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Logistica e ITS, le skill per un comparto che cambia

Le aziende di questo settore strategico avranno sempre più bisogno di professionisti in grado di confrontarsi con la digitalizzazione di processo e con la trasformazione in nome della sostenibilità. Ecco quanto conta un'alta formazione tecnica professionale

In collaborazione con: UniCredit

La pandemia ha ribadito, semmai ce ne fosse bisogno, la centralità della logistica nelle nostre vite e nell’economia nazionale. Tuttavia, anche per questo comparto che ha risentito meno di altri dello choc dell’ultimo biennio, le sfide non mancano. Come ribadiva la recente ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet del Politecnico di Milano, la crescita del mercato della logistica conto terzi in Italia continua e raggiungerà quota 91,8 miliardi di euro a fine 2022 (+2,8% sull’anno precedente). Ma il settore si confronta anche con “forti aumenti dei costi operativi, scarsità di capacità operativa nel trasporto e nei magazzini, rallentamenti nelle supply chain internazionali e la criticità a reperire energia e combustibili”. 

Impossibile ignorare poi sul fronte italiano, ai fini del potenziamento della competitività del comparto, il tema infrastrutturale ma quello ambientale e digitale. Le imprese italiane, secondo l’Osservatorio, nel campo della logistica 4.0 si stanno concentrando ancora molto sulla digitazion (72%) mentre crescono i progetti di automation (32%) e solo nel 14% dei casi sono stati varati progetti di analytics per l’analisi di dati.

In un settore che continuerà a evolvere le competenze adeguate faranno la differenza. A Verona l’Istituto Tecnologico Superiore Academy LAST forma professionisti nell’ambito della logistica (a Verona, Padova e Vicenza) e dei sistemi innovativi per la mobilità (annovera anche corsi per futuri digital transformation specialist, esperti nei processi di internazionalizzazione di impresa e nel settore Automotive, sempre nel capoluogo scaligero). Gli studenti si mettono alla prova sul campo, perché lo stage rappresenta il 50% del tempo di studio, a stretto contatto con docenti che vengono dal mondo delle imprese. Ne parliamo con Laura Speri, direttrice di ITS Last: anche in questo istituto tecnologico superiore, la sinergia con UniCredit porta agli studenti un know how specifico su alcuni temi di ambito economico e finanziario.

Speri, a un recente evento ha affermato che il problema è trovare i ragazzi, di occupazione ce n’è: è un assunto che conferma? Il problema per il mondo dell’alta formazione professionale è trovare capitale umano?

Sì, ma come un po’ per tutte le imprese in questo periodo. Abbiamo tantissima richiesta e il nostro core business è la logistica: nel 2011 siamo partiti con un solo corso, avevamo ventitré ragazzi e ci chiedevano se il territorio veronese sarebbe stato capace di assorbire ogni anno ventitré diplomati e se il mercato si sarebbe saturato nel giro di poco. Attualmente, e parlo solo di Verona, i nostri diplomati di logistica sono una settantina e, al momento dell’ingresso sul mercato, dobbiamo dire no a circa venti aziende, perché non ne abbiamo a sufficienza. La logistica è un settore che sta funzionando, non si è fermato nemmeno con il Covid, le aziende hanno capito che gli studenti che escono dall’ITS hanno proprio le competenze che gli servono. Quindi le aziende ci sono, dobbiamo formare più ragazzi per accontentarle tutte.

C’è anche un problema di scarsa conoscenza del mondo ITS?

Gli ITS non sono ancora così noti: siamo nati dieci anni fa, è normale che i nostri percorsi non siano conosciuti approfonditamente come quelli universitari, l’università ha secoli e secoli di storia. Nel nostro caso, funziona bene anche il passaparola. Siamo però protagonisti di una crescita esponenziale, quest’anno abbiamo presentato e fatto partire nove corsi, e chiaramente aumenta anche la richiesta di allievi da portare in classe. Tuttavia, abbiamo fatto anche una buona selezione, perché in alcuni casi avevamo più richieste dei posti a disposizione, come per i corsi digital, internazionalizzazione e automotive. Non possiamo lamentarci, tendiamo sempre a migliorare: non prendiamo ancora uno studente su 100, ma di certo facciamo selezione.

