Di infrastrutture, con le agevolazioni fiscali degli ultimi anni, abbiamo sentito parlare molto. Secondo alcune stime, gli investimenti in questo settore sono crescenti sia nel pubblico sia nel privato. Fra queste, poi (e fortunatamente), la domanda di investimenti in infrastrutture sostenibili in termini ambientali, sociali, finanziari e tecnologici, è destinata ad aumentare quasi fino al 40% da qui al 2030. Fra le grandi opere imminenti in Italia troviamo in particolare la Tav, le infrastrutture per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e le opere pubbliche previste dal Pnrr.
Chi si occuperà, dunque, di progettare dal punto di vista tecnico e di gestire tutte le procedure giuridiche e amministrative legate a questi progetti infrastrutturali? La risposta arriva dal mondo ITS: si tratta dell’Infrastructure manager, il supertecnico esperto di cantieri sostenibili, gallerie, ponti, strade e infrastrutture in generale.
Cosa fa l’infrastructure manager
È il tecnico di riferimento nell’ambito delle grandi opere pubbliche: nella progettazione, nella realizzazione e nella gestione di cantieri complessi. Come dicevamo, si tratta di opere che necessitano non solo di competenze tecniche per essere realizzate, ma anche di conoscenze giuridiche e amministrative proprie di un appalto pubblico che deve essere monitorato in ogni suo ambito – compreso quello della sostenibilità -. Di tutto questo si occupa l’Infrastructure manager, che grazie alla sua formazione specifica incarna tutte le professionalità di cui si necessita in questo ambito: è esperto di costruzioni sostenibili, di tecnologia dei materiali ad alta efficienza, si occupa di direzione dei lavori e ha una formazione in legislazione urbanistica, gestione dei progetti e dei processi di realizzazione delle infrastrutture, anche a livello di contratti e sicurezza nei luoghi di lavoro.
“Oggi più che mai – dice Massimiliano Finotti, presidente del Finotti Group, una delle aziende partner del mondo ITS Infrastructure Manager – c’è bisogno di questi professionisti. In questi anni abbiamo vissuto un incremento esponenziale di tecnologie e complessità di attrezzature da utilizzare. Per cui è impensabile approcciarsi al mondo della cantieristica con le stesse figure professionali che c’erano anche solo 5 o 10 anni fa. È, quindi, fondamentale che le aziende e chi fa formazione lavorino insieme: le imprese conoscono i profili di cui c’è bisogno e si assumono la responsabilità di condividere con i formatori il proprio know how”.
Qual è la formazione ITS specifica
Il percorso formativo dedicato all’Infrastructure manager è pensato sia per ragazzi che escono dalle scuole superiori, sia per i professionisti che già lavorano nel settore dell’edilizia e che vogliono approfondire queste conoscenze specifiche e strategiche (o riqualificarsi per aumentare la propria competenza professionale se già lavorano in azienda). Fra gli sbocchi lavorativi principali, infatti, troviamo il consulente tecnico in cantiere – che si occupa prevalentemente della sicurezza e dell’impatto ambientale – oppure il manager all’interno di un’azienda o un’impresa edile. Anche in questo caso il tecnico si occupa di sicurezza nei cantieri, gestione dell’impatto ambientale e dei macchinari. Infine, è possibile trovare impiego anche nella pubblica amministrazione.
Tra i moduli formativi che l’Infrastructure manager in potenza è chiamato ad affrontare sono presenti: costruzioni sostenibili, impiantistica elettrica e termoidraulica, risparmio energetico ed energie alternative. Come accennavamo prima, c’è poi un modulo dedicato alla direzione dei lavori che prevede lo studio della documentazione, della progettazione esecutiva e della logistica, nonché di tutto quello che riguarda la programmazione e il controllo dello stato di avanzamento dei lavori. La formazione poi è completata con nozioni di aerofotogrammetria, rilievi topografici con drone e rilevamento geologico, legislazione urbanistica e sicurezza in cantiere. Si tratta, quindi, di un percorso di istruzione tecnica superiore che risponde appieno alle esigenze del mondo del lavoro e che, come tale, ha dimostrato un indice di inserimento degli studenti nel mondo del lavoro davvero molto alto.
Proprio in questi giorni è stato inaugurato a Verona un nuovo corso ITS dedicato all’Infrastructure manager, gestito dalla rete ITS Red Academy in collaborazione con Esev-Cpt, Sistema delle Costruzioni e diverse aziende. Si tratta di un corso post diploma biennale che prevede, complessivamente, 1.800 ore di formazione, di cui 600 di stage in imprese e studi di progettazione e 1.200 di didattica.
Attenzione a non confondervi
Se cercate online informazioni su questa figura professionale dovete fare attenzione: con ogni probabilità, il profilo che il vostro motore di ricerca troverà sarà quello dell’IT Infrastructure manager, che con il professionista fin qui descritto non ha in comune nulla più del nome.
Si tratta infatti di un tecnico che si occupa della gestione di tutte le infrastrutture informatiche che riguardano una determinata azienda: dalla gestione automatica dei processi, all’archivio dei dati, alla comunicazione con l’esterno, fino alla sicurezza informatica. Insomma, si occupa di infrastrutture e reti più che altro virtuali. Il percorso, in questo caso, è molto diverso, così come l’impiego. Ne parleremo presto, qui su Tutto ITS.