La messa a disposizione di competenze “pronte all’uso” è uno dei tratti distintivi del mondo ITS, complice una formazione che si alimenta di una massiccia dose di pratica. Non fanno eccezione gli allievi che studiano nell’ambito delle tecnologie della comunicazione, una delle aree in cui si possono formare i professionisti che puntano a entrare nel mondo del lavoro con una formazione tecnica superiore.
A Varese, l’undicesima edizione di Glocal, il festival del giornalismo digitale dal focus locale organizzato da Varese News, si affida agli studenti degli ITS per gestire alcune dinamiche fondamentali in un appuntamento che si apre al pubblico lontano dalla città lombarda anche grazie al potere del digitale. Due team composti da studenti dell’ITS Incom di Busto Arsizio saranno infatti presenti alla manifestazione (di scena dal 10 al 12 novembre, ndr) per dare il proprio apporto: come spiega a TuttoITS Marco Corso, giornalista e videomaker, responsabile area video di Varese News, “da un paio di anni portiamo i ragazzi dei corsi di new media marketing e digital comunication a fare, di fatto, un’esperienza di stage nei giorni dell’evento. Un primo gruppo si occuperà di comunicazione social: gli affideremo la comunicazione su Instagram. Un secondo gruppo si occuperà della parte video, ci daranno una mano con la diretta streaming degli eventi, realizzeranno video, mini-interviste, quindi materiali che serviranno per la pubblicazione post evento“.
L’importante supporto degli studenti dell’ITS Incom
La sinergia tra ITS Incom e la manifestazione si rinnova all’interno di un legame più ampio, come conferma Rosaria Ramponi, direttrice della fondazione ITS Incom: “Gli studenti saranno di supporto all’evento, è un’iniziativa a cui collaboriamo con piacere anche perché Varese News è uno dei nostri partner (è socio partecipante della fondazione, ndr) e abbiamo piacere che i ragazzi siano operativi su aspetti già approfonditi durante le attività formative. Alcuni professionisti di Varese News sono nostri formatori e quindi a maggior ragione sono contenti di aver formato ragazzi che collaborano con loro“.
A presenziare alla manifestazione, e dare il proprio apporto, saranno studenti del secondo anno, quindi professionisti già esperti. Come conferma Corso, che nell’ITS svolge anche attività didattica, “sappiamo come lavorano, al punto di affidargli la nostra comunicazione Instagram sull’evento. Sono i ragazzi del secondo anno, sanno fare tante cose, dal filmare al montare“. Nell’ambito della comunicazione, la formazione di area ITS contribuisce a creare professionisti che possono operare, per esempio, nel settore del new media marketing, della digital communication o della strategy e customer care. Ma nulla vieta di guardare a un mondo che cambia grazie al forte innesto del digitale, come quello del giornalismo: “Ogni anno prendo ragazzi a fare lo stage con me a Varese News per la parte video, perché so che sanno fare le cose che richiedo. Altre si imparano con l’esperienza: non chiediamo di conoscere la storia del cinema ma di saper usare una telecamera e fare il montaggio giusto per mettere un video sui social. In questo senso, i ragazzi dell’ITS hanno un vantaggio competitivo. Per il mondo del lavoro la formazione pratica è più utile“.
Il festival: un’occasione per gli studenti
Per gli studenti il Festival rappresenta un’occasione di dare il proprio apporto sul campo; l’appuntamento dedicato agli scenari del giornalismo è, in generale, attento a coinvolgere il mondo della formazione, a diversi livelli (partecipano anche scuole superiori e università, ndr). Per la formazione tecnica superiore ogni vetrina è importante e l’attenzione è in crescita: “Sicuramente in questi anni le iniziative che sono state realizzate sia a livello provinciale, che regionale che nazionale, hanno diffuso l’esistenza degli ITS, la presenza sui territori sia lato allievi che lato aziende. Molto più che in passato nell’ultimo anno tante realtà aziendali ci sono venute a cercare per una collaborazione e questo è un buon segno. I numeri con cui stanno crescendo tutti gli ITS sono importanti, una conoscenza capillare non c’è ancora, sicuramente si può fare di più“, sottolinea Ramponi.
La Fabbrica del sapere e del saper fare
Quello lombardo è comunque un contesto privilegiato: è la regione italiana con il maggior numero di Istituti Tecnici Superiori e Varese, Somma Lombardo e Busto Arsizio – solo per citare il varesotto – offrono una buona proposta al target locale. Come recentemente annunciato dalla Confindustria di Varese, il rilancio della competitività locale – guardando a un orizzonte lungo (Varese2050, ndr) – passerà anche dalla costruzione di una Fabbrica del sapere e del saper fare che nascerà a Castellanza, in un’ex area industriale contigua all’ateneo Liuc: si chiamerà Mill (Manufacturing, Innovation, Learning, Logistics) e, come da annunci, “ospiterà spazi di creazione e incubazione di startup, nuove strutture per corsi ITS, nuovi servizi per le imprese e la nuova sede di Confindustria Varese“.
La relazione con i territori è fondamentale per il mondo ITS, tanto più nei contesti dove il tessuto produttivo ha tratti multisettoriali, ma anche vocazioni specifiche (es: l’aerospazio, ndr): “Sicuramente il territorio della provincia di Varese da questo punto di vista è molto attivo, abbiamo la fortuna di avere tante aziende che operano in settori innovativi e tecnologici, molto volentieri collaborano sulle attività di formazione e hanno altrettanto riscontro negli inserimenti lavorativi. Le aziende sono disposte a sostenere i ragazzi con borse di studio o ad attivare apprendistati formativi, annuali o biennali, è un territorio molto attivo“.
Le sfide in prospettiva non mancano, anche per la Fondazione ITS Incom, e Ramponi le sintetizza così: “Bisogna continuare a innovare i percorsi in area digitale: è un momento molto importante, ci aspettiamo tante cose dal Pnrr: la possibilità non solo di crescere in termini di numeri, ma di creare laboratori all’avanguardia e strutture formative per accogliere i ragazzi. Bisogna crescere anche in termini di spazi e attrezzature, oltre che nel numero di studenti“.