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AI, competenze e decision making, il mix che traina l’industria intelligente

Il tema delle skills centrale anche nelle pillole “Tech ’n Go”, un preludio al Position Paper 2025, atteso al termine di SPS Italia 2025, fiera dell'automazione e del digitale per l'industria a Parma dal 13 al 15 maggio

Collaborazione

La trasformazione digitale dell’industria è ormai una realtà consolidata, ma quali sono le competenze necessarie per gestirla efficacemente? A questa e tante altre domande risponderà il Position Paper 2025, che si pone l’obiettivo di aiutare aziende e cittadini a comprendere l’evoluzione tecnologica e digitale dell’industria 5.0. Il Position Paper – a cura del Comitato Scientifico di SPS, che comprende più di 180 membri tra realtà produttive e mondo accademico – sarà pubblicato in seguito all’edizione 2025 della fiera SPS Italia, a Parma dal 13 al 15 maggio, un evento per il quale TuttoITS è media partner.

Ma la pubblicazione delle pillole “Tech ’n Go” offre un’anteprima dei temi principali del Position Paper, e si presentano come linee guida per affrontare la trasformazione industriale contemporanea. Fondamentale, anche in questo caso, il focus sulle competenze necessarie all’industria nell’epoca dell’intelligenza artificiale.

Sapere e conoscere: qual è la differenza?

Gli esperti del Comitato Scientifico di SPS Italia partono da una riflessione fondamentale sulla differenza tra “sapere” e “conoscere”, tra “formazione” e “istruzione”, tra “lavoro” e “mestiere”. Il sapere viene definito come una competenza superficiale e condivisibile, basata su informazioni che possono essere anche trasferite tra macchine. Il conoscere, invece, implica un contatto diretto e una rielaborazione articolata e personale che coinvolge la coscienza.

Questa distinzione diventa cruciale nell’era dell’intelligenza artificiale: un’IA può essere “formata”, ma non può essere “istruita” nel senso più profondo del termine. Può eseguire un “lavoro”, ma non padroneggiare un “mestiere”. È proprio in questa distinzione che si delinea il valore aggiunto irrinunciabile della componente umana nei contesti industriali avanzati.

Hard skills per l’industria intelligente

Se determinate competenze possono essere padroneggiate anche dalle intelligenze artificiali, diventa fondamentale capire quali skills privilegiare. «Se non si è in grado di valutare cosa è veramente importante, distinguendolo da cosa è invece lontano dal poter generare valore, il rischio che si corre risiede nell’appiattimento del “tutto sul niente” (tutto è a portata di mano, quindi nulla è interessante, stimolante) e nella sovra-informazione che paralizza (troppi dati, troppe informazioni, troppe competenze tra cui scegliere): di fatto, ogni informazione può diventare facilmente inutile» scrivono gli esperti.

In questo contesto di “sovrabbondanza cognitiva”, quali sono le competenze richieste per chi opera in contesti produttivi industriali o di RCD? Per gli esperti, sarà sempre più importante saper «comprendere la strategia aziendale, definire i business case, studiare e comprendere le tecnologie esistenti sul mercato, lavorare con un approccio sistemico alle soluzioni, sviluppare piani di implementazione in linea con gli obiettivi strategici e finanziari, e possedere una strutturata capacità di project management».

Le hard skills più richieste costituiscono un insieme articolato di competenze tecniche: l’automazione e il controllo dei processi si accompagnano alla conoscenza della robotica, mentre lo scouting e l’integrazione di sistemi automatici diversi e nuovi si affiancano alla padronanza degli strumenti per l’analisi dei dati. Il Comitato Scientifico sottolinea inoltre l’importanza di solide basi di machine learning, sistemi di virtualizzazione e simulazione, e principi di user experience, user interface ed ergonomia dei sistemi di comando e controllo.

Capacità concettuali: le soft skills che fanno la differenza

Tra le soft skills – le competenze relazionali e comunicative – sono particolarmente importanti le cosiddette “capacità concettuali”, definite come «le capacità di acquisire, elaborare e interpretare le informazioni necessarie per prendere delle decisioni». Comprendono le capacità logico-analitiche, di sintesi, di discernimento e di problem-solving, oltre alla creatività e l’impegno verso l’apprendimento continuo.

Secondo gli esperti del Comitato Scientifico SPS Italia, le capacità concettuali sono uno strumento essenziale per i manager: «La capacità di pianificare richiede di prevedere scenari futuri, considerando variabili e rischi potenziali, e di sviluppare strategie per raggiungere gli obiettivi prefissati; la capacità di risolvere problemi implica affrontare situazioni incerte o complesse, analizzando le cause profonde e trovando soluzioni innovative ed efficaci». Infine, l’apprendimento continuo è necessario per «adattarsi ai cambiamenti e proporre all’organizzazione le soluzioni più appropriate».

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nel decision making

Un aspetto particolarmente interessante del “Tech ’n Go” dedicato alle competenze riguarda il rapporto tra intelligenza artificiale e processo decisionale. «Pensare che si possa dare in pasto una gigantesca mole di dati più o meno strutturati all’IA e questa ne ricavi decisioni utili significa illudersi». Se una decisione, come scrivono gli esperti del Comitato Scientifico, è una scelta eseguita applicando determinati criteri su più evoluzioni di un medesimo modello di realtà, più il modello è accurato e i criteri sono espliciti, più è possibile “automatizzare” la decisione, delegandola a un’intelligenza artificiale. Prima di farlo, tuttavia, bisogna tenere ben presente che un’intelligenza artificiale non può creare modelli, ma si limita a indurli. L’IA, infatti, «si appiattisce sulle soluzioni che sono probabilisticamente migliori sulla base del set di dati sui quali in partenza è stata addestrata», riconfermando i bias già presenti nel dataset di partenza. Inoltre, un’intelligenza artificiale non esegue test di affidabilità sui dati o sui risultati che propone, «perché non possiede esperienza e dunque non può discernere tra un modello e un altro sulla base di un vissuto».

La competenza decisionale umana, quindi, resta fondamentale, poiché si basa sulla capacità di creare modelli di realtà propri, di cui si conoscono i limiti.

SPS Italia: un’opportunità per aziende e studenti

Sebbene il target primario del Position Paper siano le aziende, il documento rappresenta una risorsa preziosa anche per gli studenti, che potranno trarne spunti significativi per orientare il proprio percorso formativo. L’edizione 2024 di SPS Italia ha accolto oltre 4.000 studenti, e numeri pari e superiori sono attesi per l’edizione 2025, a testimonianza dell’interesse crescente verso i temi dell’automazione e del digitale per l’industria.

Con sei padiglioni espositivi e 800 espositori previsti, SPS Italia 2025 si conferma come un appuntamento imprescindibile per chi opera nel settore dell’automazione industriale e desidera comprendere come le competenze debbano evolvere per rispondere alle sfide della trasformazione digitale.

Il Position Paper completo, che includerà approfondimenti anche su sostenibilità e cybersecurity, sarà presentato dopo la fiera, ma le pillole “Tech ’n Go” già disponibili offrono una bussola importante per orientarsi in un mondo dove tante domande sono in attesa di nuove risposte.

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Francesca Trinchini
Collaboratrice
Giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne alla Sapienza (Roma) e allieva del Master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico" della SISSA (Trieste).
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