Gli ITS sono dedicati a chi vuole entrare nel mondo del lavoro. Che uno studente abbia concluso le scuole secondarie superiori o abbia conseguito una laurea, gli ITS sono un accesso privilegiato al mondo del lavoro per coloro che desiderano acquisire una formazione specifica, aggiornata e in linea con le figure professionali più ricercate dalle imprese.
Sono un percorso di formazione breve e completo perché formato da una parte teorica e una parte pratica. Ma quanto gli studenti conoscono le possibilità offerte dagli ITS? È una domanda chiave da fare, perché non può scegliere questo percorso chi ne ignora l’esistenza.
L’Osservatorio Talents Venture ha intervistato giovani delle classi IV e V delle scuole secondarie superiori per verificare la conoscenza del percorso di formazione offerto dagli ITS. L’indagine è avvenuta a campione e purtroppo non ha dato risultati incoraggianti.
Gli ITS, questi sconosciuti
Secondo i dati Indire, oggi gli ITS sono 128. Contano circa 20mila iscritti, ma è un numero ancora contenuto che spesso impedisce ai corsi stessi di decollare entro i tempi stabiliti. Infatti, nonostante la forte attenzione mediatica e la struttura formativa orientata alla rapida immissione nel mercato del lavoro, gli ITS hanno finora riscosso un interesse contenuto da parte dei giovani.
Una possibile causa individuata è nella scarsa conoscenza della possibilità formativa offerta dagli ITS che porta a escluderli come percorsi. Infatti, 4 giovani su 10 non sono a conoscenza della loro esistenza. Inoltre, tra le persone che conoscono gli ITS, solo il 18% dichiara di esserne realmente informato, mentre il 42% dichiara di conoscerli solo per sentito dire.
In seguito alla descrizione delle caratteristiche principali del percorso ITS, il 63% dei ragazzi lo ritiene abbastanza o molto interessante.
Cosa rende poco interessanti gli ITS?
Andando a indagare quali sono le motivazioni che rendono gli ITS poco o per nulla interessanti per gli studenti (circa il 39% del campione) si scopre che nella maggioranza dei casi sono gli argomenti trattati a essere poco attraenti. Il 51% dei non interessati al percorso ITS dichiara una scarsa attrazione per le materie trattate. Questo è un indizio interessante nell’ottica di rendere più variegata l’offerta formativa.
Tra le altre motivazioni che portano a non apprezzare l’offerta ITS c’è la convinzione di non ottenere competenze maggiori rispetto a quelle ottenute alle scuole superiori. Lo sostiene il 23% dei non interessati alla formazione ITS. Per contro, il 22% dichiara di non percepire negli ITS rilevanti differenze con il percorso universitario che, però, dà il vantaggio di ottenere una laurea.
Gli ITS dal canto loro dovrebbero far leva sulla capacità occupazionale, e hanno infatti risultati occupazionali interessanti: secondo i dati Indire, 8 diplomati su 10 negli ITS trovano lavoro a un anno dal diploma, e il 91% di chi trova occupazione svolge un lavoro coerente con il percorso di studi concluso.
Il valore di questi dati
Conoscere questi dati è importante perché servono a orientare l’attività di organizzazione e orientamento condotta dagli ITS. Inoltre, essere a conoscenza di queste tendenze aiuterà a spendere nel migliore dei modi i fondi del Pnrr destinati agli ITS. Si tratta di 1,5 miliardi di euro che accompagnano e sostengono una riforma volta a potenziare l’offerta degli ITS, aumentarne l’attrattività e chiarire alcuni elementi di governance.
Tra gli interventi è stata prevista l’istituzione di un comitato nazionale degli ITS che promuoverà le attività di orientamento presso le scuole superiori. Inoltre, è stato previsto un raccordo tra gli ITS e le lauree a orientamento professionale che potrebbe contribuire ad aggiungere valore segnaletico ai diplomi ITS e suscitare maggiore interesse dei giovani.
In futuro, sarà indispensabile continuare a raccogliere dati per comprendere punti di forza e di debolezza degli interventi previsti dalla riforma per rafforzare il sistema ITS.