Considerando tutte le misure relative all’istruzione – incluse quelle sugli Istituti Tecnologici Superiori – al “31 dicembre 2023 la spesa effettivamente sostenuta è circa il 17% degli stanziamenti, un tasso di avanzamento finanziario più basso di quello dell’insieme del Pnrr (22%)”. Lo sostiene il focus Il Pnrr per la scuola e l’università: a che punto siamo?, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Agnelli e la Fondazione Astrid.
Il focus – pubblicato nelle scorse settimane – contiene un bilancio aggiornato di tutte le misure (13 investimenti e 10 riforme) della Missione 4 Componente 1 (Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università) del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Dal quadro delineato emerge “un risultato oggi insoddisfacente e che preoccupa per il futuro. Se si considera anche che il Mef ha stimato l’effetto cumulato delle misure per l’istruzione sulla crescita economica 2021-26 in 1,3 punti di Pil, più elevato di molte altre componenti del Pnrr, è chiaro che gli interventi per scuola e università siano fra quelli su cui sarebbe necessario spingere di più”.
Secondo lo studio è stato speso il 2,4% delle risorse assegnate dal Pnrr agli ITS Academy. In totale il Piano prevede un miliardo e mezzo in favore degli Istituti Tecnologici Superiori.
“Il Pnrr aveva suscitato grandi aspettative nel mondo dell’istruzione sia per gli ingenti investimenti previsti sia per le fondamentali riforme, come la formazione e l’assunzione dei docenti. Da qualche tempo, sullo stato di attuazione del piano è, però, calato il silenzio. L’obiettivo di Astrid e Fondazione Agnelli è tornare a parlare di Pnrr, fare un bilancio dei progressi compiuti negli investimenti fin qui e segnalare i rischi di ritardi o di realizzazioni inadeguate di qui al 2026”, ha spiegato il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto, autore del focus insieme ad Alberto Zanardi, docente di Scienza delle finanze all’Università di Bologna e componente del comitato scientifico di Astrid.
“Anche le riforme più ambiziose, come formazione, orientamento e formazione tecnico-professionale hanno in parte cambiato pelle: si tratta di valutare l’efficacia dei nuovi interventi e quanto contribuiscano al miglioramento di scuola e università”, ha rilevato Gavosto.
La risposta di Valditara
Rispondendo a un’interrogazione parlamentare il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha provato a fornire alcuni chiarimenti sui dubbi sollevati dal focus.
“Abbiamo raggiunto puntualmente tutti gli obiettivi e i target previsti, i quali, a dire il vero, costituiscono l’unico reale parametro per la valutazione dell’avanzamento del Pnrr”, ha dichiarato Valditara, intervenuto nell’aula del Senato lo scorso 23 maggio.
“Anche le complesse riforme previste sono state puntualmente rispettate con l’adozione di trentasei decreti attuativi in meno di un anno e con tutte le procedure di reclutamento dei docenti avviate nei tempi previsti. La stessa Commissione europea, in sede di revisione del Piano, ha apprezzato in particolare il lavoro svolto sull’edilizia scolastica, riconoscendo il nostro impegno nell’incremento complessivo di risorse statali pari a circa 820 milioni di euro, proprio a dimostrazione dell’avanzato livello di attuazione degli interventi. Non si può ritenere quindi che si siano abbassate le ambizioni del Pnrr istruzione, o che si siano ridotti gli investimenti complessivi”, ha spiegato il ministro dell’Istruzione e del Merito.