TuttoITS x Fondazione Cariverona

Cosa chiedono i giovani ai territori del futuro

Con un questionario online, interviste di approfondimento e tavoli di lavoro, Fondazione Cariverona punta a mettersi in ascolto delle nuove generazioni per orientare il cambiamento nelle province di Ancona, Belluno, Mantova, Verona e Vicenza

In collaborazione con: Fondazione Cariverona

Una mappa per capire cosa si aspettano i giovani dai territori ma anche una bussola per programmare iniziative e bandi per rilanciare le ambizioni di località e aree che hanno ancora grandi potenzialità da esprimere.

Con questo approccio, Fondazione Cariverona, in collaborazione con Upskill 4.0, spinoff dell’Università Ca’ Foscari Venezia, ha deciso di lanciare il progetto di ricerca “Territori del futuro“. L’obiettivo è sondare l’opinione del target compreso fra i 18 e i 34 anni che vive, studia e lavora nelle province di Ancona, Belluno, Mantova, Verona e Vicenza.

Grazie, infatti, a un questionario online (in modalità anonima e compilabile entro metà settembre), accompagnato da una serie di interviste qualitative e da tavoli di lavoro organizzati nei capoluoghi, Territori del futuro punta a comprendere il tasso di soddisfazione delle persone che risiedono nelle province ma anche le aspettative, in particolare sul fronte dell’attrattività e della competitività.

Come sottolineato da Bruno Giordano, presidente della Fondazione Cariverona, “con questa analisi vogliamo indagare le risposte a una domanda essenziale per il futuro dei nostri territori, identificando i reali bisogni delle nuove generazioni. Sono convinto che ascoltare il loro punto di vista, insieme a quello degli enti che se ne occupano, sia il primo passo verso lo sviluppo di nuove soluzioni”.

La ricerca darà voce anche alle prospettive di istituzioni pubbliche, scuole, imprenditori, enti del terzo settore, ovvero i soggetti che con le loro azioni fanno la differenza per continuare a stimolare i territori e renderli attrattivi.

Territori del futuro” vuole incidere concretamente anche sulle scelte della stessa Fondazione, la cui missione è il miglioramento della vita delle persone e delle comunità nel suo raggio d’azione, attraverso il sostegno allo sviluppo economico, sociale e culturale. Come sottolineato infatti da Filippo Manfredi, direttore generale della Fondazione, “dopo aver raccolto e analizzato i dati, nel corso del prossimo autunno li restituiremo ai territori: siamo convinti che stimoleranno preziosi momenti di confronto e dialogo per ragionare insieme su risposte innovative e concrete alle sfide che oggi i giovani ci lanciano”.

La riflessione sui territori del futuro non può mancare in una fase dove cresce sempre di più la consapevolezza sugli impatti che il combinato “inverno demografico e cervelli in fuga” può avere sull’intero Paese e sulle singole aree/province, considerando anche che un emigrato italiano su tre ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni. Capitale umano che varca i confini e spesso non fa ritorno: come indicavano infatti i dati Istat sulle migrazioni interne e internazionali della popolazione residente, “tra il 2014 e il 2023 si conta oltre un milione di espatri, a fronte di poco più di 515mila rimpatri; i saldi migratori dei cittadini italiani sono quindi sempre negativi e la perdita complessiva di popolazione italiana dovuta ai trasferimenti con l’estero è pari a 566mila unità“.

I dati aiutano anche a comprendere che il fenomeno è pervasivo e non limitato ad aree depresse dal punto di vista economico: nel biennio 2022-23, conferma Istat, “oltre la metà degli espatri ha origine nel Nord (52,7%): in particolare sono partiti dal Nord-ovest del Paese complessivamente circa 61mila italiani (29,6% degli espatri) e dal Nord-est 48mila (23,2%)“. E Mantova, una delle città oggetto dell’indagine, rientra a livello provinciale tra le realtà con i tassi di emigrazione più elevati assieme a Bolzano (in virtù anche della posizione geografica di confine) e Treviso.

Il fenomeno non è necessariamente sintomo di condizioni problematiche in patria, in quanto si emigra anche per arricchire il bagaglio culturale, fare esperienze in altri contesti, per ampliare le chance di crescita e di realizzazione professionale ma se “negli ultimi dieci anni i giovani italiani che hanno trasferito all’estero la residenza sono costantemente aumentati, molto meno numerosi sono i rientri in
patria”
.

Il mancato rientro alla base si traduce anche nella perdita di competenze e know how più maturo che potrebbe favorire i processi trasformativi di imprese e realtà produttive, proprio come quelli messi in mostra da Upskill, uno dei progetti promossi da Fondazione Cariverona che coinvolge imprese e realtà no profit di Ancona, Belluno, Mantova, Verona o Vicenza (oltre al mondo della formazione tecnologica superiore e dell’Università per un boost di competenze ai fini dello sviluppo di progetti innovativi).

Territori del futuro si configura come un’ottima occasione per dare ascolto alle istanze e alle percezioni di chi vive ogni giorno il tessuto locale e al tempo stesso, per coloro che parteciperanno, di dare un contributo attivo a un cambiamento che può diventare effettivo solo se coinvolge davvero tutti, a partire dalle nuove generazioni.

Il questionario anonimo è compilabile online entro metà settembre https://www.upskill40.it/territori-del-futuro/

Condividi questo contenuto:

TuttoITS
tuttoits.it
TuttoITS è il primo newsbrand sugli Istituti Tecnici Superiori in Italia. Marketing: partnership@tuttoits.it
Iscriviti alla newsletter di TuttoITS
Con l’iscrizione al servizio dichiaro di accettare le Informazioni sulla Privacy.