Bilanci finali

Ottomila persone per ripensare la scuola a Didacta Trentino

Tra i temi forti dell'edizione, la riforma tecnico-professionale e la necessità di attraversare il confine tra aula e impresa

Didacta Italia

Quasi ottomila persone non si muovono solo per curiosità. Soprattutto se parliamo di insegnanti, dirigenti scolastici, formatori. Didacta Italia – Edizione Trentino ha chiuso i battenti a Riva del Garda (lo scorso 24 ottobre, ndr) con un bilancio che va oltre i numeri: 8.000 presenze che raccontano una domanda precisa di chi la scuola la vive ogni giorno. Una domanda di strumenti, ma anche di senso. E soprattutto di connessioni: tra teoria e pratica, tra competenze e mercato, tra diplomati e opportunità concrete.

Come affermato da Francesca Gerosa, assessore all’istruzione della Provincia autonoma di Trento, Didacta “ha dimostrato di non essere semplicemente una Fiera, ma un luogo di incontro e contaminazione di esperienze”. E in effetti, guardando il programma e i temi affrontati, la definizione calza. Perché portare Didacta in Trentino ha significato fare una scelta di campo: mettere al centro le piccole scuole dei territori montani, ma anche interrogarsi su come la formazione tecnica e professionale possa diventare leva di sviluppo per aree che rischiano lo spopolamento.

La riforma tecnico-professionale: attraversare il confine tra formazione e lavoro

È questo uno dei fili rossi che ha tenuto insieme i tre giorni di convegni e workshop: il rapporto tra formazione e lavoro. Francesco Manfredi, presidente di INDIRE, lo ha richiamato con forza parlando di “confini” che devono essere “responsabilmente tutelati e attraversati”. Tra questi, in primo piano, c’è la riforma del ministro Valditara della formazione tecnica e professionale per attraversare bene il confine tra formazione e lavoro”.

Non è un tema secondario, soprattutto in un territorio come il Trentino dove gli Istituti Tecnici Superiori e la formazione professionale hanno un ruolo strategico. La domanda di competenze tecniche e specialistiche non è mai stata così alta, ma il sistema educativo fatica ancora a sincronizzarsi con i tempi e i bisogni delle imprese. Gli ITS Academy, in questo scenario, rappresentano un modello che prova a rispondere proprio a questa sfida: percorsi brevi, ad alta specializzazione, con il 50% di docenti provenienti dal mondo produttivo e stage obbligatori in azienda.

A Riva del Garda si è discusso di come questo modello possa essere replicato, migliorato, esteso. E di come possa dialogare con il resto del sistema: istituti tecnici, professionali, università. Perché il vero nodo non è costruire percorsi alternativi, ma far funzionare un ecosistema integrato dove ogni pezzo parla con l’altro e dove le transizioni non sono salti nel vuoto ma passaggi accompagnati.

Dispersione scolastica e competenze digitali: le altre urgenze

La partecipazione ha mostrato che c’è fame di confronto vero anche su altri temi spinosi. Angelo Paletta, presidente del Comitato tecnico scientifico di IPRASE, ha confermato che l’edizione è stata “pienamente in linea con gli obiettivi prefissati: una partecipazione oltre le attese”. Tra i temi affrontati, Paletta ha elencato “dalla lotta alla dispersione scolastica alla promozione delle competenze digitali e numeriche, fino ai temi della valutazione formativa e del benessere scolastico”, oltre a “multilinguismo, le sfide delle piccole scuole legate ai cambiamenti demografici e il ruolo centrale della dirigenza scolastica”.

Dispersione e competenze digitali sono, non a caso, due facce della stessa medaglia quando si parla di formazione tecnica e professionale. Da un lato c’è il rischio che ragazzi demotivati abbandonino percorsi troppo accademici o distanti dalla realtà. Dall’altro c’è la necessità di formare profili che il mercato cerca disperatamente: tecnici informatici, esperti di digitalizzazione, specialisti in meccatronica, green economy, agroalimentare.

Lavorare insieme: il modello da replicare

Il Trentino, con la sua autonomia e le sue specificità, ha offerto un terreno di sperimentazione interessante. Un territorio che, come ha affermato Gerosa, “ha molto da raccontare e da far conoscere agli altri, ma che sa anche aprirsi per costruire il futuro, confrontandosi con modelli educativi e organizzativi diversi sperimentati in altre regioni e in altri Stati”.

L’appuntamento ora si sposta: Becattini ha annunciato che la prossima edizione nazionale si svolgerà a Firenze alla Fortezza da Basso dall’11 al 13 marzo 2026. Ma quello che resta di questi tre giorni a Riva del Garda è una domanda che riguarda direttamente il mondo degli ITS Academy: la scuola italiana è pronta a investire davvero su quella zona di confine dove formazione e lavoro si incontrano? O continuerà a trattarla come un’appendice, un piano B per chi non ce la fa all’università?

Ottomila persone hanno dato una risposta con i piedi, presentandosi. Adesso tocca alle politiche educative essere all’altezza di quella presenza. E costruire ponti solidi tra aule e fabbriche, tra diplomi e opportunità, tra territori e futuro.

Condividi questo contenuto:

Riccardo Liguori
Collaboratore
Giornalista professionista. Determinato, riflessivo e curioso, tra i temi che ho più a cuore l'ambiente e la filosofia hanno (quasi) sempre la precedenza.
Segui l'autore:
Iscriviti alla newsletter di TuttoITS
Con l’iscrizione al servizio dichiaro di accettare le Informazioni sulla Privacy.