La logistica è un comparto strategico che si confronta con varie sfide, dai temi globali (rallentamenti delle supply chain, aumento dei costi, ndr) alla sostenibilità. Quali sono i fattori di evoluzione nel settore che possono aumentare l’appeal di una formazione in questo campo?

Nella logistica c’è tanta innovazione, pensiamo a un acquisto su Amazon: in tre click riusciamo a scegliere, selezionare e pagare un prodotto e il giorno successivo lo riceviamo. Questo semplice gesto richiede logistica. C’è tanta innovazione anche sul fronte dei software gestionali, di tracking, di gestione del magazzino. Altro tema è la sostenibilità: i ragazzi di oggi sono anche più sensibili al tema dell’efficienza, quella dei costi ma anche ambientale, a seconda dei mezzi usati e relativo impatto. Inoltre, l’innovazione digitale, e tutto quello che riguarda l’internet of things, rappresenta la sfida con cui i ragazzi si confrontano, dal punto di vista operativo, in aula o in stage.  

In quali contesti lavorano i diplomati ITS nella logistica? Nella logistica interna delle aziende o presso i grandi player del settore?

La logistica è ovunque: pensiamo al manifatturiero che ha all’interno una logistica, perché una materia prima arriva, viene trasformata e il prodotto deve arrivare al consumatore finale. Le aziende manifatturiera, dotate di una logistica interna, sono perlopiù grandi perché la piccola e media impresa si affida a terzi. Ci sono poi operatori che si occupano esclusivamente di logistica, aziende di autotrasporto o imprese che fanno logistica conto terzi. Se parliamo di manifatturiero approdano in grandi aziende; i player puri sono sia medi che grandi, a volte sono grandi gruppi che hanno filiali in Italia, a Verona, a Padova, ecc. Ci sono poi aziende di autotrasporto, che hanno bisogno di professionisti nell’ufficio traffico, sia nazionale che internazionale. I nostri studenti vengono anche inseriti in uffici import/export, nelle operazioni doganali e nella gestione delle spedizioni.

Come cambiano nel tempo le esigenze delle imprese e come incide questo sulla didattica?

La forza dell’ITS è il continuo confronto con le aziende che sono presenti nel comitato tecnico scientifico e che accolgono i nostri studenti in stage. Il monitoraggio avviene giorno dopo giorno, i colleghi che si occupano degli stage percepiscono dalle aziende i bisogni inevasi, le competenze che servono. Questo confronto giornaliero ci porta, anno dopo anno, ad aggiungere materie, competenze, moduli inediti. Pensiamo all’accelerazione digitale, in pandemia: le aziende ci hanno chiesto molto velocemente di preparare i ragazzi sui temi di Industria 4.0, come l’internet of things. In una città come Verona, che esporta molto e ha aziende con casa madre in Germania, la conoscenza del tedesco è molto richiesta. Poi, le soft skills: la competenza tecnica viene veicolata anche in azienda, ma le imprese apprezzano molto il saper lavorare con gli altri, il problem solving, le doti di leadership, quindi le competenze trasversali. Non a caso abbiamo ampliato questo ambito negli anni.

Come si articola la vostra sinergia con Unicredit?

UniCredit ha sempre appoggiato gli Its e noi siamo grati, perché abbiamo bisogno delle aziende per la costruzione del programma didattico, per le docenze, per gli stage e UniCredit è una di queste aziende. Possiamo contare sui percorsi che portano ai nostri studenti. Il supporto di UniGens serve agli studenti per capire come si crea un business plan; abbiamo inoltre un modulo, chiamato La sfida dell’export in cui i docenti UniCredit fanno docenza sui temi come fiscalità, tipologie di pagamenti, finanziamenti, rischi del processo di internazionalizzazione. Credo che in qualità di esperti del mondo del credito e della finanza siano i professionisti più adatti a preparare i nostri ragazzi su questi temi

Questo tipo di formazione può aiutare l’autoimprenditorialità nella logistica?

In genere l’approdo naturale, nella logistica, è un contratto da dipendente. Non abbiamo attualmente esempi di studenti che hanno creato aziende, sicuramente le competenze di ambito economico possono tornare utili.

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