Alcune sono state premiate, altre sono entrate a tutti gli effetti nell’industria e nella produzione, altre ancora rimangono nel mondo delle idee ma con ottime potenzialità di sviluppo in futuro. Il filo conduttore: originalità, diversità negli ambiti di applicazione e attinenza al territorio. Sono tecnologie inedite e innovazioni nate dalla collaborazione fra studenti degli ITS e aziende partner degli Istituti. Oggi ne scopriamo alcune nate in Emilia Romagna: abbiamo raccolto qui 5 innovazioni nate grazie agli ITS, alcune potenzialmente rivoluzionarie e altre semplicemente curiose, che meritano di essere conosciute e che potrebbero trovare applicazione nelle aziende, nelle nostre case o nelle nostre città.
1. Una mano in più
Vincitore della categoria fabbrica intelligente 4.0 nella classifica 2021 dei progetti elaborati nella rete Its 4.0, “Una mano in più” è un robot collaborativo che affianca gli operatori del settore biomedicale e li aiuta. Si tratta di un vero e proprio braccio meccatronico in grado di muoversi in modo molto simile a un suo analogo umano, e capace di spostare, prelevare reggere provette e attrezzature biomedicali. Lo scopo, ci tengono a precisare gli ideatori di questo sistema, non è quello di sostituire gli operatori, ma di affiancarli, e per questo è costantemente controllato e monitorato dall’operatore stesso. L’hanno progettato cinque studenti della sede dell’ITS biomedicale di Mirandola, in collaborazione con le aziende partner BBraun Avitum Italy e Ideativa.
2. Old but gold
“Il restauro di auto d’epoca con il reverse engineering”: è questo lo slogan del progetto secondo classificato da ITS 4.0 nel 2020. Lo scopo è, appunto, il recupero di elementi e componenti guaste e introvabili delle auto d’epoca partendo dalla riprogettazione 3D degli originali. Il concetto è quello del reverse engineering e due studenti dell’ITS Maker dell’Emilia Romagna – con l’aiuto dell’azienda Valtom – l’hanno reso un’idea vincente: grazie a un vasto database contenente i modelli 3D dei pezzi di ricambio, successivamente prodotti su richiesta (e con attesa minima) grazie a una stampante 3D. Se il pezzo richiesto non si trova nel database, l’azienda offre la possibilità di cercare nel network un collezionista in possesso dello stesso modello, per poi creare il disegno e procedere alla realizzazione.
3. Il drone sanificante
All’apparenza un normalissimo drone, BumbleBee – questo il nome del progetto realizzato da ITS Maker in collaborazione con Aerdron Srl e Formartis Srl – è in grado di nebulizzare prodotti per sanificare l’aria in spazi chiusi o in spazi esterni confinati. Si tratta di un sistema autonomo nel volo e completamente automatizzato, il cui prototipo risponde alle necessità di sanificazione degli spazi comuni diventate ormai pratica comune dall’inizio della pandemia da Covid-19, con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale.
4. Il gioco della raccolta dei rifiuti
Divulgare un problema urgente e creare una cittadinanza consapevole, il tutto nel modo più semplice e leggero che conosciamo: giocando. La questione di cui si parla è la raccolta differenziata e la gestione dei rifiuti, il gioco invece si chiama Rabbish. Il nome, l’avrete forse intuito, nasce da un simpatico gioco di parole fra rabbit (coniglio in inglese, il personaggio simbolo del gioco) e rubbish (che in inglese significa proprio spazzatura). Nel gioco si ricrea una situazione di vita quotidiana molto comune: una persona – l’antagonista del gioco – che ha deciso di inquinare il mondo perché disilluso e deluso dall’ecologia e una vicina di casa decisa a riportarlo sulla retta via. Ad aiutarla, il coniglio Rabbish. Il gioco è stato ideato dagli studenti dell’ITS Fitstic di Cesena in collaborazione con Assa – Vitruvio Virtual Museum.
5. La salsa (di pomodoro) del futuro
Una nuova linea di prodotti a base di pomodoro sviluppati per soddisfare le richieste del mercato guardando alla sostenibilità della produzione e al recupero degli scarti. Il prototipo è stato sviluppato dagli studenti dell’ITS tech&food di Parma in collaborazione con la Stazione sperimentale per l’Industria conserve alimentari, Iberchem, e coniuga la tradizione e le eccellenze alimentari del nostro paese (la salsa di pomodoro, appunto) con la tecnologia 4.0. Quest’ultima entra in gioco soprattutto nella realizzazione di un packaging efficiente e sostenibile, e nell’utilizzo di tecnologie innovative che sfruttano elevate pressioni idrostatiche per stabilizzare le materie prime del prodotto senza modificare le caratteristiche organolettiche e di gusto.