Oltre l'impresa

Reclutamento, la pubblica amministrazione apre ai diplomati ITS

Regioni, Province, Città Metropolitane ed Enti locali potranno assumere, come funzionari, diplomati degli Istituti tecnologici, dopo il via libera al Decreto legge Pa 2025

La pubblica amministrazione non è la prima associazione di pensiero quando si parla di ITS che non a caso sono nati per colmare “progressivamente la mancata corrispondenza tra la domanda e l’offerta di lavoro, che condiziona lo sviluppo delle imprese”.

Eppure, per coloro che scelgono questo ramo della formazione terziaria, nuovi orizzonti si schiudono sul fronte professionale, anche se con qualche distinguo (con contratto di lavoro a tempo determinato di apprendistato di durata massima di trentasei mesi, nel limite del 10% delle facoltà assunzionali disponibili, ndr). Come annunciato infatti il 19 febbraio dal Ministero della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo che prevede le misure volte a rendere “il settore pubblico più attrattivo per le giovani generazioni e, dall’altro, a garantire la funzionalità delle pubbliche amministrazioni”.

Reclutamento, organizzazione e funzionalità sono infatti le tre parti in cui articola il provvedimento, un decreto legge.

Tra i numerosi interventi, come ribadito dal titolare del dicastero, “emerge la disposizione che consente a Regioni, Province, Città Metropolitane ed Enti locali di assumere, come funzionari, diplomati degli ITS Academy. L’obiettivo è quello di attrarre le nuove generazioni al settore pubblico e, allo stesso tempo, dotare le amministrazioni di personale tecnico qualificato. I giovani, assunti a tempo determinato, potranno proseguire il loro percorso professionale dopo aver conseguito la laurea e una valutazione positiva del lavoro svolto. Per sostenere il percorso formativo, attraverso la stipula di un protocollo d’intesa tra le amministrazioni coinvolte e il Dipartimento della funzione pubblica, gli interessati potranno ottenere un contributo economico grazie al progetto “PA 110 e lode”.

Come ribadito infatti anche dal MiM, “durante il periodo di apprendistato, i diplomati ITS accederanno al progetto denominato “PA 110 e lode”, per ottenere il titolo di laurea, previo riconoscimento dei crediti formativi già acquisiti nel percorso ITS. Alla scadenza del periodo di apprendistato, il contratto potrà trasformarsi in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, nei limiti delle disponibilità assunzionali“.

L’iniziativa PA 110 e lode nasce da un protocollo d’intesa firmato il 7 ottobre 2021 dall’allora ministro Renato Brunetta e dalla ministra dell’Università Messa, che consente ai dipendenti pubblici che lo desiderano di “usufruire di un incentivo per l’accesso all’istruzione terziaria: corsi di laurea, corsi di specializzazione e master”.

Quella degli ITS è già una formazione terziaria, bene ribadirlo.

Ma come si riaccorda il fattore ITS al cambiamento della Pa più generale di cui parlava anche il Pnnr che lo annoverava infatti tra le riforme orizzontali assieme a quella della Giustizia?

Il Piano Nazionale di ripresa e resilienza sottolineava come la pubblica amministrazione italiana registrasse un numeri di dipendenti inferiore alla media OCSE ma anche un’età media dei professionisti sostanzialmente alta (50 anni secondo il dato 2019). Come indicava il Piano stesso, quest’ultima è una dinamica che ha “contribuito a determinare un crescente disallineamento tra l’insieme delle competenze disponibili e quelle richieste dal nuovo modello economico e produttivo disegnato per le nuove generazioni (digitale, ecologico, inclusivo)”.

Uno degli assi su cui verte la realizzazione di un programma di riforme e investimenti in ambito Pa riguarda le competenze, per un allineamento delle conoscenze e delle capacità che non è poi così diverso da quello di altri contesti. Molto rilevante, per l’ammodernamento della macchina statale, anche il tema digitalizzazione, anche qui nella logica di enabler che spazia a tutto tondo, dalle piattaforme per selezionare e reclutare le persone, alla formazione e alla gestione delle stesse procedure amministrative. E tra gli obiettivi, rientrava quindi il consolidamento di “un nucleo di competenze di elevato spessore per la razionalizzazione dell’azione amministrativa attraverso l’innovazione tecnologica e organizzativa”.

Insomma, oltre a chiedersi cosa possono fare i diplomati ITS per la Pubblica amministrazione, bisogna anche capire di quale Pa si parli oggi e nel prossimo futuro, posto che in passato il sinonimo di posto fisso statale era allettante ma perlopiù in una logica di serenità economica (sebbene non mancasse qualche stereotipo di troppo). In una logica rinnovata, dal punto di vista anagrafico e delle competenze, anche i diplomati tecnologici superiori potrebbero guardare alla Pa con occhi diversi.

*contenuto aggiornato al 22 febbraio 2025


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