Confermata la nuova presidenza

Cristiano Perale, ITS Red: “Basta con l’essere ospiti, i nuovi hub ci daranno identità”

Il presidente della rete veneta, e dell'istituto per la bioedilizia e le tecnologie del made in Italy, commenta il via al progetto degli hub

Anche in casa ITS il mattone gioca un ruolo cruciale per pensare al futuro. Non si tratta solo di logistica ma di identità. La conferma arriva dal Veneto, dove lo scorso 14 maggio, a Padova, è stata posata la prima pietra del nuovo campus di ITS Red Academy che sarà realizzato in Via Orlandini, 10, laddove un ex istituto professionale di proprietà della Provincia era stato adibito a magazzino. Come spiegato da Cristiano Perale, presidente ITS Red Academy “il nuovo hub è progettato per evolversi in un campus che sarà punto di incontro e confronto tra giovani, aziende tecnologiche e imprese”.

Ma non solo: come era stato ribadito da più parti, il complesso di aule, laboratori e servizi sarà aperto, di fatto, anche alle altre Fondazioni, in una logica di rete che renderà gli spazi dei diversi soggetti interscambiabili. Padova è stato un primo step ma il disegno è più grande come conferma a TuttoITS Perale: a febbraio il  Consiglio di Amministrazione di ITS Red Academy ha rinnovato il suo incarico alla presidenza per i prossimi 3 anni. Se l’orizzonte triennale consente di fare qualche ragionamento sulla breve distanza, la concessione dell’immobile sito a Padova per trent’anni apre a prospettive di ben altro, e lungo, corso.

A Perale, presidente di Rete ITS Veneto chiediamo quindi conto dell’impatto dei nuovi hub ma anche dei rapporti tra gli attori della formazione tecnologica superiore: all’ultima edizione di Job&Orienta, a Verona, le otto Fondazioni avevano presentato i numeri del Sistema ITS regionale (86 corsi attivi ma destinati a raggiungere un centinaio; 3.181 totale studenti iscritti all’A.A. 2023-24, 5757 diplomati al 2022) e confermato l’interesse a fare squadra per garantire l’eccellenza nella formazione dei professionisti del futuro.

Partiamo dalla recente attualità, dalla posa della prima pietra del nuovo campus di ITS RED Academy in via Orlandini a Padova. Si è parlato di un hub che accoglierà nei propri spazi tutti gli ITS della Regione. Ma in che senso? Cosa succederà quando il campus sarà pronto?

Grazie al gentlemen agreement sottoscritto dagli otto Presidenti degli ITS veneti un anno fa, quando abbiamo avuto accortezza dei fondi PNRR, abbiamo deciso di impegnarci per avere hub diffusi sul territorio regionale nei capoluoghi. Quello di Padova è stato il primo, lunedì (27 maggio, ndr) abbiamo inaugurato i lavori su quello di Venezia, quello di Vicenza verrà pubblicizzato tra circa un mese. Poi ci sarà Verona. Gli hub saranno gestiti per motivi amministrativi ognuno da una Fondazione ma saranno spazi per tutti, noi ci muoviamo in rete, questo è il nostro mantra.

Vogliamo assolutamente che questi hub diventino l’identità del sistema IT, un luogo dove i ragazzi troveranno fondamentalmente laboratori allo stato dell’arte negli otto settori industriali in cui gli ITS stanno crescendo. Manterremo comunque, presso le sedi dove già siamo, dei presidi per la formazione frontale, classica. Però, negli istituti che ci ospitavano, non avevamo spazi a noi riservati in modo esclusivo. Andremo a investire 28 milioni euro per arredare i laboratori. E questo non può essere fatto se non sei proprietario dello spazio in cui sei, in cui investi.

Formalmente, si tratta di una concessione dell’immobile per trent’anni.

