I rischi e le perplessità

ITS, per la FLC Cgil la sperimentazione 4+2 “non è un modello vincente”

Abbiamo parlato del disegno di legge approvato dal Parlamento con Graziamaria Pistorino, della segreteria nazionale della Flc Cgil

La nuova filiera formativa tecnologico-professionale prevede “una modifica significativa dal punto di vista ordinamentale. Quello che temiamo però è la modifica della finalità della scuola, che non può essere considerata un presupposto dell’ufficio di collocamento. Non deve essere finalizzata a dare risposte al mercato del lavoro e alle imprese”. 

Lo spiega a TuttoITS Graziamaria Pistorino, della segreteria nazionale della Flc Cgil. Secondo la sindacalista il provvedimento approvato a fine luglio dal Parlamento “è molto circoscritto al territorio e alle esigenze delle aziende.

Il testo messo a punto dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara fa intervenire “la Regione e anche il singolo privato, quello che ci mette il finanziamento per la scuola, nella fase della co-progettazione del curriculum, dell’offerta formativa. Per noi è estremamente grave: il curriculum va fatto dai professionisti del settore, dal collegio dei docenti”. 

Pistorino esprime forti perplessità sull’introduzione della sperimentazione “4+2”, che riguarda anche gli Istituti Tecnologici Superiori. “È un’operazione demagogica. Quando si dice ‘abbreviamo il percorso scolastico per avvicinarlo al mondo del lavoro’ noi vediamo che esso offre delle possibilità in questo paese? Il mercato del lavoro è pronto ad accogliere i ragazzi?”.  

Secondo la sindacalista di fatto “è una innovazione che dal punto di vista della qualità non porta a niente. Questo parlare di 4+2 è uno specchietto per le allodole per negare il fatto che si passa da 5 a 4 anni di scuola, quindi ad un impoverimento che come Flc non condividiamo assolutamente”.  

Pistorino ritiene che il sistema di istruzione vada mantenuto lungo cinque anni rispetto alle materie generali. “La società che noi stiamo vivendo è attraversata da molteplici complessità. Secondo noi meno scuola significa meno diritto di cittadinanza. Questo 4+2 in realtà è un ‘4’ e forse anche un ‘2’. Non significa assolutamente nulla perché il sistema di istruzione finisce con l’esame di Stato”.

In particolare lo studente non è obbligato a continuare il percorso successivo sugli Istituti Tecnologici Superiori. La filiera è opzionale. Per la sindacalista una soluzione alternativa poteva essere il modello tedesco che prevede un anno integrativo finale professionalizzante.  

Laboratori

La Flc Cgil auspicava un intervento incisivo sui laboratori nelle scuole. “La capacità di mettersi a confronto con il fare da parte dei ragazzi è possibile, ripristinando le ore dei laboratori che erano l’eccellenza del sistema d’istruzione tecnico-professionale italiano. Se noi le ripristiniamo e prevediamo anche il personale necessario per dare la formazione combattiamo seriamente la dispersione scolastica e costruiamo una qualità di classe produttiva del nostro paese per il presente e per il futuro”. 

La sperimentazione quadriennale ha avuto delle scarsissime adesioni rileva infine Pistorino, con riferimento alle ammissioni degli istituti avvenute tra dicembre 2023 e gennaio 2024. “Le sperimentazioni erano cominciate già dal 2017, proposte a più riprese da diversi ministri. Sono andate tutte malissimo. Non è un modello vincente”.

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Riccardo Pieroni
Collaboratore
Giornalista. Mi occupo soprattutto di politica, economia e criminalità organizzata. Ho co-fondato il portale L'Eclettico. Lavoro per l'agenzia di stampa parlamentare Public Policy e collaboro con Famiglia Cristiana e Good Morning Italia.
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