Scambi di studenti e docenti, attività di stage, formazione, stimolo sulla ricerca al fine dell’innovazione metodologica e didattica. Gli Istituti Tecnologici Superiori italiani possono guardare Oltralpe, alla Francia, per scambiare delle buone prassi e mettere in gioco il meglio del loro capitale umano. Grazie, infatti, al protocollo di intesa firmato lo scorso marzo dall’Ambasciata di Francia in Italia e da Rete ITS Italia, l’associazione che rappresenta il più grande raggruppamento italiano delle Fondazioni ITS, gli ITS italiani e i Campus des métiers e des qualifications francesi potranno approfondire la loro relazione e valorizzare le migliori esperienze di entrambi i sistemi.
I punti di contatto sono numerosi e decisamente comuni gli obiettivi. In Italia, gli ITS sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma: dopo un biennio di formazione duale, i tecnici superiori entrano nel mercato del lavoro forti di competenze in aree tecnologiche considerate strategiche per l’economia e la competitività nazionale. Grazie a una didattica strutturata per competenze – e a una proposta di corsi che verte sui bisogni dell’industria, locale e distrettuale – i tecnici superiori, ottenuto il diploma, accedono al mondo del lavoro in tempi brevi, spesso proseguendo un percorso che nasce durante le esperienze di stage in azienda.
In Francia, come spiega il ministero dell’educazione nazionale, lo scopo dei Campus è rispondere con la formazione al bisogno di lavoro e di competenze di uno specifico settore.
I Campus des métiers e des qualifications offrono, infatti, una gamma diversificata di percorsi di istruzione professionale, tecnologica e generale, secondaria e superiore: la caratteristica che li contraddistingue, proprio come nel caso italiano, è la focalizzazione su un settore di attività di eccellenza che intercetta una questione economica rilevante, sia essa nazionale o regionale.
Sono due le macroaeree in cui i Campus des métiers e des qualifications mettono a disposizione percorsi legati a politiche di rilancio produttivo (per un totale di 12 settori). Da un lato, le filiere che creano posti di lavoro come edilizia, energia, alberghiero, servizi e industria in generale; dall’altro, le filiere del futuro, ovvero digitale, cybersicurezza ma anche salute ed economia. In tutti questi ambiti, si punta a favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, sfruttando anche i collegamenti con le aziende locali che accolgono gli studenti per accompagnarli e guidarli nei processi di formazione.
L’incontro con l’azienda è fondamentale perché, in Italia come in Francia, per gli allievi non si tratta solo di aggiungere un ulteriore step al percorso formativo, ma anche di comprendere e contribuire ai processi di digitalizzazione dell’impresa che sono in corso in tutto il mondo proprio grazie all’accelerazione tecnologica. Nella fase on the job c’è spazio, infatti, anche per momenti creativi, conoscenza di piattaforme tecnologiche, applicazioni di metodologie per innovare prodotti e servizi. Lo studente che entra in un ITS o in Campus de métiers non sarà solo un discente dal primo all’ultimo giorno di corso ma diventerà nel tempo stagista, apprendista e anche professionista nei casi in cui un’azienda decida di assumerlo prima della conclusione del percorso.
Con lo sviluppo dei partenariati, gli ITS italiani e la controparte francese potranno quindi approfondire i rispettivi punti di forza e confrontarsi grazie a scambi, tirocini e attività di stage che aiuteranno i partecipanti non solo a sviluppare le competenze ma anche a consolidare la padronanza della lingua e della cultura.
In Francia come in Italia, l’obiettivo degli ITS e dei Campus è formare professionisti in grado di lavorare nelle imprese con le competenze di cui hanno bisogno oggi, al tempo delle due grandi trasformazioni, quella digitale e quella della transizione energetica. Molto rilevante anche l’obiettivo del coinvolgimento dei Neet: secondo i dati Eurostat sul 2022, l’Italia non solo è uno dei nove paesi in cui il tasso di Neet è superiore alla media Ue dell’11,7% ma va ben oltre questo dato, con il 19% di tutti i giovani di età compresa tra 15 e 29 anni che non studiano, non lavorano e non si formano (più basso il dato francese, al 14%).
La sinergia tra gli ITS e le controparti francesi può dare, nei suoi campi di intervento, un importante impulso a quella collaborazione reciproca tra i sistemi di istruzione che è al cuore dell’articolo 8 del Trattato tra le Repubbliche per una cooperazione bilaterale rafforzata: Italia e Francia si impegnano infatti a “incoraggiare la mobilità giovanile, in particolare per l’istruzione e la formazione professionale, in un’ottica di apprendimento permanente“.
A monitorare il buon esito del protocollo di intesa e della sua applicazione, un gruppo di supervisione che si riunirà trimestralmente per verificare l’andamento delle iniziative, promuovere lo sviluppo e il potenziamento delle attività formative, e interfacciarsi con i diversi partecipanti e portatori di interesse.
Agli ITS e ai Campus des métiers e des qualifications non resta quindi che mettersi en marche lungo la strada dello scambio e della valorizzazione delle migliori e rispettive esperienze didattiche.