La riforma sugli ITS è stata approvata da una larga maggioranza in Parlamento, eppure in campagna elettorale si parla poco degli Istituti Tecnologici Superiori – ITS Acedemy. Nei programmi presentati dai principali partiti – tranne qualche rara eccezione – gli ITS non trovano spazio. Un paradosso per un tema su cui, almeno a parole, si registrava un’ampia convergenza politica.
Accordo del Governo di centrodestra
Nei 15 punti che fanno parte dell’”accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra“, sottoscritto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati, gli ITS non vengono menzionati. Mentre nei programmi dei singoli partiti della coalizione vengono avanzate alcune proposte e considerazioni sugli Istituti. In un documento di circa 80 pagine messo a punto dal partito guidato da Matteo Salvini si propone di “valorizzare gli Istituti Tecnici Superiori, favorendone il naturale sviluppo come continuazione e perfezionamento di quelli professionali e tecnici“. Il programma della Lega chiede che vengano “tracciati chiaramente i percorsi didattici, dalla scuola professionale agli ITS, dalle università ai master specialistici, garantendo la continuità del percorso formativo e con particolare attenzione alle nuove professionalità emergenti”.
Fratelli d’Italia invece punta a “dare effettivo avvio alla riforma degli Istituti Tecnici Superiori”, mentre Forza Italia propone “più formazione professionale (sistema duale) e più tecnologi del futuro attraverso gli ITS Academy”. Il programma di Noi moderati chiede di “incentivare la formazione erogata dagli Istituti Tecnici Superiori promuovendo i corsi all’interno delle scuole secondarie superiori e nei programmi di orientamento, con azioni di comunicazione e incontri con docenti ed ex studenti degli ITS dedicati anche ai genitori degli studenti”.
La proposta del Partito Democratico e di +Europa
Il Partito democratico propone che anche agli studenti degli ITS con reddito medio e basso venga consentito “l’acquisto di un computer”. La coalizione +Europa, per quanto riguarda la formazione, chiede di “proseguire nella direzione impostata dalla riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS Academy) e, a fronte del numero ridotto di italiani in possesso di un titolo terziario rispetto alla media europea, favorire lo sviluppo e l’informazione in merito alla formazione terziaria non universitaria, a partire dall’orientamento nelle scuole secondarie di secondo grado”.
Le proposte del Terzo Polo
Nel programma del Movimento 5 Stelle gli ITS non vengono citati. Lo stesso non si può dire per il cosiddetto Terzo polo (l’alleanza politica tra Azione e Italia Viva) guidato da Carlo Calenda. Questa alleanza avanza diverse proposte sugli Istituti Tecnici Superiori, come il loro utilizzo per potenziare la formazione dei percettori del reddito di cittadinanza. Nel programma di circa 66 pagine, messo a punto dai due partiti, si chiede di potenziare gli Istituti con gli investimenti da 1,5 miliardi di euro previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Inoltre si chiede di prevedere un rimborso per tutte le imprese che, “in coordinamento con il Mise, organizzino tramite gli ITS e altri enti di formazione, corsi specialistici organizzati per la creazione delle competenze richieste dal mercato (non solo in innovazioni)”. I corsi – specifica il programma – dovrebbero essere aperti “sia a personale interno da riqualificare, sia a lavoratori non ancora assunti e che potranno effettuare colloqui al termine del periodo di formazione”.
Secondo Azione e Italia Viva gli ITS, “potenziati dal Pnrr, possono diventare vivaio di talenti con expertise in vari ambiti di importanza strategica per il Paese, inclusi 5g, banda ultralarga e cybersecurity. Competenze che sono richieste non solo dal mercato, ma anche dalla Pa, dove gli studenti possono essere inseriti con uno schema di corso-concorso”. Il programma prevede l’introduzione negli Istituti di corsi dedicati alla “formazione in mestieri del legno”, oltre a un sostegno alla residenzialità “per tutti gli studenti fuorisede iscritti a università o ITS per un massimo di 4 anni”.
Secondo il Terzo polo bisogna poi ridisegnare la formazione professionale secondaria sul modello degli Istituti Tecnici Superiori, garantendo che “gli studenti acquisiscano le competenze effettivamente richieste dal mercato del lavoro anche attraverso percorsi duali in apprendistato per anticipare il contatto dei giovani con il mondo del lavoro, promuovendo la didattica laboratoriale ed esaltando la valenza formativa del lavoro e dei contesti aziendali”.