La formazione tecnica superiore piace al mondo delle imprese e gli ITS sono il contesto giusto per maturare quelle competenze di “tipo tecnico – professionale di medio e alto livello riferite a specifiche aree economiche professionali”, mission specifica di questo canale formativo.
Ma gli studenti degli ITS a cosa aspirano una volta completato questo percorso di natura peculiarmente duale (teoria e pratica in azienda)? Quali ambizioni e aspettative hanno su stipendio, settori professionali, tipologia di contratti, avanzamenti di carriera? Qualche risposta interessante arriva da un’indagine che ha coinvolto 2.227 studenti, distribuiti tra superiori (1.743), università (92) e ITS (442).
Scopo della survey era raccogliere il punto di vista dei giovani, per aiutare anche le aziende a comprendere meglio come approcciare i potenziali futuri dipendenti, in una fase storica dove grandi dimissioni e mismatching delle competenze dominano il dibattito e rispecchiano, a grandi linee, i maggiori elementi di criticità per il mercato dell’occupazione.
Come rivela l’indagine, nell’ambito del Progetto sviluppo scuola impresa di Confartigianato, gli studenti degli ITS (ITS Incom, ITS Red Academy, ITS Mobilità sostenibile, ITS Cosmo) cercano in un’azienda, in particolare, opportunità di carriera (72,4%) in misura ancora maggiore rispetto agli studenti delle scuole superiori (60,6%) e agli universitari (66,3%) e naturalmente non può mancare uno stipendio adeguato. Ma in che tipo di impresa vorrebbero lavorare? Il 38,9% degli studenti di ITS volge lo sguardo alla piccola e media impresa, il 34,4% alla grande impresa e in minor misura nelle multinazionali (26,7%).
L’azienda viene vista come il contesto fisiologico in cui apportare le proprie competenze (59,5%) mentre una percentuale esigua pensa a mettersi in proprio (7,7%). Il posto di lavoro a tempo indeterminato non sembra affascinare più di tanto: il 44,8% lo cambierebbe per un determinato che da più soddisfazione, il 27,8% per fare carriera. Interessante anche il dato sugli strumenti da usare per trovare lavoro: Linkedin prevale nel 77,4%, seguito dal tirocinio (61,3%) e più staccato appare il passaparola (34%). In un Paese dove la ricerca di lavoro può passare in alcuni casi ancora da canali informali, la fiducia in una piattaforma che mette al centro il lavoro e le connessioni professionali può rivelare, indirettamente, una consapevolezza della spendibilità del proprio bagaglio formativo e della sua appetibilità per aziende e recruiter.
Fa riflettere, non solo per gli ITS, ma per tutti i protagonisti sondati, l’ammissione, nitida, sull’ignoranza rispetto alla composizione del tessuto imprenditoriale lombardo (punto di riferimento dell’indagine). Quest’ultimo è composto, come ricorda il report, “principalmente da pmi attive nei servizi, nella manifattura e nelle costruzioni” ma i giovani “incredibilmente, pensano che le maggiori opportunità siano offerte dalla multinazionali e dal settore terziario”. Il rischio insomma è di non capire quali siano davvero le opportunità professionali in gioco e in quali contesti spendere la propria formazione. Una dinamica che, di fatto, svantaggia gli stessi ITS: il report infatti afferma che solo il 3,4% degli studenti delle superiori considera gli Istituti Tecnologici Superiori come possibile opzione dopo il diploma. Insomma, non sapendo quali sono le imprese dei territori e che esigenze hanno, in termini di competenze e profili ricercati, molti proseguono per direttissima verso gli atenei o cercando subito un impiego. Niente di sbagliato ma, come sottolineava nel 2021 il report Gli ITS lombardi e Il Piano di sviluppo Nazionale (Confindustria Lombardia e Adapt), diversi esempi mostrano come questi istituti “possano mostrarsi partner preziosi per accompagnare settori più tradizionali a rinnovarsi o accompagnare la crescita di settori innovativi, che spesso richiedono figure professionali che i normali percorsi scolastici e universitari non formano“.
Sottovalutare, in generale, che molti settori sono destinati a trasformarsi – e che altri chiedono figure specifiche – porta molti a non individuare il potenziale di una formazione tecnica superiore perfino in una regione, la Lombardia, dove sono rappresentati tutti gli ambiti tecnologici del sistema ITS.