L'intervista

Giuseppe Ranalli: “I comparti manifatturiero e automotive sono il futuro”

Intervista al nuovo presidente della Fondazione ITS sistema meccanica e informatica di Lanciano

A dicembre è arrivata per lui la nomina a Presidente della Fondazione ITS Academy di Lanciano. Una notizia che Giuseppe Ranalli, già amministratore delegato di Tecnomatic SpA, azienda specializzata nella componentistica automotive e presidente del Polo di Innovazione Automotive, ha accolto con grande entusiasmo per diversi motivi:

Primo perché mi consente di lavorare con e per le giovani generazioni e poi perché con la mia azienda siamo molto attenti al tema della social responsibility, sia per quanto riguarda la sostenibilità ambientale e sia perché non si può creare valore sul territorio senza un’etica sociale e del lavoro”, ha raccontato a TuttoITS.

Perché ha scelto, come altri presidenti, di svolgere questo ruolo gratuitamente?

Sulla gratuità dell’incarico sono in buona compagnia, perché tutti i presidenti degli ITS Academy svolgono tale incarico senza oneri per le fondazioni e lo trovo giusto, visto che la riforma di riordino degli ITS del 2022 pone obbligatorio che a capo delle fondazioni ci sia un rappresentante del sistema imprenditoriale del territorio”.

Perché ha scelto di approcciarsi al mondo degli ITS?

Ritengo, dal punto di vista di un imprenditore, che l’istituzione degli ITS Academy in Italia, come alternativa all’università, sia stata una delle innovazioni più azzeccate degli ultimi anni da parte del ministero dell’Istruzione, allineandoci in questo ambito al resto dell’Europa, penso alla Germania, che conosco bene, dove il sistema duale è molto forte e consolidato”.

Quali sono le prime sfide in cui si impegnerà, in veste di presidente? E quelle in cui gli ITS dovranno cimentarsi?

Sicuramente lavorare sempre di più in linea con le sfide alle quali le imprese sono chiamate a rispondere ogni giorno; penso alla transizione elettrica, nel caso del settore automotive, e a quella digitale ed ecologica con tutto ciò che ne consegue. Poi ovviamente aderire alle traiettorie di sviluppo tecnologico che stanno investendo tutto il settore manifatturiero con industria 4.0 e la nuova frontiera del 5.0. Inoltre, penso che una sfida importante, non solo per il nostro ITS, sia quella legata all’orientamento all’istruzione e formazione tecnica dei ragazzi e delle ragazze. In un periodo in cui il calo demografico si fa sentire – e in più la maggior parte dei giovani snobba la formazione tecnica – diventa cruciale, proprio per la sopravvivenza delle eccellenze del nostro made in Italy, puntare sulle famiglie per informarle che il lavoro c’è ed è anche di qualità, e che il mondo della fabbrica è cambiato, richiedendo sempre maggiori e più alte competenze”.

Quali sono i punti di forza dell’ITS Academy di Lanciano e in cosa lei cercherà di migliorarlo?

Uno dei punti di forza del nostro ITS Academy è sicuramente il lavorare in una regione che esprime una forte vocazione industriale, i cui abitanti, spesso, non ne hanno la consapevolezza. Penso per esempio al settore di riferimento della mia azienda, l’automotive, che da solo rappresenta circa il 48% di tutte le esportazioni regionali, con un forte incremento anche nel 2023. Ma ormai l’ITS fornisce giovani tecnici meccatronici a tutto il comparto manifatturiero, compreso il farmaceutico e l’agro-alimentare, per fare due esempi. L’ITS Academy di Lanciano ha aperto nuove sedi operative sul territorio regionale, Chieti, Teramo e Avezzano (AQ), aumentando l’offerta formativa non solo sul meccatronico, ma anche sul digitale e cyber security, per rispondere così alle nuove esigenze di personale sempre più preparato da parte del tessuto produttivo regionale. Questo contribuisce a ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro ed è una delle ragioni per cui il 95% dei nostri studenti trova una buona occupazione in linea con il percorso, ad un anno dal diploma. Sicuramente cercheremo di consolidare tale crescita e creare nuove opportunità di sviluppo”.

Che cosa porterà della sua azienda all’interno dell’ITS?

La mia azienda si posiziona su uno dei segmenti più innovativi della produzione della componentistica automotive, abbiamo investito in ricerca e sviluppo, con oltre 200 brevetti e oltre 100 dipendenti, facendo della Tecnomatic Spa un’azienda altamente specializzata nella realizzazione di impianti di avvolgimento per la produzione di motori elettrici innovativi per applicazioni ibride e total electric. Per cui penso che, con i miei collaboratori, posso sicuramente apportare know how nell’ITS e testimoniare ai giovani che i cambiamenti in atto, come l’elettrificazione e la guida autonoma, solo per fare un esempio, creano grandi opportunità se colte e governate”.

Perché, secondo lei, i comparti manifatturiero e automotive sono centrali per il nostro futuro?

L’Italia è notoriamente forte nei comparti automotive, componentistica nonché nella meccanica di precisione, che rappresentano delle colonne portanti del nostro tessuto industriale e quindi del nostro PIL. Per affrontare queste nuove sfide in Abruzzo, cruciale vedo anche la sinergia tra ITS Academy e Polo di Innovazione Automotive, di cui mi onoro di essere presidente, e che ha come mission la promozione di progetti di ricerca e sviluppo specie per le PMI.

L’Abruzzo, pur avendo imprese giovani, ha un tasso di industrializzazione, pari al 27%, più elevato della media nazionale e in linea con le regioni del nord. La filiera automotive regionale è costituita da un gruppo di imprese globalizzate operanti nel comparto dell’automotive e della meccatronica che comprende anche la subfornitura e la componentistica. Lo sviluppo è partito con la Honda Italia Industriale e poi con la Sevel (oggi Fca Italy Atessa Plant) e man mano con altre imprese e ha raggiunto livelli di sviluppo importanti grazie al contributo dei lavoratori, imprenditori, manager, enti, sistema dell’istruzione e cittadini”.

Che ruolo avranno questi settori nel percorso di transizione ecologica, sempre più necessaria?

L’Abruzzo ha aderito all’Alleanza europea delle regioni per una transizione giusta ed equa dell’industria automobilistica e dei fornitori che è un’iniziativa delle regioni con un forte settore automobilistico e che vogliono svolgere un ruolo attivo nel raggiungimento degli obiettivi della transizione ecologica europea. Si vuole sostenere la proposta di rafforzare gli standard di emissione di CO2 per autovetture e furgoni al fine di raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Unione. Certo i nuovi veicoli elettrici saranno molto più semplici e con meno componenti e gli impianti sempre più automatici a partire dal cuore pulsante della logistica dei componenti che alimenta la catena di montaggio. L’obiettivo? Ridurre i costi di manifattura e quelli per l’elettrificazione”.

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Riccardo Liguori
Collaboratore
Giornalista professionista. Determinato, riflessivo e curioso, tra i temi che ho più a cuore l'ambiente e la filosofia hanno (quasi) sempre la precedenza.
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