sempre avuto e che confidiamo resti nei prossimi anni. Ci sono un po’ di sfide sul piatto da capire come verranno gestite.
Qualche analisi ha evidenziato il bisogno di una maggiore contiguità dell’ITS ad altri rami dell’istruzione italiana, università compresa. Quanto è rilevante il tema del riconoscimento dei crediti in ambito accademico?
Attiriamo studenti da qualunque genere di percorso scolastico, ci sono ragazzi che scoprono una passione successivamente o durante il percorso dei cinque anni alle superiori e che quindi vedono nell’ITS la possibilità di cambiare la propria prospettiva lavorativa. Sempre di più il rapporto con le scuole sta migliorando e i percorso di orientamento sono la chiave di volta. È vero che i ragazzi scelgono spesso percorsi universitari per sentito dire, perché hanno degli degli obiettivi, delle idee, ma spesso queste idee sono abbastanza confuse, non hanno ben chiarezza di ciò che dovranno affrontare, dei piani di studio. Noi investiamo molto tempo nell’orientamento. In quanto all’università è un opportunità, ma non dobbiamo declinare il corso ITS in funzione del 2+1. Dobbiamo cercare di raggiungere l’obiettivo di formare professionisti giusti per il mondo del lavoro, pronti a intraprendere la professione. Se puntiamo a far sì che i ragazzi possano, tramite il nostro corso, avere un accesso agevolato all’università e quindi il famoso 2+1, perdiamo un po’ di vista la nostra missione. Va bene riconoscere crediti con le passerelle ma senza ingessare il sistema.
In un’intervista del 2021 aveva detto che l’obiettivo era vedere crescere esponenzialmente gli studenti fino a superare i 700 nel 2024. Guardando a un orizzonte al 2028 che obiettivi vi date, posto che il sistema ha sempre un margine ma deve pur fare i conti con la realtà? Quale potrebbe essere la prossima soglia?
Arrivare al migliaio di studenti. Sicuramente questa crescita non sarà infinita (la crescita annua media è pari al 25%, ndr), in questo momento stiamo crescendo. Abbiamo la possibilità di farlo anche grazie al punto PNRR e a Regione Lombardia e sfruttiamo il momento il più possibile.
Rimane il tema di sedi opportune perché ricordiamo che gli ITS hanno sempre il problema delle sedi. Anche il PNRR non prevedeva l’acquisto di sedi ma una ristrutturazione parziale quindi c’è l’esigenza dotare gli ITS di spazi opportuni perché gestire 1000 studenti non è così semplice.
La soluzione passa da campus o da sedi in comodato?
L’idea è di avere dei campus per poter dare ospitalità agli studenti, perché ne abbiamo comunque una ottantina che sono fuori sede. Ma non solo, un campus può essere utilizzato per le aziende, per le startup, per creare momenti di confronto, di incontro, di formazione. L’ITS sempre di più può diventare un elemento accentratore di aziende, di interesse economico per le imprese, per la loro possibilità di investimento, di ricerca.
L’idea è di strutturare e di dare un’identità, con uno spazio fisico sempre migliore. In questo momento abbiamo due sedi attualmente a Brescia e ne avremo una terza che apriremo a settembre. Ma anche lavorare su tre sedi diventa complicato.
Ma ha più senso andare verso una sede unica o, dato il principio di territorialità, stare in sedi diverse ma sul territorio?
La nostra idea è di sviluppare la nostra sede principale, che è questa di Brescia, dandole una forte identità e offrendo una gamma di servizi più alta possibile. Giustamente ci sono aziende che ci chiamano da realtà regionali e che possono essere attinenti a ciò che facciamo. In quel caso vediamo se possiamo andare incontro a queste realtà, come abbiamo fatto a Lecco, dove è nato il corso di Business development manager o a Milano con il corso di showroom manager.
Le sedi nascono perché ci sono delle esigenze. Abbiamo dei bellissimi spazi ma stiamo lavorando sulla possibilità di creare un campus che possa offrire molto di più. Da settembre, grazie al PNRR le sedi avranno nuove dotazioni laboratoriali. Ci saranno spazi nuovi, nuovi laboratori, nuovi macchinari e quant’altro. Altro ragionamento è, invece, il campus, dove potremmo fare molto di più.
Guardando alle esigenze delle imprese, ma anche a scenari di evoluzione tecnologica e produttiva, c’è qualche possibilità di ampliare un’offerta come la vostra che è già importante, qualcosa da mettere nel mirino per il futuro?
Ci sono tante idee, onestamente. Quest’anno siamo arrivati a questa proposta di corsi da una selezione, da una richiesta che proviene anche dal Cda che è fatto da imprenditori e aziende che hanno portato molte sollecitazioni. Ci sono già arrivati degli input su cui stiamo ragionando, molto ha a che fare con l’ambito delle tecnologie.
L’intelligenza artificiale è un tema che sicuramente caratterizzerà molto gli ITS, il lavoro e la formazione in generale. Nel nostro caso l’abbiamo inserito in modo un po’ trasversale ma un’idea potrebbe essere l’AI come strumento, come corso in sé. Potrebbe essere una strada interessante.