Una “valanga” di emendamenti per modificare il disegno di legge (ddl) presentato dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara sulla nuova filiera dell’Istruzione tecnico-professionale, in cui gli Istituti Tecnologici Superiori avranno un ruolo di primo piano.
Il testo, approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 31 gennaio, da diverse settimane è all’esame della commissione Cultura della Camera. I deputati hanno svolto un ciclo di audizioni che ha visto la partecipazione delle sigle sindacali e di diverse associazioni.
Il disegno di legge del Governo tra le altre cose prevede che a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la filiera sarà costituita “dai percorsi sperimentali del secondo ciclo di istruzione, dai percorsi formativi degli ITS Academy, dai percorsi di istruzione e formazione professionale e da quelli di istruzione e formazione tecnica superiore”.
A Montecitorio sono arrivate forti critiche al ddl che introduce la sperimentazione 4+2. In particolare il Movimento 5 stelle ha deciso di presentare oltre 600 emendamenti al ddl Valditara perché si tratta di “una riforma disastrosa, già bocciata da tutti i sindacati e dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che ha come unico obiettivo quello di porre la scuola in una condizione di totale subalternità al mondo delle imprese”. Proposte di modifica, seppure in quantità minore, sono state presentate anche da Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico.
Secondo i deputati del M5s in commissione Cultura – Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato – Valditara “punta a creare lavoratori in serie utili solo per soddisfare la necessità momentanea delle imprese private, ma completamente incapaci di seguire i continui cambiamenti che investono lo sviluppo economico-sociale e il mondo del lavoro”.
Una scuola che “formerà lavoratori probabilmente già obsoleti, tradendo la principale missione che dovrebbe essere quella di creare persone pensanti con un approccio multidisciplinare. La riduzione da 5 a 4 anni del percorso scolastico dimostra in maniera chiara come questo Governo punti ad un impoverimento dell’impianto culturale del sistema di istruzione”, spiegano in una nota i deputati.
La riforma inoltre “non agisce all’interno del settore produttivo nazionale, ma in quello locale. Valditara vuole legare gli istituti tecnici-professionali solo alle esigenze del territorio, una sorta di anticipazione dell’Autonomia differenziata che andrà solo ad acuire le già enormi disparità che ci sono tra studenti delle diverse Regioni“, rilevano Caso, Orrico e Amato.
Vista la mole di emendamenti presentati dalle opposizioni l’ok definitivo al ddl Valditara non appare così imminente. Infatti la commissione Cultura di Montecitorio avrà bisogno di alcune settimane per svolgere l’esame delle proposte di modifica e consentire al testo di andare in aula.