La riforma un anno dopo

La riforma ITS “in sé non è sufficiente”. Mancano i decreti attuativi

Abbiamo parlato dell'attuazione della riforma con Luca Dal Poggetto, analista della fondazione Openpolis

Un anno dopo l’approvazione della più importante riforma che abbia riguardato gli ITS fin da quando sono stati istituiti nel nostro paese, qui su TuttoITS facciamo il punto su cosa è cambiato, e soprattutto su ciò che ancora resta da fare. Ce ne occupiamo con inchieste, approfondimenti e interviste ai protagonisti di un mondo che è in grande fermento ma che senza dubbio non ha ancora terminato il proprio percorso di trasformazione e rinnovamento. Quello qui sotto è il primo articolo di questa serie, a cui altri seguiranno nelle prossime settimane: li potrete leggere qui su tuttoits.it e sulla nostra newsletter del martedì. Buona lettura“. (Gianluca Dotti)

La riforma sugli ITS Academy “in sé non è sufficiente” e “per poter essere effettivamente applicata, ha bisogno dei decreti attuativi”. Lo spiega a TuttoITS Luca Dal Poggetto, analista della fondazione Openpolis che segue da anni i problemi legati alla mancata attuazione dei provvedimenti. La legge che ha ridefinito la governance degli Istituti Tecnologici Superiori “rientra nel pacchetto Pnrr e doveva essere approvata entro la fine del 2022, un passaggio che è stato completato”.

Manca però il passo successivo: l’attuazione delle misure contenute nel provvedimento. Recentemente il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha firmato i primi tre decreti attuativi che riguardano le commissioni d’esame, gli statuti delle fondazioni e il comitato nazionale ITS Academy.  

Tuttavia in base a quello che ci dice l’Ufficio per il programma di governo (Upg) la riforma non ha bisogno di decreti attuativi. Questo chiaramente è un errore che segnaleremo”, spiega Dal Poggetto. Infatti, come vi abbiamo spiegato su TuttoITS nei mesi scorsi, il testo licenziato definitivamente nel luglio 2022 dal Parlamento richiede numerosi decreti attuativi. 

Provvedimenti “che devono essere approvati entro la fine dell’anno”, visto che la riforma è “incardinata” all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza e “ha delle scadenze molto precise da rispettare”. L’analista di Openpolis rileva come spesso sui decreti attuativi non vengano rispettate le scadenze specifiche per la pubblicazione”. In questo caso “visto che ci sono i fondi europei in ballo, teoricamente ci sono più certezze sulle tempistiche”. Il Pnrr però “sta attraversando una fase di evoluzione e l’incertezza regna sovrana”, mette in guardia Dal Poggetto.

Cosa sono i decreti attuativi

Ma perchè i decreti attuativi sono così importanti? In sostanza rappresentano un secondo tempo delle leggi”, spiega l’analista di Openpolis. Si tratta di “un passaggio fondamentale per la riforma sugli ITS Academy, visto che senza “la pubblicazione di questi provvedimenti la norma rimane sulla ‘carta’”. 

Spesso e volentieri quando il Parlamento approva una legge, soprattutto se non è di iniziativa governativa, all’interno della norma si fa riferimento ai decreti attuativi. Questo perché a volte il Parlamento non ha le competenze specifiche per stabilire nel dettaglio, per esempio, l’erogazione di determinati fondi. Di conseguenza si rinvia ‘la palla’ alle strutture tecniche, che hanno la competenza per fare queste valutazioni. Si parla generalmente degli uffici ministeriali”. 

In sostanza i decreti attuativi “sono contenuti di dettaglio che servono a dare attuazione alle norme”, afferma Dal Poggetto.  

Negli ultimi anni sono stati fatti appelli da tutti i Governi – perché poi è lavoro che ricade fondamentalmente sull’Esecutivo – affinché ci fosse l’impegno nello scrivere norme che fossero autoapplicative, in modo tale da non richiedere un ricorso a un secondo passaggio”. Gli appelli sono caduti nel vuoto: “il riferimento ai decreti attuativi continua a essere molto importante”, spiega l’analista di Openpolis. 

Un’eccezione negli ultimi anni c’è stata con il Governo Draghi: periodicamente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli svolgeva in Consiglio dei ministri aggiornamenti sullo stato di avanzamento per l’adozione dei decreti attuativi.

Era stato introdotto un nuovo metodo di lavoro, con riunioni costanti e obiettivi bimestrali che i vari ministeri dovevano raggiungere o quantomeno cercare di raggiungere”, rileva Dal Poggetto. “Pare che con l’attuale Esecutivo si sia un po’ tornati all’impostazione che c’era prima: scarsa attenzione al tema e quindi scarso interesse da parte degli uffici competenti a rispettare le scadenze”.

C’è poi  un arretrato di provvedimenti che “deve essere ‘smaltito’. Negli ultimi documenti disponibili si parla addirittura di decreti attuativi che devono ancora essere pubblicati dalla diciassettesima legislatura. Vi è sicuramente un sovraccarico di lavoro da parte degli uffici competenti dei vari ministeri”, spiega l’analista di Openpolis. 

Il ruolo del Mim

Il ministero dell’Istruzione e del merito (Mim) è il dicastero più coinvolto nell’attuazione della riforma sugli Istituti Tecnologici Superiori. Secondo una rilevazione di Openpolis, che risale al 20 aprile, il ministero “ha molti decreti attuativi a suo carico. Parliamo in totale di 108 decreti, di cui 21 ancora da adottare. Non sono molti i ministeri a cui ne sono richiesti di più”, rileva Dal Poggetto.

La percentuale dei decreti attuativi non adottati dal Mim si attesta intorno “al 19,4%”. Secondo l’analista di Openpolis si tratta di “una situazione intermedia per un ministero che ha un discreto numero di provvedimenti da adottare”. 

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Riccardo Pieroni
Collaboratore
Giornalista. Mi occupo soprattutto di politica, economia e criminalità organizzata. Ho co-fondato il portale L'Eclettico. Lavoro per l'agenzia di stampa parlamentare Public Policy e collaboro con Famiglia Cristiana e Good Morning Italia.
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