Valorizzare e rafforzare gli ITS Academy “garantendo la qualità della formazione impartita ed evidenziando l’importanza del sapere tecnico e tecnologico nella comunità scolastica e tra i giovani”. È una delle richieste contenute nel documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul made in Italy, approvato lo scorso 17 maggio dalla commissione Attività produttive della Camera. In questi ultimi mesi i deputati hanno svolto un lungo ciclo di audizioni dedicato agli aspetti principali che riguardano il made in Italy, ascoltando il parere di esperti, associazioni di categoria e stakeholders.
In particolare, il documento propone di “individuare una rete di istituti scolastici con sedi presso i distretti del made in Italy”, coordinati dal ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) e “sostenuti dagli imprenditori”. Gli Istituti Tecnologici Superiori “recentemente riformati con la legge 15 luglio 2022 n. 99”, devono rappresentare “il punto di avvio della rete estendendone le competenze come ITS Academy per il made in Italy”.
Il documento suggerisce poi “una più stretta integrazione tra scuola e lavoro, la creazione di nuovi percorsi formativi che preparino le professionalità necessarie oggi carenti (anche in ambito Stem, dove la situazione italiana è sotto la media europea) e la rimozione degli ostacoli di carattere amministrativo che ritardano l’accesso dei giovani al mondo del lavoro”.
Nel corso dell’indagine conoscitiva è emerso che “la domanda di nuovi diplomati presso gli Istituti Tecnologici Superiori da parte dell’industria elettrotecnica ed elettronica ammonterebbe a 80mila diplomati l’anno, a fronte, nel 2022, di 19mila gli iscritti e 5.280 i diplomati”. Inoltre “l’industria culturale e creativa italiana ha necessità di circa 40mila unità che non si trovano perché non formate. Per alcuni comparti rappresentati, nell’ambito degli istituti tecnico professionali, non sono presenti indirizzi specifici per le attività svolte”, si legge nel documento approvato dalla commissione Attività produttive alla Camera.
Per i deputati bisogna quindi “garantire la qualità della formazione impartita, anche con il contributo delle imprese alla programmazione e allo svolgimento delle attività didattiche, e avviare un programma di comunicazione verso i giovani e le famiglie per promuovere la formazione tecnica e tecnologica offerta dagli ITS”.
Il coinvolgimento delle imprese, “in nome del principio di sussidiarietà orizzontale, può assumere la forma ancor più diretta attraverso l’individuazione di percorsi scolastici dedicati e la promozione di centri di formazione interni alle aziende, dove imparare il mestiere e la professione attraverso il contatto diretto con la realtà produttiva”, si legge ancora nel documento.
“Questa relazione è frutto di una intensa e significativa opera di ascolto delle nostre imprese e delle associazioni di categoria, portata avanti in commissione in questi mesi“, ha spiegato in una nota il presidente della commissione Attività produttive alla Camera Alberto Gusmeroli (Lega), a proposito del documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul made in Italy.
“Fondamentale è il tema della formazione, emerso trasversalmente da tutte le realtà coinvolte: occorre allineare il mondo della scuola con le nuove sfide che le nostre imprese affrontano”, ha aggiunto Gusmeroli. “Per questo vogliamo rafforzare gli ITS, specie quelli radicati nei principali distretti industriali italiani, innovandoli in ITS Academy per il made in Italy. L’obiettivo è creare nuove opportunità di lavoro, in particolare per giovani che avviano start up innovative, ma anche per chi decide di proseguire la tradizione degli antichi mestieri”.