Ottenere un colloquio di lavoro è di per sé un ottimo segno: vuol dire che c’è mercato per le nostre competenze e che il nostro curriculum ha le giuste caratteristiche per colpire i recruiter.
Ma spesso, superata l’euforia del momento, subentra lo stress e la paura: il colloquio viene visto come una prestazione e questa visione alimenta una fisiologica “ansia”. Inoltre, condividendo la notizia con amici e familiari, i consigli fioccano e spesso sono contrastanti. Non è un caso: non c’è una formula matematica per essere protagonisti di un colloquio perfetto. Tuttavia, alcune consapevolezze generali non possono mancare: dall’importanza di considerarlo come un processo olistico, che ha valore non solo durante ma anche prima e dopo, al fattore storytelling. Come spiegava in merito un interessante contributo sull’Harvard Business Review, dal titolo The Key to Landing Your Next Job? Storytelling, per quanto i reclutatori possano prendere decisioni basate sulla logica, i sentimenti svolgono un ruolo altrettanto importante nel valutare gli aspiranti al ruolo. Ecco perché raccontare una storia convincente, in grado di colpire chi è all’ascolto, farà la differenza in tutte le fasi di ricerca di un lavoro, a partire dall’invio del curriculum. Ed è un’attitudine che tutti coltiviamo, anche semplicemente raccontando la nostra vita a parenti o amici.
Alcune dinamiche valide per una job interview di qualità però esistono e sono facili da attuare.
Quali sono? Con il supporto di inJob, player internazionale del job recruiting presente in Europa, Asia, Stati Uniti, ripassiamo i fondamentali dell’arte del colloquio.
- Valorizza lo step precedente
La prima cosa da ricordare è che il colloquio comincia “prima del colloquio”: infatti spesso viene preceduto da un primo contatto telefonico, che rappresenta già uno step conoscitivo. Non bisogna sottovalutare questo passaggio, perché ci dà l’occasione di porre domande e anche di prendere eventualmente nota di dettagli che possono tornare utili successivamente.
- Studia l’azienda con intelligenza
Raccogliere informazioni sull’impresa è fondamentale, come ricorda inJob, e il web è sicuramente una miniera ricca di notizie (ma contano solo quelle verificate e ufficiali). Le aziende sono realtà molto complesse: sono il loro business, ma anche i valori, la storia e la proiezione sul futuro. Conoscere questi aspetti può rivelarsi un asset sorprendente. Tuttavia, il compito del candidato non è spiegare l’azienda al recruiter, semmai far capire che quale valore aggiunto potrebbe apportare in quel contesto.
- Crea il tuo pitch
La domanda Mi parli di lei è uno stress test a cui non si è mai del tutto preparati. Come consiglia inJob, l’ideale è preparare una presentazione di qualche minuto, partendo da un riesame attento dell’annuncio. Gli esempi concreti e rilevanti permetteranno al recruiter di farsi un’idea più precisa della persona. Le domande su punti di forza e debolezza possono essere preparate a casa, quindi con il giusto metodo e la necessaria calma (partendo sempre da esempi concreti).
- Gestisci il corpo
Anche il body language, che pure fa parte della job interview ed è suscettibile di interpretazione da parte del recruiter. I caratteri delle persone sono diversi ma, sottolinea inJob, non gesticolare eccessivamente e mantenere un contatto visivo diretto rappresentano il giusto approccio.
- Ragiona live anche in formato digital
La partita del colloquio si gioca anche in digitale: i recruiter hanno nuove opzioni per conoscere e valutare i candidati. La modalità cambia ma l’obiettivo è lo stesso. Tutti gli aspetti, anche tecnici, sono importanti per una conversazione di qualità quando il colloquio avviene da remoto: dalla foto del profilo sulla piattaforma alla stanza da cui ci colleghiamo. Il set up degli strumenti va attuato in anticipo e la puntualità è sacrosanta, proprio come dal vivo.
- Fai domande opportune
Durante il colloquio, il candidato risponde a quesiti ma a sua volta pone domande. Chiedere dettagli sull’azienda e sulla posizione offerta è giusto, ma altri quesiti, come remunerazione e ferie, non sono adatti al primo colloquio ricorda inJob.
- Rifletti sull’intervista
Passato il momento della job interview, bisogna ripensare ai quesiti e alle potenziali alternative, soprattutto nei casi in cui sono previsti più step: nel caso di un secondo colloquio, possiamo correggere la mira e migliorare alcuni dettagli.
- Gestisci al meglio l’attesa del feedback
Un ottimo consiglio, targato inJob, è quello di continuare a cercare lavoro, mentre si attende il feedback. Le aspettative saranno più circoscritte e si attenuerà l’ansia dell’attesa. In tutti casi è possibile scrivere al recruiter e chiedere quali sono le tempistiche stimate per l’esito: è pur sempre un segno di interesse per l’opportunità professionale offerta. Inoltre, spiega inJob, annotarsi il nome del recruiter e dei referenti aziendali, e seguirli sui social network professionali, è un’attitudine vincente, che proietta il colloquio oltre il mero momento dell’intervista.
- Guarda al futuro
Il feedback arriva e a volte è negativo: essere cortesi e lasciare un buon ricordo al recruiter è fondamentale. Il futuro può riservare sorprese positive e non è detto che un’altra chance non possa profilarsi all’orizzonte dopo qualche tempo.