In Parlamento

ITS, che cosa ne pensano associazioni e sindacati della sperimentazione “4+2”

Lo scorso 5 dicembre nella commissione Cultura del Senato si è svolto un ciclo di audizioni sul disegno di legge presentato dal ministro Giuseppe Valditara

La sperimentazione “4+2” consentirà agli ITS di ”aumentare il loro potenziale bacino di utenza, con effetti quantitativi presumibilmente apprezzabili nel medio-lungo periodo. Nell’immediato, inoltre, produrrebbe anche effetti ‘qualitativi’, consentendo agli ITS, infatti, di integrarsi dal punto di vista didattico e laboratoriale con i percorsi tecnico-professionali secondari”.

Lo sostiene Confindustria in una memoria depositata in Senato, in occasione del ciclo di audizioni sul disegno di legge (ddl) presentato dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, che interviene sulla nuova filiera dell’istruzione tecnico-professionale, con un ruolo di primo piano per gli Istituti Tecnologici Superiori. 

Il testo, approvato il 18 settembre in Consiglio dei ministri, è all’esame della commissione Cultura di Palazzo Madama, che ha svolto una serie di audizioni lo scorso 5 dicembre.  

Secondo l’associazione di categoria “la centralità degli ITS Academy nei percorsi di filiera, consentirà comunque un orientamento più completo rispetto ad oggi, allorquando gli ITS sono, di fatto, largamente sconosciuti a gran parte degli studenti di scuola secondaria di secondo grado”. Per Confindustria “partire da una sperimentazione – presidiata da un’apposita struttura di missione – è ritenuto opportuno al fine di intervenire con eventuali correzioni e integrazioni dei percorsi, a patto che il monitoraggio sia costante e aperto al contributo delle parti interessate, produttive formative, che vanno rappresentate nella medesima struttura”.

Mentre Confcommercio apprezza “l’impianto complessivo del disegno di legge per gli obiettivi che si pone di ridisegnare l’intera offerta di istruzione tecnica e professionale, promuovendo sinergie fra i diversi segmenti formativi, includendo nella filiera i percorsi di Istruzione e formazione professionale, gli Ifts, gli Istituti tecnici e professionali fino agli ITS, rafforzando il legame con il territorio e il mondo del lavoro”. In una memoria depositata in Senato l’associazione invita a prestare attenzione ai tempi di attuazione, ciò al fine di evitare, come purtroppo accaduto in passato, di immaginare interventi con obiettivi che vanno nella giusta direzione, senza però che possano poi essere interamente perseguiti perché non ci sono ancora tutte le necessarie condizioni”.

La Conferenza delle Regioni e delle province autonome, audita dalla commissione Cultura sul provvedimento, ritiene che la “possibilità che ci viene data, oggi, di aderire alla sperimentazione oggetto del disegno di legge in discussione consente non solo di ampliare gli orizzonti dell’offerta formativa a disposizione degli allievi, ma anche di fornire risposte ai fabbisogni espressi dalle imprese dei nostri territori”.

Le posizioni dei sindacati

Qualche critica sul ddl messo a punto da Valditara è arrivata dalle sigle sindacali. In una memoria depositata in Senato, la Cgil esprime un giudizio fortemente negativo sulla proposta di legge a partire da un generale impoverimento dell’impianto culturale del sistema di istruzione che si viene a realizzare con una riduzione del percorso scolastico che viene ‘presentata’ impropriamente come l’istituzione di una filiera 4+2”. 

Il ddl “si limita all’accostamento di percorsi preesistenti (percorsi sperimentali del secondo ciclo di istruzione; percorsi di istruzione e formazione professionale; percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) + percorsi formativi degli Istituti Tecnologici Superiori). Molti percorsi risultano ridimensionati, come nel caso della riduzione ‘sperimentale’ a quattro anni dei percorsi di istruzione quinquennale”, sostiene la sigla sindacale.  

Secondo la Cgil la “costruzione di un itinerario formativo appare non supportata dalla possibilità di capienza degli ITS che sono situati prevalentemente nelle grandi regioni, mentre Molise, Umbria e Basilicata ne contano uno soltanto”.

La Cisl invece ritiene inopportuna la previsione che la sperimentazione debba iniziare già dal prossimo anno scolastico 2024/2025 in quanto le iscrizioni al primo anno della scuola superiore si svolgono a gennaio e i tempi di approvazione del disegno di legge renderanno impossibile agli Istituti scolastici e agli Enti di formazione dell’istruzione e formazione professionale regionale svolgere quell’opera di informazione necessaria per far conoscere agli studenti ed alle famiglie questa nuova opportunità formativa”.  

Il suggerimento quindi è quello di rinviare l’avvio della sperimentazione a partire dall’anno scolastico e formativo 2025/2026 utilizzando così tutto il 2024 per organizzarla al meglio e renderne chiari e comprensibili le finalità ed il valore agli studenti, alle studentesse ed alle loro famiglie”.

Dal canto suo la Uil, in un memoria depositata in Senato, sostiene che la sperimentazione provocherà l’introduzione nel sistema di istruzione secondaria di secondo grado di nuove figure di docenti, già presenti negli ITS, non contrattualizzate e senza indicare il monte ore e la percentuale di presenza rispetto ai docenti curricolari”. 

Secondo la sigla sindacale “la fase di reclutamento dei docenti deve essere ricondotta in schemi e regole chiare e trasparenti che assicurino la qualità dell’insegnamento. Le competenze dei docenti devono essere regolarmente certificate e rientrare in codificazioni verificabili”. Per la Uil non è possibile che per tutti gli altri docenti siano previsti percorsi di  formazione/valutazione che si allungano sempre di più (24 cfu, 30 cfu, 60 cfu) e per i docenti ‘provenienti dall’industria’ bastino solo le esperienze lavorative”.

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Riccardo Pieroni
Collaboratore
Giornalista. Mi occupo soprattutto di politica, economia e criminalità organizzata. Ho co-fondato il portale L'Eclettico. Lavoro per l'agenzia di stampa parlamentare Public Policy e collaboro con Famiglia Cristiana e Good Morning Italia.
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