Una serie di ritocchi all’articolo 4 della riforma sugli ITS, quello che si occupa del regime giuridico degli Istituti: ieri pomeriggio, mercoledì 9 marzo, il relatore del testo Riccardo Nencini ha depositato nella commissione Cultura al Senato un emendamento che dà seguito ad alcune osservazioni contenute nel parere favorevole alla riforma fornito dalla commissione Finanze, approvato la scorsa settimana.
In particolare, la proposta messa a punto dal presidente della settima commissione di Palazzo Madama e senatore del Partito socialista Italiano specifica che il patrimonio delle Fondazioni ITS è costituito anche da “donazioni, lasciti, legati e dagli altri atti di liberalità disposti da enti o da persone fisiche”.
Tuttavia l’emendamento presentato dal relatore interviene soprattutto sul credito d’imposta al 30% (al 60% nelle province con più alto tasso di disoccupazione) per le imprese che decidono di investire negli ITS. Si tratta di una delle principali novità contenute nella riforma.
All’articolo 4 la proposta sostituisce l’espressione “erogazioni liberali” con donazioni, lasciti, legati e “altri atti di liberalità”, in riferimento ai casi in cui le imprese possono accedere al credito d’imposta. Su quest’ultimo viene poi specificato che spetta nella misura del “valore normale se in natura o delle somme erogate”.
Ma la novità più importante riguarda la ripartizione del credito, che viene stabilita in “tre quote annuali di pari importo”. L’emendamento specifica poi che per i soggetti titolari di reddito d’impresa esso sarà utilizzabile “tramite compensazione”. Sarà un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate a definire le modalità di fruizione dell’agevolazione.