Il dialogo tra mondo della formazione e mondo del lavoro è di fatto un confronto tra generazioni così diverse che anche capirsi può essere difficile. Da un lato sostanzialmente la generazione X (i nati nel 1965-1980, che oggi occupano le posizioni manageriali nelle aziende) e dall’altra la generazione Z, rappresentata in questo caso da maggiorenni under 25.
Mettersi alla prova richiede coraggio, ma alla fine premia: è questo il messaggio che nasce da quanto successo a quattro ragazzi del primo anno del corso di Internazionalizzazione di impresa dell’ITS Last di Verona. Oltre il project work con Sharp Italia (ne abbiamo parlato qui), gli studenti si sono messi in gioco in un ulteriore progetto di formazione, su base volontaria, per lavorare assieme ai dirigenti della multinazionale. Nei mesi di attività i ragazzi avevano lavorato assieme ai manager con strumenti hi-tech arrivati appositamente dal Giappone.
Il risultato è stato positivo, e soprattutto a livello culturale costituisce un ottimo esempio di dialogo generazionale così riuscito che, al termine del percorso durato circa un paio di mesi, i vertici del gruppo hanno proposto ai ragazzi di occuparsi di co-creare la consueta Conferenza nazionale del gruppo. Così, dalla sede di Edulife di Verona, dove si svolge il corso di internazionalizzazione di impresa, ha preso vita il collegamento in videoconferenza internazionale con le sedi europee e una platea di specialisti italiani della distribuzione, vendita e consulenza nelle tecnologie digitali per le imprese e manager.
Un’attività riuscita su tutti i fronti, sia sugli obiettivi proposti sia sul confronto avviato con i manager durante i lavori di preparazione. Sono state settimane impegnative per i ragazzi, che si sono trovati per la prima volta alle prese con i tempi stretti e frenetici delle scadenze dei grandi eventi e con un lavoro reale.
Li abbiamo incontrati per TuttoITS negli spazi di 311, la sede di Edulife, che è partner di Last Academy per i corsi di Digital trasformation specialist e Internazionalizzazione dei processi d’impresa. Hanno tutti sui vent’anni di età, qualcuno ha alle spalle una breve esperienza universitaria abbandonata per l’ITS, non per incapacità nel fare gli esami ma per essersi reso conto che desiderava approcci più concreti al mondo del lavoro.
Come vi siete sentiti in questa “esperienza di realtà”?
Spiega Andrea Carpene: “Sharp ci ha chiesto di organizzare l’evento in maniera diversa dal solito, con una forte presenza giovanile nella visione delle cose. Per questo ci hanno lasciato scegliere con molta libertà le tematiche da trattare”.
Racconta Sofia Turco : “Mi sono sentita di mettermi in gioco quando ce l’hanno proposto in classe e solo noi quattro su ventidue studenti abbiamo deciso di partecipare a questo ulteriore progetto dopo il project work. All’inizio non sapevamo bene cosa fare, poi poco a poco abbiamo capito che la multinazionale contava moltissimo su di noi e ci dava molta responsabilità. Tutto questo ha reso il gruppo determinato, tanto che abbiamo lavorato con grinta fino alla conduzione quasi completa della videoconferenza dell’evento dove abbiamo moderato e presentato i nuovi prodotti”.
Aggiunge Abdellah Zouhri che “non tutto è stato facile, perché alcune nostre proposte non andavano bene a Sharp. Ma la cosa positiva è stata potere discutere, spiegarci e venirci incontro reciprocamente. Quanto accaduto è uno scambio generazionale, uno degli scopi dell’evento. Tutti noi infatti abbiamo prospettive diverse sulle cose, ma è grazie all’incontro che possono nascere nuove ispirazioni e progetti”.
Quale approccio all’evento avete sottolineato voi ragazzi?
Risponde Natasha Libia: “Abbiamo lavorato sul rendere l’evento più interattivo rispetto a quanto proposto dalla multinazionale, cercando di rendere tutto più coinvolgente. Per quanto riguarda la presentazione dei nuovi prodotti abbiamo approvato e sottolineato quanto fossero utili e facili da usare. Il fatto che un’applicazione sia il più intuitiva possibile è per noi molto apprezzabile perché rende il lavoro più semplice e veloce, qualità che noi giovani cerchiamo in tutto: l’immediatezza”.
Quale messaggio sulla formazione ITS dareste ai giovani?
“Buttarsi senza paura a provare e mettersi in gioco”, concordano i quattro giovani, “perché sbagliando si impara e nel peggiore dei casi gli errori che facciamo quotidianamente ci formano e spingono ad andare sempre avanti. L’esperienza all’ITS fino a qui è stata positiva, soprattutto per l’incontro con il mondo delle imprese durante i tirocini e i project work e perché gli insegnanti provengono da contesti professionali”.
I ragazzi si dicono soddisfatti poiché sentono di aver affrontato con coraggio una sfida: trovare punti di accordo tra generazioni diverse attraverso un dialogo costruttivo, reso possibile dalla dinamica con cui si sviluppano i corsi degli Istituti Tecnici Superiori.