Uno dei nodi cruciali nella ricerca di un lavoro, ma spesso anche uno dei punti più sottovalutati: preparare un curriculum vitae adeguato, quando si esce da un percorso formativo, non è affatto semplice, ma è fondamentale per il proprio futuro. Un discorso valido anche per chi ottiene un diploma dopo aver frequentato per due anni un Its.
Per scrivere un curriculum coerente con il proprio percorso, è necessario far capire a chi leggerà il cv che la frequentazione di un Istituto Tecnologico Superiore si traduce in un’esperienza che va al di là dell’acquisizione di nozioni apprese in aula.
Valorizzare il fattore duale
L’elemento distintivo, come ricordiamo sempre su TuttoITS, è la dualità del percorso.
Il punto di vista pratico, veicolato dalle aziende nella didattica ma anche nelle esperienze di stage, è infatti il fulcro della formazione degli studenti che per due anni frequentano le ITS Academy. Non sottolineare con decisione nel proprio curriculum questo aspetto, quando ci si presenta nel contesto della potenziale assunzione, significherebbe sminuire un elemento molto significativo.
Uno degli obiettivi degli ITS, infatti, è proprio quello di andare a colmare il gap tra domanda e offerta per quanto riguarda settori con elevate competenze tecnologiche e tecniche professionali. Ma queste competenze passano non solo dalla teoria ma anche dalla pratica. Non basta limitarsi a scrivere di aver frequentato un ITS, vanno declinate soprattutto le esperienze “sul campo”, il vero fattore attrattivo per i recruiter.
Un cv descrive formative e lavorative, ma racconta anche gli obiettivi raggiunti, i passi avanti fatti e le nuove abilità sviluppate nel corso del tempo. Se, per esempio, durante il periodo di stage, lo studente ha potenziato una competenza rispetto a un’altra, è utile sottolinearlo, anche esplicitando il livello raggiunto in in un determinato ambito (funzionale all’eventuale assunzione).
Tra le abilità descritte, infatti, potrebbe esserci proprio quella ricercate dall’azienda presso cui ci si candida. Inoltre, se l’impresa presso cui si è svolto lo stage è nota e apprezzata nel suo segmento di mercato, meglio sottolinearlo perché, chi fa selezione, rimarrà impressionato dal contesto di qualità in cui lo studente ha fatto pratica.
L’estero fa la differenza
Gli stage aziendali e i tirocini formativi sono obbligatori almeno per il 35 per cento della durata del monte orario complessivo e possono essere svolti anche all’estero. Questo significa più competenze, più specializzazione, e nel caso dell’esperienza oltre confine, anche diversificazione delle abilità, compreso lo studio di una nuova lingua. Un fattore vincente che apre a nuove opportunità in contesti non solo italiani. Sono elementi che sul cv devono necessariamente comparire: anche se ci si candida in Italia, le esperienze lontano da casa riflettono, agli occhi del recruiter, curiosità, dinamismo, capacità di cavarsela in altri contesti, padronanza di situazioni e dinamiche di mercati del lavoro differenti.
È utile personalizzare il proprio scritto, aggiungendo aspetti non scontati, come lavori svolti gruppo, corsi frequentati facoltativamente, per esempio legati alle lingue o al mondo del digitale e delle nuove tecnologie, esperienze di volontariato.
Chi legge un curriculum per assumere, vuole sapere che il candidato è ben disposto a mettersi in gioco, consapevole però delle proprie inclinazioni. Il mondo del lavoro sta cambiando perché le figure lavorative di oggi e domani devono confrontarsi con grandi cambi di paradigma della società: è tempo di comprendere, rispetto al passato, se si è propensi a svolgere mansioni legate per esempio alla transizione energetica, alla mobilità sostenibile, alle nuove tecnologie o a settori più tradizionali che però evolvono, come turismo e cultura (i lavori legati alle transizioni digitali, green e AI crescono, in termini di richiesta del mercato, più velocemente di altri).
Evitare passi falsi (nella forma e nella sostanza)
Banale a dirsi ma mentire o “gonfiare” alcune capacità o interessi non ha di solito un ritorno positivo, anzi si tratta di una pratica controproducente. Infatti, in caso di colloquio, l’esaminatore potrebbe voler testare le esperienze dei diplomati e verificare quanto dichiarato nel curriculum. Una formazione a 360 gradi non è possibile, ma una formazione altamente specializzata sì.
Infine, anche la forma conta. Anzi, è spesso il biglietto da visita con cui ci si presenta a una nuova realtà. Mai inviare un curriculum sprovvisto di fotografia o con una foto poco professionale, o applicare più font nello stesso documento o ancora utilizzarne alcuni poco leggibili e non professionali.
È bene optare per un formato che valorizzi la propria esperienza, utilizzare i giusti nomi per le intestazioni, iniziare con i dati personali e le informazioni di contesto. Bisogna saper sintetizzare in poche righe l’esperienza di anni (anche quella che precede il biennio della formazione ITS), scegliendo le info più convincenti. Dopo un adeguato controllo di contenuti e ortografia, è tempo di inviare. Da quel momento le strade pronte ad aprirsi potrebbero essere molte.