Dibattito in fieri

Protocolli di intesa e azioni di rete, una leva per fare formazione e orientamento

Alla fiera SPS Italia 2025, un panel discute il ruolo dei protocolli e delle azioni di filiera. Un tema che investe ragazzi e famiglie perché mette al centro nuovi modi di fare didattica e di orientarsi nel futuro

Parma – I cambiamenti nell’offerta formativa (pensiamo anche solo all’avvento degli ITS, relativamente recente) e l’attivazione di sperimentazioni come la filiera 4+ 2 hanno portato novità con cui si confrontano, molto semplicemente, studenti e famiglie.

Più che in passato, sono cambiate anche le figure (come raccontavamo parlando del docente orientatore, ndr) e si sono intensificate le collaborazioni tra attori che un tempo non dialogavano nell’ecosistema o lo facevano solo a valle (come aziende e istutiti scolastici).

Una rivoluzione ancora in corso, raccontata (il 15 maggio) nell’ambito della Fiera Sps Italia 2025 nell’appuntamento dal titolo Protocolli d’Intesa: azioni di rete, le filiere si raccontano. Un incontro non per addetti ai lavori ma per per studenti e docenti perchè, al centro delle azioni, ci sono le competenze che si vanno a creare a scuola e che saranno poi spese nel perimetro dell’impresa a tempo debito.

Punto di partenza del dibattito, le iniziative di SPS Italia: la fiera, che rappresenta da anni un momento d’incontro e confronto tra Università, Istituti Superiori, Centri di Ricerca e Imprese, oltre a dare la possibilità agli studenti incontrare le aziende costruttrici di tecnologie, ha strutturato un format che consente di seguire lezioni pensate ad hoc da R&D, Technical Training Manager, ID & Vision Solution Integration Manager, Responsabili HR, Application Manager, Automation Italia e Software Development Manager, portando di fatto la didattica nel suo perimetro.

Un’esperienza, come raccontato da Valeria Gulotta, External Relations & Education Manager SPS Italia, che rappresenta ormai “un’azione che cresce, funzionale ai ragazzi che utilizzano le giornate come momento di orientamento, ma anche alle aziende che vedono un progetto che si è consolidato. Nel tempo abbiamo attivato un dialogo col ministero, un’azione di protocollo di intesa, per far sì che tutto questo progetto possa diventare azione culturale per avvicinare i ragazzi dell’istruzione tecnica al mondo del lavoro e cambiare lo storytelling che ci ha accompagnato fino a qua”.

Come confermato da Alessia Gruzza, Dirigente IISS Gadda e Referente TVET Emilia Romagna, i protocolli, necessari nella logica burocratica, di fatto consentono a scuole ed enti di poter realizzare le azioni e di portarle ai target interessati.

Insomma, le famose azioni di sistema che stanno cambiando volto, da tempo, al panorama con cui diversi attori si confrontano nell’ecosistema educativo, passano da “un territorio che lavora, aziende che collaborano nei processi di orientamento, scuole che non sono monadi. I protocolli facilitano azioni di sistema che diventano strutturali verso studenti, imprese, ecc”.

Se il discorso di filiera intercetta anche la recente riforma 4+2, è forse il tempo di chiarire in cosa consistano, al dunque, le azioni di filiera, che non significa che semplicemente l’azienda fa incontri a scuola ma, come esemplificato da Gruzza portando l’esempio di un’azienda specializzata nell’installazione di impianti di refrigerazione industriale a Langhirano, “fa un pezzo di formazione, ad esempio, sulla fisica direttamente a scuola. I due mondi si devono toccare, spesso per realizzare una cosa del genere ci vuole prima un anno di collaborazione”.

In una logica ravvicinata, anche le aziende devono costantemente capire come fare la propria parte e inviare i giusti messaggi. Ma anche gli studenti devono mettersi in ascolto. Lo conferma Raffaella Menconi, Head Programma Education Siemens Automation, che alla platea presente in fiera dalla manager ha elargito più di un consiglio: “Siemens si stra proiettando nel proporre soluzioni molte basate sul dato. Tecnologie di automazione, di elettrificazione, ci saranno sempre ma sicuramente utilizzo, creazione e interpetazione dei dati saranno sempre più una costante. Attenzione alla certificazione delle competenze. Molte aziende, noi per primi, danno opportunità di affrontare test di certificazione con competenze chiare. Quando parlo di ecosistema, ecco cosa intendo, l’importanza di progetti concreti. Ma conta anche la curiosità: siate curiosi, guardatevi intorno, se si movimenta un azionamento da qualche parte l’energia deve venire. Invito gli studenti a essere più curiosi, guardate la tecnologia integrata in modo più aperto. Noi proponiamo competizioni dove chiediamo di costruire in modo molto pratico una piccola linea di processo. Le aziende devono lavorare con i ragazzi, non mettersi in cattedra e dare le principali competenze. Avvicinatevi alla tecnologia che avanza e non fermatevi al vostro indirizzo.

Ogni momento di conoscenza va sfruttato, vale per i ragazzi ma forse anche per le imprese e in particolare quelle presenti in aree più periferiche e laterali. Come sottolineato da Gulotta, “la fiera è piattaforma che mette in connessione tutti questi attori. Alcune aziende, a SPS Italia hanno la possibilità di incontrare ragazzi con cui diversamente farebbero fatica a connettersi. Lavoriamo tanto con le Confindustrie locali, siamo andati a Pescara, in Veneto, ed è evidente quanto imprese e studenti vorrebbero continuare a operare in loco. Ci sono aziende che si stanno sviluppando e ci sono imprenditori che stanno comprendendo quanto sia importante elaborare strategie di comunicazione nuove”.

Il connubio aziende e scuola sarà sempre più indagato nei prossimi anni, laddove decollasse anche, nei numeri e in maniera costante, il modello 4+2. A qualcuno continuerà a non piacere la connessione tra mondi ma è anche vero che necessità fa virtù, i tempi sono cambiati e anche le famiglie devono capire meglio quale scuola e quali opportunità si aprono per i ragazzi quando nei paraggi ci sono le imprese. “Senza la conoscenza, non si sceglie lucidamente – conferma Gruzza – Inoltre, è cambiata tantissima anche la percezione di quello che le aziende portano. La necessità ha spinto a miglior collaborazione e dialogo che anni fa non c’era. Le collaborazioni ora sono possibili per le modalità e sono conventienti per le imprese“.

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