Domanda e offerta

ITS Academy per ridurre il mismatch nel lavoro

La formazione proposta negli Istituti Tecnologici Superiori, 146 in tutta Italia, punta sui comparti professionali che sono più richiesti dal mercato

Di Giulia Annovi per UniverCity del 23 gennaio 2023

Oggi sono 146, distribuiti su tutto il territorio italiano. Ma sono ancora destinati a crescere: gli Istituti Tecnologici Superiori, o ITS Academy, offrono una formazione che copre dieci aree tematiche, in cui è urgente la ricerca di nuove figure professionali.

Questi anni rappresentano la grande occasione, per il sistema ITS, di rafforzare e ampliare la propria offerta formativa, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, grazie non solo alla riforma del 2022 e ai nascenti percorsi 4+2 in sinergia con le scuole superiori, ma anche ai finanziamenti derivati dal Pnrr.

Gli ITS sono nati con la legge numero 40 del 2007 per fornire competenze spendibili nel mondo del lavoro. Sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post-diploma, offrono una formazione di tipo teorico-pratico che impegna lo studente per due o tre anni, assicurando in media un 43% di ore trascorse in stage presso un’azienda.

Come evolve il panorama

La formazione punta sui comparti professionali più richiesti dal mercato, legati alle peculiarità dei territori, anzitutto per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

Oggi la gran parte degli ITS (56 istituti) si trova nel nord Italia: la regione che ne ha di più è la Lombardia, con 24. Il nord è seguito dal centro (37 istituti), con il Lazio che è la regione più presente con 16 ITS. Al sud ci sono invece 36 ITS, ed è capofila la Campania con 16. Le isole, infine, ne contano 16: 11 in Sicilia e 5 in Sardegna.

Gli ITS hanno proposte formative differenti, ma che rientrano all’interno di specifiche aree tematiche. L’ultimo monitoraggio Indire (del 2023, riferita ancora all’assetto pre-riforma con 6 aree in tutto) mostra che nel settore della Mobilità sostenibile sono compresi 21 istituti. Seguono l’Efficienza energetica con 17, le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione con 19, le Tecnologie innovative per i beni culturali e il turismo con 18 e chiudono l’elenco le Nuove tecnologie della vita con 11. Un discorso a parte meritano le Nuove tecnologie per il made in Italy, una macro area che comprende 60 ITS suddivisi in 6 settori: l’agro-alimentare con 24, il sistema meccanica con 14, il sistema moda con 10, i servizi alle imprese con 8 e il sistema casa con 4.

Con un recentissimo decreto attuativo della riforma ITS, le aree tecnologiche sono state ridefinite e sono passate da sei a dieci: l’offerta si sta ampliando soprattutto per il settore del made in Italy, dato che comprende diverse specializzazioni. Ne fanno parte, per esempio, l’ITS Academy Territorio del Lavoro in Campania o l’ITS Academy Puglia Marketing e Design.

Oltre a quest’area, il settore più in espansione è ICT dell’informazione e della comunicazione, seguito dal turismo e dall’efficienza energetica. In parallelo ai nuovi istituti, molti ITS hanno ampliato l’offerta formativa proponendo più corsi e puntando sull’innovazione.

Aumentano numeri e qualità

Il sistema formativo degli ITS è controllato da una filiera che ne misura la qualità. L’esito della classifica nazionale dei percorsi monitorati nel 2023 per area tecnologica designa ben 212 percorsi ITS come meritevoli di menzione d’eccellenza.

Anche la proposta per gli studenti migliora: gli ultimi due anni di monitoraggio (relativi ai percorsi 2019 – 2021) dimostrano un aumento del numero dei giovani interessati a questo tipo di formazione, e anche del loro successo. Il tasso di diplomati aumenta del 71% rispetto al 2019 e gli occupati a un anno dal diploma passano dall’80% all’86%. La percentuale di studenti che lavora in un settore inerente al percorso di studi tocca la quota del 93,6%, e in particolare i settori che offrono maggiore occupazione sono legati al sistema meccanica (92,4%) e all’area della mobilità sostenibile (90%).

Non è raro che per singoli corsi o anche interi ITS l’occupazione sia al 100%, con molti studenti già accolti dalle aziende prima che sia concluso il periodo di formazione. Non è eccessivo dire che gli ITS hanno creato un circolo virtuoso che coinvolge anche il mondo dell’impresa, dato che il 46% dei partner delle Fondazioni ITS sono proprio aziende del territorio che concorrono alla formazione degli studenti. E sono già in cantiere ulteriori proposte da parte degli ITS per continuare a innovare il mercato del lavoro.

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Giulia Annovi
Collaboratrice
Giornalista freelance, con la passione per il datajournalism. Mi occupo di scienza, innovazione, tecnologie digitali e educazione.
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