Siamo sempre più consapevoli che la formazione non è un processo che si limita a singole fasi ma, nel migliore dei casi, dura tutta la vita. Il concetto di lifelong learning è ormai ampiamente conosciuto e indica proprio quell’attenzione all’ampliamento delle competenze e delle conoscenze necessaria per garantirsi un’identità personale e professionale in costante evoluzione e proiettata in avanti.
Che sia iniziale, continua o permanente, la formazione professionale, come ricorda il sito ministeriale cliclavoro.gov, “è rivolta a tutti coloro che hanno assolto gli obblighi scolastici e stanno per inserirsi o sono già inseriti in un contesto lavorativo”. Per i soggetti già inseriti in un ambito professionale è più semplice, sotto certi punti di vista, continuare a formarsi: le aziende hanno infatti interesse a rafforzare le competenze dei dipendenti, intraprendendo azioni ad hoc.
Più complicato il tema di chi è fuori dal mercato o di chi non ha mai lavorato: spesso non è facile capire quali passi fare.
Il tema della formazione non può essere sottovalutato in un Paese dove i Neet nel 2020 erano complessivamente più di tre milioni, con una prevalenza femminile (a 1, 7milioni, ndr). La sigla sta per not in education, employement or training: i soggetti che rientrano in questa platea (dai 15 ai 34 anni, ndr) oltre a non lavorare o studiare non stanno compiendo un percorso formativo di altro tipo.
Nei diversi cluster che compongono il fenomeno possono rientrare non solo giovanissimi fuori dalla scuola e gli scoraggiati ma anche coloro che sono alla ricerca di una prima occupazione e gli ex occupati in cerca di lavoro. Sono tutti soggetti che possono aprirsi quindi alla chance della formazione professionale: come ricorda ancora cliclavoro.gov, “il sistema della formazione professionale è di competenza di regioni e province, che tramite bandi pubblici programmano il finanziamento di corsi a tutti i livelli che possono essere erogati da enti di formazione accreditati”. Ma, una volta deciso di intraprendere un percorso di formazione professionale, come scegliere quello più adatto e in grado di avvicinarci all’obiettivo?
1) Valorizzare l’occasione
Un percorso di formazione non è un riempitivo in un momento di pausa ma un vero e proprio step per maturare competenze, anche pratiche, al fine di agganciare un’occasione professionale. Bisogna comprendere i reali motivi che ci spingono a voler frequentare un iter di formazione al fine di valutare quale scegliere e quali risultati ottenere. Più chiari saranno i nostri obiettivi, più sarà logico cercarne uno che rispecchi i nostri bisogni, anche in termini di tempistiche, modalità di partecipazione, orari e calendari delle lezioni, eventuali costi, ecc. Ovviamente, una certa coerenza con le esperienze pregresse già maturate non può mancare ma non deve diventare un limite per la scelta.
2) Informarsi bene
I corsi di formazione sono erogati da enti di formazione accreditati. Trovarli non è difficile, ma oltre a googlare l’offerta, è fondamentale valutarla e fare qualche ricerca in più: occhio a tutte le informazioni su programmi, insegnamenti, docenti, bilanciamento tra teoria e pratica, stage e attestati di fine corso, borse di studio.
3) Confronto diretto
Più che in passato, oggi è facile ottenere feedback e informazioni dirette da chi ha già testato un prodotto, un servizio, ecc. Nessuna differenza per i percorsi di formazione, quindi. Trovare recensioni in rete o contattare ex corsisti che hanno già completato l’esperienza formativa in precedenza non è complicato. Utilizzate al meglio le opzioni disponibili, social compresi, per trovare recensioni che vi permettano di valutarne i vantaggi o i punti deboli.
4) Agganciarsi all’attualità
Naturalmente, l’offerta dei corsi è ampia e diversificata proprio come i bisogni dei futuri allievi. Ma, proprio come per altri ambiti formativi, anche in questo caso l’attualità ci aiuta a capire cosa può fare la differenza. Il digitale e la sostenibilità sono due argomenti cardine del nostro tempo: perché perdere la chance di frequentare percorsi che mettono al centro un know how al passo con i tempi e le esigenze del mercato? L’innovazione digitale può riguardare anche settori tradizionali che però devono bilanciare tradizione e contemporaneità: bisogna considerare una proposta formativa che tenga conto del mondo di oggi, delle cangianti esigenze delle imprese e della leva digitale.
5) Guardare alle regioni e ai territori
I siti delle regioni non hanno mai esercitato un forte appeal su di voi? Se siete alla ricerca di chance di formazione professionale, allora finirete per consultarli più del necessario. E magari, anche grazie a una navigazione un po’ random, scoprirete di cosa hanno bisogno i territori. Più gli ambiti formativi riguardano filiere strategiche, e presenti in regione, più cresce il potenziale della formazione che farete ai fini del discorso occupazionale.