Lo schema è uguale per tutti, il gentlemen agreement ha per obiettivo l’utilizzo di spazi pubblici non utilizzati. Li riqualifichiamo con fondi PNRR, quindi con circa 14 milioni di euro che ci sono stati messi a disposizione per la parte edile. Il resto dei fondi viene utilizzato per spazi laboratoriali.

Un obiettivo di programmazione di medio e lungo periodo per dare stabilità, e quindi contezza di crescita stabile al sistema ITS. Sistemi con contratti a 1,2,3 anni non sono più accettabili. La legge 99 ha dato identità piena, c’è stato un grosso investimento del governo, un miliardo e mezzo a livello nazionale, 140 milioni sul territorio veneto: è la prova che dobbiamo stabilizzarci.

Trent’anni sono un orizzonte troppo lungo per fare previsioni, ma che spinta può venire da questi hub in prospettiva, anche in termini di numeri?

C’è un cambio di paradigma, prima dovevamo capire che potenzialità avevamo sul territorio, questi primi 12 anni sono stati sicuramente un test per capire come il sistema industriale potesse in Italia rispondere a un’alta formazione professionale. I risultati sono stati eccezionali, soprattutto in Veneto. Gli hub daranno al sistema ITS non solo l’identità di principio, ma anche quella fisica che oggi non abbiamo. E senza non esiste la formazione. Conosciamo le università, le scuole superiori, i licei anche per l’identità fisica dell’istituto che è sul territorio. Oggi nelle sedi che abbiamo – essendo ospiti – siamo riconosciuti per i padroni di casa: dopo avremo uno spazio che sarà “Ah lì, ci sono gli ITS“. Per noi è fondamentale, la fase di orientamento cambierà totalmente.

Infatti da settembre partiremo con un progetto di comunicazione estremamente pesante, proprio perché abbiamo gli strumenti nuovi. Racconteremo storie di eccellenza sia in termini di studentato, sia in termini di aziende soddisfatte del rapporto con ITS. Nei laboratori gli studenti troveranno tecnologie che non ci sono altrove e non parlo solo del Veneto.

Red avrà a disposizione, tecnologie ancora oggi sconosciute per il monitoraggio dei consumi e dell’efficienza degli stabili. Avremo un cane robot dotato di sensori, in grado di entrare in un edificio fatiscente danneggiato da un sisma, per rilevarne lo stato e poi capire come agire. La meccatronica si doterà di sistemi altamente digitalizzati per la produzione industriale, quindi macchine a controllo numerico capaci di stampare, in tre D, un volume pari a quello di un’auto, lo vedremo a Vicenza. A Venezia vedremo simulatori navali, scala uno a uno, sarà come essere nella sala di comando di diversi tipi di imbarcazioni. Nell’edilizia stiamo già sperimentando, gli studenti stanno già lavorando per esempio con simulatori di lavorazioni in quota. Avremo spazi di simulazione in sicurezza che permetteranno ai nostri studenti di essere consci dei sistemi di produzione, controllo e gestione dei siti produttivi dall’edilizia all’agroalimentare alla meccatronica.

Pur a fronte di specializzazioni diverse, gli otto ITS insistono, in termini di appeal, sullo stesso bacino regionale. Come vi rapportate a questo tema? Quanto conta il fattore concorrenza?

Non siamo in concorrenza, Regione Veneto ha voluto dall’inizio fondazioni complementari, quindi senza sovrapposizione. Chi si indirizza all’edilizia probabilmente non ha nessun interesse per l’agroalimentare. Pensiamo, semmai, a un bacino dove oggi stiamo pochissimo in termini di attività, quello dei liceali. Si tratta di una formazione generalista che consente di entrare in qualsiasi Fondazione come in nessuna, per cui gli studenti hanno problemi di propedeuticità all’ingresso, ma hanno anche un background robusto che permette facilmente di superare la mancanza della stessa.

