“Sicuramente è aumentata l’attenzione verso gli ITS, ma siamo ancora in una fase interlocutoria e con grandi esigenze e opportunità di crescita”. Lo spiega a TuttoITS Paolo Atzeni, direttore per lo sviluppo di capacità e competenze dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), a proposito dell’impatto della riforma approvata dal Parlamento nel 2022 sugli Istituti Tecnologici Superiori.
“I sistemi dei vari Paesi sono difficili da confrontare e quindi i numeri sono sempre discutibili, però si può dire che il mondo ITS in Italia ha poche migliaia di iscritti, pochissimi rispetto agli oltre 700mila della Germania, ai 200mila della Polonia e agli oltre 50mila di Paesi ben più piccoli del nostro, quali Grecia, Belgio e Ungheria. Pur nella diversità dei sistemi, è evidente che c’è uno spazio di crescita enorme, anche perché gli ITS possono servire a formare abbastanza rapidamente esperti di medio livello in settori strategici”, fa notare Atzeni, professore di Basi di dati all’Università Roma Tre dal 1992.
Secondo il direttore per lo sviluppo di capacità e competenze dell’ACN “è positivo il fatto che siano partiti una mezza dozzina di nuovi corsi specificamente dedicati alla cybersicurezza e altri siano in fase di progettazione”. Positivo anche il fatto di “avere ribadito il ruolo importante che debbono avere i soggetti delle varie categorie: istituti scolastici, aziende, università ed enti formazione. Effettivamente abbiamo riscontrato interessi crescenti da parte dei vari soggetti, soprattutto le aziende”.
E a proposito di cybersicurezza per Atzeni serve un “grande impegno sulla promozione degli ITS. In particolare, mi vorrei rivolgere alle aziende, che segnalano la carenza di professionisti qualificati in questo settore. Con un impegno diretto nei percorsi ITS e nelle relative fondazioni, possono avere un rapporto diretto con i giovani, attraendoli e contribuendo all’efficacia della loro formazione. I soggetti pubblici, e l’ACN è pronta a farlo, possono contribuire come facilitatori, favorendo l’interlocuzione fra i vari soggetti e finanziatori”.
Esigenze di protezione
“La crescita vertiginosa dei sistemi informatici degli ultimi anni pone esigenze di protezione e risposta sempre più significativa e richiede professionalità di vario livello”, afferma il direttore per lo sviluppo di capacità e competenze dell’ACN. “Fra queste, oltre a quelle più avanzate per le quali è necessario – o almeno utile – un titolo universitario, ce ne sono molte per le quali il diploma ITS può essere molto indicato, perché permette di raggiungere una buona formazione in un tempo più breve (ed eventualmente permette poi una prosecuzione negli studi)”.
Come vi abbiamo raccontato su TuttoITS nei mesi scorsi è stata istituita la rete di coordinamento tra ITS Academy per la transizione digitale. “L’Agenzia ha interagito con vari ITS coinvolti nella rete e sta lavorando alla predisposizione di iniziative volte a utilizzare la rete come laboratorio per la sperimentazione di un percorso di certificazione o almeno di riconoscimento della qualità dei percorsi”, spiega Atzeni.
Sulle aree tecnologiche, tema che sarà affrontato in uno dei prossimi decreti attuativi della riforma, per il direttore per lo sviluppo di capacità e competenze dell’Acn è importante “trovare il giusto equilibrio con una definizione delle aree che includa le tematiche oggi rilevanti lasciando però spazio alle loro evoluzioni, che sono solo parzialmente prevedibili”.
In particolare bisogna “concepire curricula che contengano riferimenti alla formazione di base nel settore, con componenti metodologiche che siano abbastanza stabili e continuino ad essere valide anche a medio termine, evitando di dover ridefinire continuamente i percorsi o di trovarsi con definizioni obsolete”. Allo stesso tempo però “è importante che la preparazione sia concreta, con laboratori e attività di tirocinio professionalizzanti presso aziende ed enti pubblici, il tutto al fine di favorire un inserimento nel mondo del lavoro rapido e di piena soddisfazione tanto per l’allievo quanto per il datore di lavoro”.