I dati Indire

La crescita nell’occupazione degli ITS: le sfide da affrontare

Un bilancio decisamente positivo con alcuni temi su cui invece è bene lavorare: ecco tutte le novità contenute nel monitoraggio Indire

È stato pubblicato il tanto atteso monitoraggio di Indire, l’Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa, sugli ITS Academy. Questo rapporto, svolto su incarico diretto del Ministero dell’Istruzione e del Merito, è lo strumento più autorevole di cui disponiamo per monitorare quello che è l’andamento della formazione terziaria professionalizzante in Italia.

Il resoconto appena uscito prende in esame i percorsi di 9.246 studenti che hanno frequentato 349 percorsi finiti entro il 31 dicembre 2022 e appartenenti a 98 istituti differenti. L’analisi di questi dati ha permesso di delineare la crescita positiva, specie sotto determinati aspetti, del mondo ITS in Italia con dati incoraggianti e punti su cui invece c’è ancora da lavorare

Il dato sull’occupazione è il più alto di sempre 

La principale forza degli ITS è quella di fungere da ponte tra la scuola e il mondo del lavoro: grazie infatti allo strettissimo rapporto con le imprese e agli stage organizzati, gli studenti una volta diplomati sono subito pronti a entrare in qualità di professionisti nelle aziende del territorio.

Il rapporto Indire di quest’anno lo ha sancito: l’87% degli studenti ha trovato lavoro a un anno dal diploma, e il 93,8% di questi lo ha trovato in un settore coerente con il proprio percorso di studio. Un dato eccellente che diventa ancor più significativo se consideriamo lo storico: si è registrato un incremento dello 0,5% rispetto al rapporto precedente, anch’esso con risultati molto positivi, diventando il miglior dato mai registrato sul tema. 

Le imprese costituiscono la maggioranza dei partner degli ITS

Il tasso di occupazione appena mostrato è frutto dello stretto, e in costante crescita, legame del mondo ITS con le imprese del territorio. Il rapporto Indire svela infatti come i principali partner dei 98 Istituti presi in considerazione sono in maggioranza imprese e associazioni di imprese, che rappresentano il 49,6% dei partner totali, seguiti dalle Scuole secondarie di II grado ferme al 15,4%. 

Il ranking dei percorsi ITS Academy 

Ogni percorso ITS è oggetto di una valutazione che si basa su diversi indicatori (attrattività, occupabilità, professionalizzazione/permanenza in impresa, partecipazione attiva e reti interregionali). I dati che emergono da questa analisi sono particolarmente significativi perché stabiliscono l’autorizzazione all’accesso al finanziamento del Fondo nazionale, di cui il 30% viene ottenuto a titolo di premialità. 

I percorsi premiati 

Gli Istituti, sulla base del punteggio ottenuto, vengono suddivisi in diverse fasce: premiati, premiabili, sufficienti, problematici e critici. La fascia premiati rappresenta quest’anno il 68,5% del totale mentre quella critica il 3,7%. In totale, il 79,7% dei percorsi raggiungono il valore soglia.

Il monitoraggio ha poi evidenziato come l’area delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione è quella con la percentuale di percorsi premiati più alta, pari all’84% del totale.

I percorsi con maggiori criticità 

Prendendo in esame la fascia di percorsi definita critica, emerge come l’area della Efficienza Energetica sia, con il 22,2% del totale, quella con il maggior numero di problematiche. Mentre nell’ambito delle Nuove tecnologie per il made in Italy i dati peggiori li registra il Sistema agro-alimentare.

I dati su cui lavorare 

La presenza femminile fatica a crescere 

Lo studente medio di un qualsiasi corso ITS è maschio: il dato sul sesso biologico degli iscritti è infatti molto sbilanciato verso la componente maschile, che rappresenta addirittura il 73,5% del totale. Un dato che vale la pena provare a migliorare, anche alla luce del fatto che la presenza femminile rispetto al rapporto precedente è scesa dal 26,7% al 26,5%.

Il numero di iscritti effettivi ai corsi ITS è ancora basso 

Gli ITS negli ultimi anni hanno raggiunto un livello di popolarità in Italia notevole rispetto al passato. Questo ha portato a un aumento del numero di domande di iscrizione, 26.283 rispetto alle 25.670 dell’anno procedente. Tuttavia, a fronte di questi numeri positivi, solo il 47,2% di chi ha passato la selezione si è effettivamente iscritto. 

Un altro fattore su cui è bene che l’intero settore della formazione terziaria professionalizzante in Italia si interroghi per avere più presa sul pubblico. 

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Giulia Martinelli
Collaboratrice
Redattrice. Laureata in comunicazione e linguaggi dei media con una spiccata passione per lo sport e il giornalismo.
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