Quindi stiamo lavorando su quel tipo di bacino. Un ragazzo che ha studiato alla scuola edile o da geometra difficilmente sarà interessato a un percorso nell’agroalimentare o nel turistico. Sicuramente rimarrà più affine ai sistemi produttivi dell’edilizia o anche della meccatronica magari. Ci sono ovviamente delle scuole a noi più specifiche, di settore, e altre invece generaliste, dove possiamo ancora andare a lavorare. Poi c’è un bacino in cui nel breve o medio periodo lavoreremo molto: sono i drop-out, studenti diplomati che hanno abbandonato o stanno abbandonando i percorsi universitari e non hanno una certificazione delle loro competenze. Si trovano persi in un limbo. Grazie a un accordo con le quattro università venete che abbiamo chiuso in queste settimane andremo a lavorare anche sui drop out, a cui verrà comunicata la possibilità di avvicinarsi al sistema i TS e recuperare il riconoscimento di crediti. Non abbiamo nessun dubbio di avere risorse umane da formare.

Come valute i rapporti con il mondo dell’università? Tra i nostri lettori è un tema sentito la possibilità di veder riconosciuti in ambito accademico i crediti di un percorso ITS, al fine di raggiungere poi una laurea triennale ad esempio. L’attrattività del sistema potrebbe crescere in questo senso? Come valuta questo aspetto? Alcuni ITS puntano anche sul tema dell’accesso diretto al terzo anno di laurea, ad esempio in Università telematiche.

Il rapporto con l’università non è una nostra priorità, al netto di chi comincia una carriera universitaria e non la completa, in quel caso si tratta di qualcuno con cui auspichiamo di voler collaborare.

Oggi possiamo dire che siamo paralleli all’università, ma non siamo in concorrenza, il nostro target è totalmente differente da quello universitario. E secondo me se il governo prosegue il concetto che ha presentato a settembre, quindi quello della riforma del sistema di formazione, a partire da quello professionale con il 4+2, ci inseriamo – in modo parallelo a quello che succede nel resto del mondo – in un sistema formativo anticipando quella che è la formazione universitaria. Quindi nessuna concorrenza, nessuna disagio, ma neanche la necessità di collaborare. Noi abbiamo un rapporto strettissimo con il tessuto imprenditoriale, con le linee produttive. Questi ragazzi sono stage dopo tre mesi dall’inizio dei corsi, mentre nel sistema universitario entrano in stage, se va bene, dopo i primi 2, 3 anni. Non è necessario metterli a confronto.

Sul fronte dei crediti formativi in uscita, RED ha già conosciuto due accordi con università per il riconoscimento parziale. Il dialogo è più complesso con università che non si sono ancora aperte alla formazione online. Bisogna ricordarsi che il 92% lavora e quindi la compatibilità del lavoro con la formazione universitaria è difficile in assenza di un importante modulo di formazione online.

A febbraio, il Consiglio di Amministrazione di ITS Red Academy l’ha confermata alla presidenza per i prossimi tre anni. Parlando degli obiettivi a venire, ha fatto riferimento “all’evoluzione della didattica dei corsi e allo sviluppo di nuovi percorsi formativi per il settore“. Cosa aspettarsi sul fronte di questi ultimi?

ITS RED, a settembre, attiverà a Padova due nuovi percorsi formativi fuori dagli schemi ordinari, nella volontà di fornire tecnici per l’intera ampia filiera del sistema delle costruzioni: Public Administration Manager, Tecnici per la pubblica amministrazione (appalti, gestione del patrimonio, amministrazione, uffici tecnici ed urbanistica) ed ⁠Energy specialist, Tecnici per le società multiservizi (in parte municipalizzate) per la fornitura idrica, energia, gas e gestione reti fognarie.

Si tratterà di professionisti che potranno lavorare per la pubblica amministrazione così come per le aziende/imprese che forniscono servizi alla Pa. Vogliamo una nuova generazione di tecnici che avendo fatto lo stesso percorso formativo parlino la stessa lingua.

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